Il rapporto tra rischio di incendio e beni architettonici, storici e moderni, al centro del confronto tecnico e multidisciplinare. Con una occasione di formazione di alto profilo e grande valore, che tiene insieme professione, mondo della ricerca e istituzioni. È questo il senso dell’incontro «Beni Architettonici e Sicurezza Tecnica – Attualità e dimensioni del tema», in programma domani, 11 dicembre 2025 (ore 8.45-13.45), presso l’Istituto Superiore Antincendi (via del Commercio 13, Roma). L’evento – organizzato in collaborazione tra Ordine degli Architetti PPC di Roma e provincia, Sapienza Università di Roma e Dipartimento dei Vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile, con il coordinamento scientifico di Carlo Zaffina (OAR), Piero Cimbolli Spagnesi (Sapienza) e Lavinia Montanini (VVF) – approfondisce il tema della sicurezza e dell’analisi del rischio d’incendio nell’ambiente costruito, con particolare attenzione agli edifici storici e ai contesti monumentali dove la valutazione in termini di sicurezza richiede approcci specifici e integrati. La partecipazione è gratuita per gli iscritti OAR, con registrazione obbligatoria su formazione.architettiroma.it, e consente di acquisire 4 crediti formativi professionali (Cfp).
«Quando si parla di sicurezza nei Beni Culturali – e quindi negli ambienti tutelati che costituiscono il nostro patrimonio – è indispensabile adottare un approccio specifico, rigoroso e consapevole della loro unicità», afferma Carlo Zaffina, tesoriere dell’Ordine degli Architetti PPC di Roma e provincia, con delega sicurezza e antincendio, e coordinatore del gruppo di Protezione civile OAR, che prosegue: «È esattamente questo il motivo per cui come Ordine portiamo avanti momenti di approfondimento come quello di oggi: perché il tecnico, e in particolare l’architetto, possiede le competenze necessarie per operare in contesti complessi e delicati, contribuendo in modo qualificato alla progettazione e alla gestione della sicurezza. Chi meglio degli architetti può intervenire in questi luoghi, con cognizione dei vincoli e rispetto del valore storico e identitario che custodiscono? Parliamo, nello specifico, di interventi che devono rispondere alle esigenze connesse alla prevenzione incendi, ma che allo stesso tempo impongono sensibilità e accortezze che solo un professionista formato alla tutela del bene può garantire. Ed è proprio qui che la collaborazione tra Università La Sapienza, Ordine degli Architetti e Dipartimento dei Vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile diventa determinante: mettere insieme ricerca, professione e istituzioni significa costruire un sistema di competenze davvero efficace». L’incontro in programma domani, 11 dicembre – osserva Zaffina – «rappresenta quindi un’occasione di formazione di grande valore per tutti gli iscritti, nell’ottica di una sempre più ampia divulgazione dei temi della sicurezza e della prevenzione, con particolare attenzione alla protezione antincendio. L’obiettivo è formare i nostri colleghi nel modo più completo. E naturalmente – conclude – questo è solo uno degli appuntamenti che continueremo a proporre: negli anni passati abbiamo già avviato numerose iniziative come Commissione Protezione Civile OAR, e il nostro impegno proseguirà con eventi e percorsi sempre più strutturati».
La locandina
Il programma: un percorso attraverso ricerca, casi studio e sperimentazioni
I lavori si apriranno con i saluti istituzionali, affidati ad Alessandro Tortorella, Prefetto, direttore centrale degli Affari dei Culti – Ministero dell’Interno, Simone Quilici, direttore del Parco Archeologico del Colosseo, e Carlo Zaffina, Tesoriere OAR e coordinatore Protezione Civile e Antincendio dell’Ordine. Un’introduzione che non solo colloca l’iniziativa nel quadro della collaborazione tra istituzioni, ricerca e professioni tecniche, ma ribadisce l’urgenza di un approccio multidisciplinare ai temi della sicurezza nei beni architettonici.
La giornata entrerà nel vivo con l’intervento di Piero Cimbolli Spagnesi, di Sapienza Università di Roma, che offrirà una ricognizione dello «stato delle cose» rispetto ai rischi naturali e antropici che interessano il patrimonio architettonico. La sua analisi si concentra sull’aumento dell’esposizione al rischio idrogeologico generato sia dal consumo di suolo sia dall’intensificazione dei fenomeni meteorologici estremi, effetti diretti dei cambiamenti climatici del primo ventennio del XXI secolo. A ciò si aggiunge l’incremento della vulnerabilità sismica dei centri abitati e la crescita dei rischi antropici, connessi al riemergere di conflitti in Europa: dinamiche che, negli ultimi decenni, hanno portato alla distruzione di beni architettonici considerati simboli identitari, come in Jugoslavia e in Ucraina. Il contributo di Cimbolli Spagnesi intende così delineare possibili nuove missioni del soccorso tecnico urgente, chiamato a operare su un patrimonio sempre più complesso e fragile.
A seguire, Marcello Marzoli del Dipartimento dei Vigili del Fuoco e Barbara Nazzaro del Parco Archeologico del Colosseo, presenteranno la prima applicazione sperimentale dei modelli di evacuazione di massa al sistema delle vie d’esodo del Colosseo in epoca romana, un’attività avviata grazie alla convenzione PArCo–VVF del luglio 2025. L’intervento illustrerà le difficoltà legate alla ricostruzione delle geometrie originali delle vie d’esodo, soprattutto per i livelli superiori dell’anfiteatro, e alle incognite sulla composizione e sul comportamento della popolazione antica in situazioni di emergenza. Verranno discussi i risultati preliminari della modellazione, condotta sul passaggio dal secondo al primo ordine, con l’obiettivo di ottenere indicazioni sulla fattibilità di una misurazione attendibile del “massimo flusso” e, in prospettiva, elementi utili alla stima storica della capienza effettiva del monumento.
Il contributo di Alberto Capitanucci, della Fabbrica di San Pietro, sarà dedicato al celebre baldacchino berniniano. Attraverso documenti d’archivio e avanzate tecniche di digitalizzazione tridimensionale, verrà ripercorsa la complessità costruttiva dell’opera, dalle fondazioni fino agli elementi più alti del fastigio. Capitanucci analizzerà in particolare la soluzione tecnica adottata per le colonne, composte da otto elementi in bronzo uniti da un sistema di connessioni meccaniche poi riempite in opera cementizia: una testimonianza esemplare della capacità di Gian Lorenzo Bernini di tradurre un’ambizione formale in un organismo strutturalmente coerente e moderno.
Una lettura stratigrafica degli arredi della Chiesa del Gesù a Roma, sarà offerta dall’ingegnere Marco Riso, mettendo in evidenza il modo in cui materiali e tecniche realizzative raccontino trasformazioni di gusto, liturgia e impostazioni artistiche succedutesi nel corso di quattro secoli. L’intervento mostrerà come gli arredi, da elementi mobili, si siano progressivamente integrati nell’architettura fino a diventarne parte strutturale e scenografica, culminando nella Cappella di Sant’Ignazio. Particolare attenzione sarà dedicata alle vulnerabilità dei materiali—dorature, legni intagliati, tessuti, bronzi, marmi policromi—e alla necessità di modelli di prevenzione basati su diagnosi approfondite e tutela attiva.
La riflessione sulla chiesa del Gesù proseguirà con gli interventi di Stefano Marsella, Maria Maio e Giuseppe Scolaro del Dipartimento dei Vigili del Fuoco, dedicati alla valutazione del rischio di incendio nei grandi edifici di culto. Gli autori illustreranno le ricerche preliminari sugli effetti dei prodotti della combustione sugli apparati decorativi non strutturali, evidenziando come i danni più gravi, in caso di incendio, possano derivare proprio da alterazioni dell’aspetto interno, anche in assenza di compromissioni strutturali. La presentazione offrirà un quadro dei materiali decorativi presenti e delle loro reazioni al fuoco, delineando un approccio alla valutazione del rischio che tenga conto della fragilità estetica e identitaria del bene.
Il tema dell’architettura moderna e delle sale storiche per il pubblico spettacolo, dove tutela, rifunzionalizzazione e adeguamento alle prescrizioni antincendio devono convivere sarà invece al centro della relazione di Maria Grazia Turco, docente della Sapienza. L’intervento analizzerà casi esemplari—dal Ringtheater al Regio di Torino, dalla Fenice al Petruzzelli fino ai cinema Universal e Statuto—per mostrare come incendi ed eventi distruttivi abbiano ridefinito le normative, l’approccio progettuale e la necessità di conciliare performance acustiche, esigenze ergonomiche e vincoli storici con le più attuali misure di sicurezza.
La parola passerà poi a Carmen Vincenza Manfredi, docente della Sapienza, che approfondirà il tema del rischio nascosto nei cantinati e nei sottotetti degli edifici vincolati. La relazione partirà da casi documentati per mostrare come la propagazione silenziosa del fuoco in queste zone—spesso ingombrate da materiali infiammabili accumulati nei secoli e attraversate da impianti tecnologici più recenti—abbia determinato eventi distruttivi. Manfredi insisterà sull’importanza della ricerca storica come passaggio imprescindibile della valutazione del rischio, in linea con le Nta 2018, per evidenziare trasformazioni strutturali, geometriche e funzionali che possono incidere sul comportamento dell’edificio in caso di incendio.
L’ultimo intervento in programma, prima del dibattito aperto fra tutti i relatori e il pubblico, sarà affidato a Fabrizio Di Marco, docente della Sapienza, che discuterà gli effetti sulla monumentalità romana delle sequenze sismiche avvenute in Italia centrale nel 1703 e nel 1915. Attraverso i dati dei principali database storici dell’Ingv e documenti provenienti dall’Archivio Storico Capitolino e dal Genio Civile, Di Marco ricostruirà l’entità dei danni e le tecniche di riparazione adottate, mettendo in luce criticità, soluzioni e metodologie che ancora oggi rappresentano una base di conoscenza fondamentale per la conservazione del patrimonio monumentale in ambito sismico. (FN)
Il programma completo dell’evento