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23 Febbraio 2023

Infortuni in cantiere, un fronte comune per aumentare la sicurezza e ridurre gli incidenti

I temi trattati nel seminario organizzato alla Casa dell’Architettura da OAR insieme a OIR, che porta avanti confronto e dialogo tra tutti i soggetti coinvolti: progettisti, committenza, imprese, lavoratori

Puntare sulla qualità dei piani di coordinamento, sulla formazione dei datori di lavoro e dei lavoratori. Mettere a punto un apparato di controllo e prevenzione efficace, che a sanzioni rapide e impattanti dal punto di vista economico, per chi viola le regole, affianchi sistemi incentivanti adeguati per chi le rispetta. Sviluppare la cultura della sicurezza attraverso una organizzazione efficiente e processi di interazione efficaci tra tutti gli attori coinvolti. E che conduca al conseguente riconoscimento, a tutti i livelli, dei costi necessari ad attivare tutte le misure possibili e adeguate per evitare gli incidenti. Creare, dunque, un fronte comune di interazione tra imprese, progettisti, committenza, lavoratori che crei le condizioni giuste per evitare gli infortuni nei cantieri.

Sono alcune delle proposte e riflessioni che sono state al centro del seminario «Infortuni in cantiere – Azioni e proposte dei soggetti in campo», svoltosi lo scorso 20 febbraio alla Casa dell’Architettura e organizzato dall’Ordine degli Architetti di Roma, con il coordinamento scientifico di Roberta Bocca, consigliera OAR, delegata Formazione e coordinatrice Ctf OAR, insieme all’Ordine degli Ingegneri di Roma, coordinatore scientifico Antonio Di Muro, referente area Sicurezza OIR. Un evento – ha detto Bocca, aprendo i lavori – progettato per essere una prima occasione per mettere insieme le azioni e le proposte di tutti i soggetti campo. Per questo, oltre ai professionisti – gli architetti e gli ingegneri che hanno unito le forze per realizzare la giornata, cui ne seguiranno altre – sono stati coinvolti tutti, dal mondo delle imprese a quello del lavoro. L’obiettivo è costruire un fronte compatto in materia di sicurezza, iniziando a costruire proposte concrete».

«Prima di tutto la prevenzione»: così Alessandro Panci, presidente dell’Ordine degli Architetti di Roma ha inquadrato il punto ritenuto focale quando si parla di sicurezza nei cantieri. «Fondamentale è incontrarsi prima di avviare i lavori, definire i percorsi, comprendere i rischi, parlarsi, fare squadra tra tutti i soggetti coinvolti, ciascuno con le proprie competenze. Sappiamo che il rischio zero non può esistere, ma per evitare infortuni sul lavoro creare un clima di fiducia e collaborazione è un aspetto cruciale, dall’impresa al progettista fino al committente. Il quale deve essere consapevole delle scelte e disposto a pagarle». La sicurezza infatti ha dai costi- ha aggiunto -, che vengono valutati e che devono essere riconosciuti». In particolare, per quanto riguarda i progettisti, Panci ha sottolineato come «al lavoro dei progettisti legato alla redazione dei piani sicurezza e coordinamento non può essere applicato alcuno sconto: se la sicurezza è una priorità non è pensabile poter risparmiare su di essa. Bisogna riprendere in mano il proposito che tutto questo entri a far parte di un disegno di legge». Altro aspetto delicato, ha concluso il presidente OAR, sono le tempistiche: «I tempi devono essere quelli giusti anche per programmare la sicurezza. La fretta, le corse contro il tempo – e qui il riferimento è anche agli effetti generati dalle scadenze imposte dal Pnrr o dalle continue novità in ambito Superbonus – spesso genera le condizioni in cui possono avvenire gli incidenti»

La sicurezza «è la priorità», ha ribadito il presidente dell’OIR, Massimo Cerri: «È necessario fissare obiettivi comuni – ha aggiunto -, attivando una sinergia tra le diverse realtà che costituiscono il cantiere e che partecipano alla realizzazione dell’opera. Continuare a impostare una cultura del rischio che forse ancora oggi non è interiorizzata fino in fondo da tutti». Non c’è un tema di costi o tempi che tenga – ha poi sottolineato – «dobbiamo concentrarci su misure preventive e protettive per offrire sempre più garanzie sulla riduzione del rischio. In generale, bisogna considerare che il tempo speso in prevenzione è quello che permette di arrivare all’obiettivo. Piano di sicurezza e coordinamento, piani della sicurezza debbono essere redatti e preventivamente acquisti perché in quei pochi minuti di briefing iniziale dell’attività lavorativa ci assicuriamo di avere a disposizione tutto ciò che serve per la sicurezza, anche nei casi in cui sia necessario procedere spediti»

Punti critici e possibili rimedi, nell’ambito di una ricognizione sulla tematica infortuni in cantiere dal punto di vista del coordinatore della sicurezza, sono stati al centro dell’intervento di Antonio Muro, referente area Sicurezza OIR.   «È necessario abbandonare la logica del fatalismo – ha affermato – ponendo in essere tutte le azioni per far tendere il rischio a zero attraverso azioni concrete. Tutti i soggetti della sicurezza – committente, coordinatore della sicurezza, datore di lavoro e preposto – quando non operano correttamente, sono elementi costituenti di una pericolosa catena incidentale, al termine della quale si sviluppa l’infortunio. È necessario interrompere in tempo tale catena, dove ogni elemento singolarmente non è in grado di generare l’infortunio ma la loro sequenza per un pericolo effetto sinergico può amplificare enormemente il rischio». Su quali elementi, dunque, intervenite prioritariamente? Ecco alcuni delle azioni individuate: «La qualità dei piani di sicurezza (Psc e Pos), che devono acquisire la dignità di un vero e proprio progetto della sicurezza. La formazione efficace dei datori di lavoro e dei lavoratori valorizzando il concetto di organizzazione e della sua gestione. In ultimi, un cambio di mentalità da parte di tutti gli attori del processo: committenti, datori di lavoro e coordinatori, pensando non al mero adempimento formale – ammesso che venga raggiunto – ma alla concreta utilità dei documenti prodotti per garantire la sicurezza dei lavoratori e all’obbligo morale che assumiamo nei loro confronti».

La formazione efficace per i lavoratori, sistemi di gestione della sicurezza sul lavoro (Sgsl): potenzialità e utilità per l’impresa. È stato questo il titolo della relazione di Ferdinando Izzo, architetto attivo nei corsi sicurezza OAR. «La cultura della sicurezza – ha detto – non è la conoscenza e l’applicazione delle norme o almeno, non è solo questa. La cultura della sicurezza è rappresentata dai valori, dagli atteggiamenti, dalla consapevolezza, dalle abilità e dai modelli di comportamento individuali e di gruppo che determinano l’impegno nella gestione della salute e della sicurezza, integrando tale prodotto nel rapporto tra l’organizzazione aziendale e gli individui che ne fanno parte. Pertanto, per sviluppare la cultura della sicurezza è necessaria una efficiente organizzazione e processi di comunicazione e interazione e efficaci tra tutti gli attori coinvolti». Le norme non mancano, ha infine rilevato, «ma l’apparato di controllo e prevenzione non sarà veramente tale fino a quando le sanzioni, da comminare in tempi brevissimi, non incideranno in modo economicamente rilevante e, sopratutto, non verranno parallelamente introdotti sistemi incentivanti adeguati». Necessario sarebbe anche «un permanente e selettivo sistema di finanziamento agevolato delle imprese, permettendo loro sgravi fiscali e contributivi, in funzione sia di un andamento favorevole di infortuni e malattie professionali, sia per investimenti per il miglioramento continuo del livello di sicurezza».

A completare il quadro si sono susseguiti gli interventi degli altri relatori del seminario che, come detto, hanno inquadrato la questione sicurezza e infortuni in un ottica ampia che ha coinvolto l’intera filiera. Dal parere dei comitati paritetici territoriali, illustrato da Gioia Gorgerino, ingegnere e presidente Cefme-Ctp Roma (che ha sottolineato – tra l’latro – come «la bilateralità del settore edile, di derivazione del Ccln e di cui fa parte lo stesso ente bilaterale costituisce, anche dal punto di vista dell’attività di formazione, un fattore essenziale per la prevenzione degli infortuni»); al «ruolo fondamentale della sorveglianza da parte di figure interne all’organizzazione del cantiere» e ai «rapporti con gli organi di sorveglianza istituzionali» spiegati da Gianni Cuoco, architetto attivo nei corsi sicurezza OAR (che si è concentrato proprio sul ruolo del preposto, e degli strumenti a sua disposizione per adempiere agli obblighi di sorveglianza, tra cui «la check list degli adempimenti preventivi di sorveglianza e controllo. Il giornale della sicurezza dove annotare le azioni mese in atto in relazione alle fasi più rischiose delle lavorazioni»); fino al parere delle associazioni imprenditoriali riportato da Francesca Ferrocci, funzionario direzione relazioni industriali Ance (che, illustrando alcuni aspetti del protocollo formazione e sicurezza allegato al verbale in materia sottoscritto nel marzo 2022, ha ribadito l’importanza di concetti chiave come sinergia tra i soggetti coinvolti, cultura della sicurezza e formazione). (FN)

di Francesco Nariello
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