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16 Dicembre 2025

Bilancio preventivo 2026. L’OAR guarda al futuro: centralità della professione, servizi gratuiti agli iscritti e visione di lungo raggio

Tra le sfide da affrontare: gestire gli aumenti di costi dei servizi e continuare a promuovere politiche per l'architettura - Rocchi: «Il futuro che abbiamo davanti è complesso, ma intendiamo affrontarlo come un’unica comunità di architetti»

Un bilancio preventivo orientato a garantire continuità, qualità dei servizi e un rafforzamento del ruolo pubblico dellOrdine, sebbene sia stato redatto in un contesto complesso. È questo il quadro emerso dall’assemblea dell’Ordine degli Architetti PPC di Roma e provincia, che si è svolta ieri, 15 dicembre, nella sede dell’OAR, con la presentazione del bilancio preventivo 2026 ed il confronto con gli iscritti sulle priorità e sugli impegni futuri. L’incontro ha messo in evidenza le principali sfide che l’Ordine è chiamato ad affrontare: l’aumento dei costi dei servizi, in particolare quelli legati a firma digitale e Pec, il calo delle iscrizioni, le cancellazioni – dovute in molti casi a debiti formativi – e la morosità sulle quote di una parte degli iscritti. A fronte di questo scenario, il Consiglio ha ribadito una linea chiara: continuare a garantire servizi gratuiti e di qualità, tutelando la professione e rafforzando il ruolo culturale e istituzionale dell’Ordine.

A delineare l’impostazione complessiva è stato il presidente dell’OAR, Christian Rocchi: «L’obiettivo principale – ha detto – è continuare a garantire servizi gratuiti e di qualità ai nostri iscritti e, allo stesso tempo, rafforzare in chiave strategica un sistema di comunicazione integrata che consenta all’Ordine di essere un interlocutore politico autorevole. Il raggiungimento di questo traguardo permetterà di sostenere una visione dellarchitettura come strumento centrale di trasformazione delle nostre città e, di conseguenza, di riaffermare la centralità della figura dellarchitetto come progettista e coordinatore delle professionalità necessarie ai processi di rigenerazione e pianificazione urbana».

Nel corso dell’assemblea sono state illustrate nel dettaglio le voci di spesa e le scelte operate dal Consiglio, a partire da una razionalizzazione dei costi che ha interessato diversi capitoli, ma senza intaccare i servizi fondamentali: consulenza, formazione continua, Pec e firma digitale. Una scelta che ha portato a un aumento contenuto della quota di iscrizione, pari a 15 euro, ritenuto preferibile rispetto a qualsiasi ipotesi di riduzione o eliminazione dei servizi gratuiti, anche considerando che il solo costo per singolo architetto della firma digitale sarebbe stato pari a 35 euro.

A entrare nel merito è stato il tesoriere dell’OAR, Carlo Zaffina, che ha ricostruito il quadro economico e le motivazioni delle decisioni assunte. «Il calo degli iscritti – ha spiegato – è un dato reale che ha avuto un impatto economico significativo. Ma anche di fronte all’aumento delle spese abbiamo voluto mantenere un livello di servizi completo per gli iscritti, chiedendo un piccolo sforzo in più. Nonostante l’aumento minimo della quota, l’importo resta comunque inferiore rispetto al livello della maggior parte degli altri Ordini provinciali». Zaffina ha ricordato come le spese fisse siano cresciute per diversi fattori, «che incidono in modo strutturale sul bilancio. L’aggiornamento legato al contratto pubblico, l’adeguamento dell’organico anche in base a piano pensionamenti e nuove assunzioni, la gestione della morosità, e – non ultimo – gli aumenti dei costi per la firma digitale, che da soli pesa per oltre il 50% sull’incremento della quota. Per questo il Consiglio ha dovuto optare per un aumento minimo: l’alternativa, che non è mai stata la volontà dell’attuale Consiglio, sarebbe stata ridurre o tagliare i servizi». Linvestimento, ha sottolineato il tesoriere, resta orientato a rafforzare il ruolo dellOrdine: «Stiamo continuando a puntare sui servizi per gli iscritti, sulla comunicazione e soprattutto sulla formazione, che è uno strumento fondamentale di tutela del professionista. L’Ordine non si limita ad erogare servizi: c’è una dimensione culturale essenziale, portata avanti anche grazie al lavoro delle commissioni OAR, che sono il motore degli eventi formativi, dei webinar e del dialogo con i professionisti». 

Sulla stessa linea la riflessione di Alice Buzzone, segretaria OAR, che rimarca come il bilancio «rappresenti un passaggio cruciale, che ha richiesto un forte impegno di responsabilità. Abbiamo lavorato per ottimizzare i costi interni, rivedere i compensi e razionalizzare le Commissioni – spiega -, mantenendone l’efficacia rispetto agli obiettivi politici. L’Ordine continua inoltre a garantire numerosi servizi gratuiti, dalle consulenze tematiche all’offerta formativa, che in molti Ordini è a pagamento».

Dall’assemblea è quindi emerso un messaggio di responsabilità e coesione, con la presentazione di un bilancio che guarda al futuro, in una fase decisiva per le professioni ordinistiche. «Ci troviamo in un momento chiave: sul tavolo del legislatore è infatti presente la delega per la riforma del sistema di garanzia sociale rappresentato dagli Ordini», ha sottolineato il presidente Rocchi, che ha concluso: «Il futuro che abbiamo davanti è complesso, ma intendiamo affrontarlo come ununica comunità di architetti». (FN)

di Redazione OAR
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