Un Museo che rappresenti – sempre di più – un modello internazionale di sostenibilità, accessibilità e innovazione. È uno degli obiettivi principali del programma di interventi che prende il nome di Grande MAXXI, vero e proprio piano di rigenerazione urbana che procede su più linee di azione in un quartiere – il Flaminio – cruciale per lo sviluppo futuro di Roma. Ieri, 24 settembre, si è svolto un incontro pubblico rivolto a cittadini, professionisti e abitanti del quartiere, che ha visto la partecipazione dei protagonisti del progetto «MAXXI Hub+Green» in occasione della pubblicazione (lo scorso 17 settembre) della gara per la realizzazione dei lavori. A quindici anni dalla inaugurazione dell’opera ideata da Zaha Hadid, prende il via ufficialmente il percorso che porterà alla costruzione di un nuovo edificio multifunzionale e di un parco urbano su via Masaccio – parte integrante del progetto Grande MAXXI – con cui il museo di via Guido Reni aprirà una nuova fase della sua storia. Il cantiere, atteso entro pochi mesi, non segnerà soltanto l’inizio di un’opera pubblica, ma anche un nuovo modo di pensare la città attraverso architettura, natura e partecipazione.
L’incontro pubblico «Grande MAXXI. Verso il cantiere», organizzato in collaborazione con l’Ordine degli Architetti PPC di Roma e provincia, si è svolto presso l’auditorium del museo e ha visto la partecipazione di Maria Emanuela Bruni, presidente Fondazione MAXXI e Francesco Stocchi, direttore artistico del MAXXI, per i saluti istituzionali, e di Margherita Guccione, direttore scientifico Grande MAXXI; Umberto Napolitano cofondatore LAN, progettista; Vittorio Rapisarda Federico, provveditore interregionale per il Lazio l’Abruzzo e la Sardegna, MIT; Maurizio Veloccia, assessore all’Urbanistica di Roma Capitale; Angelo Piero Cappello, direttore generale Creatività Contemporanea del MiC; Mario Avagnina, project manager Grande MAXXI; Benedetta Bonifati, vicepresidente all’edilizia privata di Ance Roma – Acer; e del consigliere dell’Ordine degli Architetti PPC di Roma e provincia, Lorenzo Busnengo, con un focus specifico sull’impegno portato avanti dall’OAR per la promozione dei concorsi di progettazione come strumento principale per garantire qualità progettuale nelle trasformazioni urbane.
Frutto di un concorso, in questo caso «di idee» (del 2022), è il progetto «MAXXI Hub+Green» vinto dal team multidisciplinare composto da LAN (capogruppo), SCAPE Architecture, SNA, Bollinger + Grohmann Ingegneria, ESA Engineering, Franck Boutté Consultants, Bureau Bas Smets, Folia Consulenze. Lo scorso 17 settembre è stata pubblicata la gara di affidamento con procedura aperta (ai sensi dell’art. 71 del D.Lgs. 36/2023) – con criterio di aggiudicazione: offerta economicamente più vantaggiosa – che si chiuderà il 23 ottobre 2025. La procedura – con stazione appaltante il Provveditorato interregionale per il Lazio, l’Abruzzo e la Sardegna – prevede un primo lotto di lavori da oltre 14 milioni di euro, nell’ambito di un piano complessivo da 25,5 milioni, finanziati dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – Direzione Generale per l’Edilizia Statale, le Politiche Abitative, la Riqualificazione Urbana e gli Interventi Speciali. L’avvio del cantiere per la realizzazione del primo lotto di MAXXI Hub+Green è previsto tra la fine del 2025 e gennaio 2026, mentre il completamento dell’intero progetto dovrebbe avvenire entro il 2027.
Il futuro del MAXXI
A ricordare come il nuovo progetto rappresenti una sfida di rigenerazione urbana e culturale, che guarda al futuro del museo e non solo, è stata Maria Emanuela Bruni, presidente della Fondazione MAXXI. «Sono particolarmente soddisfatta che il percorso del Grande MAXXI vada avanti e che siamo ormai vicini ai primi risultati concreti. La rigenerazione verde di Piazza Alighiero Boetti la renderà più accogliente, fruibile e confortevole, con nuovi alberi e verde. E con l’avvio della costruzione del nuovo edificio, comincia a prendere forma il museo del futuro: più green, sostenibile, accessibile e partecipato». Il nuovo MAXXI Hub, sobrio e armonioso – ha poi ricordato – ospiterà spazi di ricerca, formazione e laboratori per il restauro del contemporaneo, oltre a depositi visitabili che renderanno le collezioni vive e accessibili al pubblico. Il tetto giardino sarà un nuovo punto di incontro per la città, un’oasi verde sospesa. Tutto ciò dimostra la vocazione del MAXXI a essere non solo un museo, ma un vero spazio pubblico, parte integrante della vita della comunità».
Qui una parte dell’intervento di Maria Emanuela Bruni
Sulla stessa linea Margherita Guccione, che ha sottolineato il valore strategico del bando di gara: «La pubblicazione della gara rappresenta un passo fondamentale verso la realizzazione del Grande MAXXI. È l’inizio di una fase concreta, che consentirà di ampliare gli spazi del museo e rinnovarne profondamente l’offerta culturale. Il concorso internazionale di idee del 2022 ha raccolto 103 proposte da tutto il mondo e ha premiato quella del gruppo multidisciplinare internazionale che ha saputo interpretare al meglio le esigenze del museo, con un approccio organico e sostenibile. Grande MAXXI non è solo un progetto architettonico, ma un intervento che trasformerà il quartiere Flaminio con nuove aree verdi, una rigenerazione energetica del complesso e percorsi di accessibilità totale, facendo del museo un modello internazionale di innovazione culturale e ambientale».

Il racconto del progetto
La filosofia alla base del progetto, che non è solo un’estensione fisica del museo ma una vera trasformazione urbana, è stata illustrata – anche attraverso le immagini – da Umberto Napolitano, architetto italo-francese e cofondatore di LAN (Local Architecture Network). «Con Grande MAXXI il museo si propone come un forum civico: un luogo aperto e accessibile, sostenibile e inclusivo, dove architettura e natura si intrecciano e la città trova nuove forme di trasformazione».
Il cuore del progetto, ha proseguito, «è il MAXXI Hub: un edificio trasparente, razionale e sobrio che dialoga con le forme fluide di Zaha Hadid senza mai sovrapporsi. Tre livelli organizzati intorno a un grande vuoto centrale, depositi visitabili, laboratori di restauro, spazi per la formazione e per la ricerca digitale. Tutte funzioni che non restano nascoste, ma diventano parte integrante dell’esperienza del visitatore. Il percorso conduce al tetto, dove si apre un giardino botanico sospeso, un’oasi urbana che completa il processo di demineralizzazione e offre un nuovo punto di vista sulla città». Accanto a questo, ha aggiunto, il MAXXI Green: un parco lineare di 7.200 mq con oltre mille nuove piante, giardini e laboratori botanici. Un luogo pensato per restituire superfici permeabili e creare microclimi più vivibili. È una visione che ripensa il ruolo del museo nel quartiere e lo integra nella vita quotidiana di chi lo abita».





Concorsi di progettazione e rigenerazione urbana
L’importanza del concorso di progettazione come strumento di qualità è stato al centro – nella seconda parte dell’evento – dell’intervento di Lorenzo Busnengo, consigliere dell’Ordine degli Architetti di Roma. «In questi anni – ha detto – abbiamo costruito un dialogo importante con il MAXXI e con Roma Capitale, lavorando insieme per innalzare la qualità degli interventi urbani. Grazie al sostegno del Comune, negli ultimi quattro anni sono stati banditi più di venti concorsi di progettazione, che hanno dato vita a opere concrete: dal Piazzale del Verano alla pedonalizzazione di viale delle Olimpiadi, dal nuovo mercato di San Giovanni di Dio al centro culturale di Tor Marancia, da piazza dei Cinquecento al Museo della Scienza, davanti al MAXXI, fino al recupero della Cisterna delle Sette Sale e alla riqualificazione di piazza Cairoli a Velletri.
Il concorso di progettazione – promosso dall’Ordine anche attraverso CAN, Competition Architecture Network, la piattaforma telematica ideata e realizzata dall’OAR – è lo strumento che garantisce qualità, trasparenza e democraticità: l’anonimato dei partecipanti, la composizione qualificata delle giurie e il confronto aperto rappresentano la migliore garanzia per trasformazioni urbane di valore. Ma c’è un altro aspetto fondamentale: il rapporto con i cittadini. Quando i progetti vengono comunicati, condivisi e spiegati, diventano patrimonio collettivo. È così che la città cambia in modo consapevole, con opere che non calano dall’alto, ma che vengono riconosciute e apprezzate dalla comunità».
L’intervento di Lorenzo Busnengo
Sul tema, ponendo l’accento sulla necessità di estendere la qualità architettonica oltre i grandi interventi iconici, è tornato anche Maurizio Veloccia, assessore all’Urbanistica di Roma Capitale, osservando come «si veda finalmente una città che non soltanto si è rimessa in moto, ma che sta facendo le cose e sta cercando di farle bene. È stato molto interessante vedere la carrellata dei concorsi illustrata da Busnengo, perché mette in evidenza un principio importante: la qualità deve essere diffusa e i concorsi di progettazione, che sosteniamo con forza, sono uno strumento fondamentale per riuscirci. Questo non riguarda soltanto grandi opere come il Grande MAXXI o il futuro Museo della Scienza, ma anche interventi più piccoli, che incidono sulla quotidianità delle persone. Portare la qualità nelle piazze, nei mercati, nelle aree periferiche è la vera sfida. Il quadrante Flaminio, dove il MAXXI è stato il motore di una grande innovazione – ha proseguito – «è un laboratorio di questa trasformazione. Oggi il Grande MAXXI rappresenta un’evoluzione rispetto al progetto originario di Zaha Hadid, con un’attenzione forte all’ambiente e al risparmio energetico. Di fronte, la nascita del Museo della Scienza e la riqualificazione dell’area Guido Reni, sono ulteriori tasselli di una sfida enorme: far dialogare architettura, sostenibilità e comunità, per costruire una città più moderna e vivibile».
Una parte della riflessione di Maurizio Veloccia
La parola alle istituzioni e agli attori del processo
A completare la giornata, come detto, gli interventi dei protagonisti e degli attori coinvolti in modo più o meno diretto nel progetto del Grande MAXXI. Se la prima sessione ha visto, come detto, il dialogo tra Margherita Guccione e Umberto Napolitano – moderati da Stefano Bucci, giornalista del Corriere della Sera -, la seconda sessione, moderata da Paola Pierotti, giornalista di PPAN, ha contato su un ampio ventaglio di voci che si sono confrontate sul processo necessario per la realizzazione di una nuova opera pubblica.
A partire da Vittorio Rapisarda Federico, provveditore Interregionale del MIT, che ha confermato l’impegno del Ministero, rimarcando come «il progetto sia l’esito di un percorso virtuoso e condiviso iniziato con il concorso internazionale di idee. Non capita spesso, come in questo caso, che una nuova opera sia nel contempo una sfida architettonica e urbanistica. Oggi, dopo la consegna dell’esecutivo, prende avvio la gara per i lavori che, in poco più di due anni, porterà alla chiusura del cantiere».
Hanno inoltre portato il loro contributo Angelo Piero Cappello, direttore enerale Creatività Contemporanea del MiC, illustrando le strategie e gli interventi per l’arte e l’architettura contemporanee del Ministero; Mario Avagnina, project manager Grande MAXXI, tornando nel dettaglio sugli interventi previsti per la realizzazione di MAXXI Hub+Green; e Benedetta Bonifati, vicepresidente all’edilizia privata di Ance Roma – Acer, che ha espresso il punto di vista dei costruttori. (FN)
Le immagini del progetto: 01_Grande MAXXI, MAXX Hub+Green, render, @LAN Architecture; 02_Grande MAXXI, MAXX Hub+Green, render, @LAN Architecture; 07_Grande MAXXI, MAXXI Hub, Tetto giardino, render, @LAN Architecture; 08_Grande MAXXI, MAXXI Hub , Tetto giardino, render, @LAN Architecture
In copertina: 11_ Grande MAXXI, Linee di Intervento: 1_ MAXXI Hub+Green 2_MAXXI Energy 3_MAXXIxTUTTI