Presentati gli esiti del concorso di progettazione per il «Nuovo Polo dei Laboratori Rita Levi Montalcini» dello Spallanzani: a conquistare il primo posto è stato il gruppo composto dai progettisti Giacomo Tomidei (Tanaka | Tomidei; capogruppo) ed Alessandro Garzanti, autori di un progetto che coniuga innovazione, funzionalità e una forte identità architettonica. I risultati della procedura concorsuale sono stati resi noti ieri, 31 ottobre 2025, in una conferenza stampa che si è svolta presso l’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive IRCCS di Roma di via Portuense. Il concorso – pubblicato e gestito su CAN – Competition Architecture Network, la piattaforma telematica realizzata e messa a disposizione ddall’Ordine dagli Architetti PPC di Roma e provincia (qui la pagina dedicata: LINK) -, ha una rilevanza sia dal punto di vista scientifico che urbanistico, rappresentando un passaggio decisivo per la crescita e l’evoluzione dell’importante centro italiano dedicato alle malattie infettive e alle emergenze sanitarie.
Attraverso il bando è stato selezionato un progetto di fattibilità tecnico-economica (Pfte) per la creazione di un vero e proprio polo integrato di ricerca e diagnostica all’interno del complesso dello Spallanzani. Il nuovo centro «Rita Levi Montalcini» sarà destinato a ospitare laboratori di livello avanzato per la ricerca biomedica, spazi per la sperimentazione e ambienti dedicati alla formazione e alla collaborazione interdisciplinare. L’intento è quello di riunire in un unico organismo architettonico funzioni oggi distribuite in diversi edifici – tra cui i Padiglioni Baglivi, Del Vecchio e l’Alto Isolamento – creando un campus scientifico moderno, efficiente e sostenibile, concepito secondo criteri di sicurezza, comfort e integrazione ambientale. Il nuovo polo dovrà diventare un punto di riferimento non solo per la ricerca e la sanità pubblica, ma anche un luogo di relazione e innovazione, aperto alla città e capace di dialogare con il tessuto urbano e con la comunità scientifica internazionale. Il completamento delle successive fasi di progettazione e l’avvio dei lavori sono previsti entro il 2026. Il costo stimato per la realizzazione dell’opera (compresi oneri sicurezza) è di 9,6 milioni di euro.
La classifica del concorso (graduatoria provvisoria in attesa di conferma definitiva a seguito delle verifiche amministrative) è la seguente:
Primo posto
Giacomo Tomidei (Tanaka | Tomidei) – progettista (capogruppo); Alessandro Garzanti – progettista
Secondo posto
Sossio De Vita (Sdv Srl) – progettista (capogruppo); Edoardo Capuzzo Dolcetta (Aut Aut Architettura) – progettista; Giuseppe Chiariello – progettista
Terzo posto
Alberto Muffato (Sinergo Spa) – progettista (capogruppo); Tobia Davanzo – progettista; Paolo Migliori – progettista
Menzione d’onore
Alberto Pietroforte – progettista (capogruppo); Sergio Giuseppini (Stimp Srl) – progettista; Fabio Magliocchetti – progettista; Norberto Mincarone – progettista; Maurizio Moscato (Msm Ingegneri Associati) – progettista; Valentina Spogli – progettista
Al vincitore è assegnato un premio di 240.657,01 euro (oltre Iva e contributi previdenziali); mentre ai secondi e terzi classificati spettano, rispettivamente, rimborsi spese di 30mila e 15mila euro
Il video sul concorso e sul progetto vincitore diffuso nel corso della conferenza stampa
La conferenza stampa
«È una giornata davvero importante — ha detto Cristina Matranga, direttore generale dello Spallanzani, in apertura della conferenza stampa — perché vengono resi noti gli esiti di questo significativo concorso di progettazione. Desidero ringraziare l’Ordine degli Architetti e l’Ordine degli Ingegneri per la preziosa collaborazione che ci ha portato a raggiungere questo risultato». Il risultato è importante, ha poi spiegato, «perché rappresenta il futuro dello Spallanzani: la realizzazione di un nuovo polo dei laboratori, che abbiamo voluto intitolare a Rita Levi Montalcini e che diventerà la vera e propria casa della ricerca del nostro istituto. Attualmente i laboratori sono distribuiti in due padiglioni separati — ha concluso Matranga — ma questa frammentazione non è più coerente con le esigenze della medicina di laboratorio contemporanea. Il nuovo polo, collegato alle strutture preesistenti, risponderà invece pienamente alle necessità della ricerca moderna, rappresentando un passo decisivo verso il futuro dello Spallanzani.»
La video intervista a Cristina Matranga
L’intera procedura – come detto – si è svolta in modalità digitale, grazie alla piattaforma CAN – Competition Architecture Network, progettata e gestita dall’Ordine degli Architetti di Roma per garantire trasparenza, tracciabilità e anonimato durante tutte le fasi concorsuali. Si conferma ancora una volta l’impegno dell’OAR nel promuovere il concorso di progettazione come motore di qualità progettuale, mettendo la tecnologia al servizio dell’interesse pubblico e della valorizzazione del ruolo degli architetti.
Il risultato del concorso di progettazione per il nuovo padiglione dedicato alla ricerca e ai laboratori dello Spallanzani, ha spiegato Lorenzo Busnengo, vicepresidente OAR con delega ai concorsi – «è il frutto di una collaborazione virtuosa con l’Irccs Spallanzani, resa possibile grazie alla piattaforma telematica CAN dell’Ordine e al lavoro dell’Area Concorsi OAR, che ha accompagnato tutte le fasi fino all’individuazione del progetto vincitore. Accanto alla straordinaria attività di ricerca medico-scientifica portata avanti dallo Spallanzani – ha aggiunto – il nuovo edificio rappresenterà un segnale di trasformazione e innovazione, tanto nel campo della scienza quanto in quello dell’architettura contemporanea, con una ricaduta importante a livello cittadino, nazionale e internazionale». Ancora una volta, ha concluso il vicepresidente OAR, «si è portato a compimento un concorso di progettazione fondato sulla trasparenza e sulla democraticità del risultato, valorizzando la qualità e il merito professionale. In questo caso, a vincere è stato un giovane studio di architetti torinesi, e questo ci rende ancor più orgogliosi, perché conferma la vitalità e il talento delle nuove generazioni di progettisti italiani».
La video riflessione di Lorenzo Busnengo
Sulla stessa linea Michele Colletta, consigliere dell’Ordine degli Ingegneri di Roma (OIR), che ha promosso il concorso in sinergia con l’OAR. «Il concorso di progettazione – ha affermato – è uno strumento che genera una sana competizione tra professionisti, e la competizione, quando è ben regolata e trasparente, porta sempre le migliori energie e competenze a esprimersi. Lo dimostra anche il progetto vincitore di questo concorso, firmato da un gruppo giovane di progettisti: segno che dare spazio alle nuove generazioni significa favorire idee fresche, consapevoli e capaci di interpretare i valori contemporanei della progettazione». Oggi, ha aggiunto, «il tema non è più soltanto quello di creare edifici sostenibili, ma di costruire sostenibilità. Ogni progetto deve portare benefici al contesto più ampio in cui si inserisce».
Il video di Michele Colletta
Partecipazione e qualità: il racconto del concorso
Alla gara hanno partecipato 73 gruppi di progettazione, valutati da una commissione di alto profilo, presieduta dall’architetto Giancarlo Mazzanti, affiancato da Maurizio Simmaco, Fabrizio Maggi, Mauro Lauretti e Silvia Sergio.
L’esito del concorso è stato commentato da Giancarlo Mazzanti, l’architetto colombo-italiano che è stato il presidente della Giuria: «Posso dire che siamo giunti a un vincitore di grande qualità – ha affermato -. I concorsi di architettura nascono proprio per individuare le proposte più innovative, e questo progetto lo è davvero: è innovativo nella concezione, nel linguaggio architettonico, nella sostenibilità e nella funzionalità. È un progetto che interpreta perfettamente la natura del luogo che lo ospiterà — un laboratorio di ricerca — e che, per la sua visione e la sua forza espressiva, rappresenta anche una proposta nuova e significativa nel panorama italiano».
L’intera procedura è stata seguita dall’Area Concorsi OAR, il cui direttore Mattia Darò, coordinatore del concorso per il nuovo polo dei laboratori dello Spallanzani, ha espresso grande soddisfazione sul fronte della partecipazione e della qualità ottenute: «Ben 73 proposte pervenute, tutte di altissimo livello, e tre progetti premiati che testimoniano l’eccellenza della partecipazione», ha rimarcato, esprimendo un «sincero plauso alla stazione appaltante per la determinazione con cui ha scelto di percorrere la strada del concorso di progettazione. In Italia non è sempre facile convincere le amministrazioni ad adottare questa procedura, ma quando ciò accade, come in questo caso, rappresenta un successo per tutta la comunità professionale».
Qui l’intervista a Giancarlo Mazzanti e Mattia Darò
Il progetto vincitore: architettura, paesaggio e socialità
Il progetto vincitore – che sarà raccontato insieme agli altri progetti premiati e alle altre proposte pervenute nell’ambito di un evento che si svolgerà nei prossimi mesi alla Casa dell’Architettura, sede dell’OAR – è stato brevemente illustrato, nel corso della conferenza stampa, dagli autori: l’architetto Giacomo Tomidei (Tanaka | Tomidei), capogruppo, e l’ingegnere Alessandro Garzanti, che ne hanno sottolineato la portata innovativa. La proposta progettuale si è distinto per la qualità architettonica, la chiarezza compositiva e il dialogo equilibrato tra spazi interni ed esterni. L’integrazione del verde è interpretata come elemento vitale e identitario: un tessuto naturale che accompagna le funzioni laboratoristiche e restituisce spazi di relazione e pausa, favorendo la socialità e il benessere di chi lavora nella ricerca. La proposta si articola su un doppio volume sfalsato che si apre verso una piazza pubblica, concepita come luogo di incontro e simbolo di trasparenza tra scienza e cittadinanza. Il complesso si connette, attraverso percorsi ipogei e passerelle sopraelevate, con l’edificio dell’Alto Isolamento, creando una rete organica di spazi e funzioni. La giuria ha sottolineato come il progetto esprima un linguaggio architettonico contemporaneo e riconoscibile, capace di trasmettere la vocazione tecnologica e scientifica del luogo senza rinunciare a una dimensione umana e accogliente. (FN)





