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Architettura
13 Aprile 2024

Il caso Umbria: ricostruire dopo un sisma si può

Al via il quinto incontro sul tema della ricostruzione post sisma nel Centro Italia organizzato dal nucleo Ricostruzione della commissione Protezione civile OAR, coordinato da Carlo Zaffina.

Dopo Amatrice, Abruzzo, Camerino ed Emilia-Romagna, è la volta dell’Umbria, anch’essa colpita da terremoti rilevanti in tempi recenti, ovvero nel 1997 e nel 2016-2017.

“L’importanza dell’applicazione su diverse aree territoriali non consiste solo nella conoscenza delle peculiarità locali, ma nel confronto tra diverse esperienze – osserva Alessandro Panci | Presidente dell’Ordine degli Architetti PPC di Roma – La Commissione Protezione Civile nasce con l’obiettivo di diffondere una cultura della prevenzione, oltre che dell’emergenza, che coinvolga gli architetti e la popolazione intera. Lavorare in tempo di pace con adeguate attività preventive, ottimizza e valorizza la risposta che viene data in fase emergenziale”.

Un processo complesso quella della ricostruzione post sisma, tenendo presente che non sarà mai possibile rendere l’edificato sicuro in assoluto: la caratteristica antisismica non significa che il costruito non sia danneggiato da eventi sismici, ma che conservi una resistenza residua ai carichi verticali tale da permettere alle persone di uscirne indenni.

Imparare a convivere con la faglia del Monte Vettore, e non solo, è doveroso per non vedersi ripetere eventi tragici, ben impressi nella nostra memoria.

Innovativo l’intervento previsto a Castelluccio di Norcia, borgo famoso per la coltivazione della lenticchia, la cui ricostruzione avviene attraverso una piastra su circa 300 isolatori antisismici, che segue l’orografia del territorio, per una superficie complessiva di circa 6.000 mq su cui ha luogo la ricostruzione, in una forte connessione tra iniziativa pubblica e privata.

La ricostruzione del Borgo Castellare di Sasso di Valtopina, situato tra Valtopina e Foligno, ha invece aderito ad una procedura a diverse scale di azione, in conformità con quanto previsto dalle norme regionali post sisma del 1997: da quella programmatica (Programma di recupero urbano | PRU), a quella della riurbanizzazione (Programma integrato di recupero | PIR) fino a quella operativa. Tra il 1998 e i primi anni del 2000, gli interventi sono stati realizzati con la costituzione di un consorzio, a cui afferivano tutte le unità minime di intervento. Una metodologia che ha portato alla riqualificazione completa della cittadina.

Le demolizioni e ricostruzioni necessarie in seguito a sismi tanto distruttivi passano anche per realizzazioni temporanee che delocalizzano le attività. Subentrano così moduli con sistemi di montaggio codificati, che meccanizzano tempi, costi e manodopera, in un’ottica di controllo e razionalizzazione dei processi. E’ il caso della ricollocazione temporanea delle attività ristorative del Comune di Norcia, in seguito al sisma del 2016. Fornire la possibilità di mantenere il lavoro in zona, contribuisce a mitigare lo spopolamento dei centri colpiti da catastrofi e infonde speranza in una parvenza di normale quotidianità.

In uno scenario di distruzione come quello post terremoto, fondamentale diventano anche i Centri di Comunità, che fungono da presidi di emergenza e informazione per la popolazione, profondamente colpita dagli eventi. Anche qui la modularità e la facilità di costruzione sono prioritari, purchè si garantisca la flessibilità delle soluzioni per meglio assecondare le funzioni di volta in volta necessarie.

Complessa la progettazione del centro storico di Nocera Umbra per la riparazione dei danni ed il miglioramento sismico dei fabbricati danneggiati dal sisma del 29 settembre 1997. Numerose le indagini geologiche, fessurative ed altimetriche da coniugare in maniera il più organica possibile con il ricco patrimonio ambientale e storico-artistico, come la cinta muraria ed il complesso architettonico dei portici e della Chiesa di S. Filippo.

Di notevole rilevanza anche le mura urbiche della città di Norcia, risalenti all’epoca romana, ma rimaneggiate molte volte nel corso della storia. In seguito al terremoto del 2016, i privati, con il beneplacito del Comune, si sono attivati per il recupero e la salvaguardia del centro cittadino, conseguendo un ottimo risultato.

di Giulia Villani

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