ATTIVITà DELL'ORDINE

Professione
02 Dicembre 2025

Assemblea straordinaria OAR: ascolto, dialogo, azioni – Focus sulla riforma degli ordinamenti professionali

Un incontro aperto a tutti gli iscritti, momento collettivo di confronto e riflessione, a partire dalla riforma degli ordinamenti alla luce del Ddl di delega al Governo - Grande partecipazione alla Casa dell’Architettura - Presenti i presidenti emeriti OAR - Rocchi: «Necessario aprire un dibattito ampio che chiarisca il senso stesso delle professioni ordinamentate»

La trasformazione degli ordinamenti professionali, il valore sociale delle professioni tecniche, la necessità di una rappresentanza istituzionale solida, la revisione dei percorsi formativi e abilitanti, il rapporto con le nuove tecnologie. Sono alcuni dei temi che sono stati al centro dell’assemblea straordinaria convocata dallOrdine degli Architetti PPC di Roma e provincia lo scorso 28 novembre alla Casa dell’Architettura. Un incontro aperto a tutti gli iscritti, pensato come momento collettivo di confronto e riflessione, a partire dal Disegno di Legge recante delega al Governo «per la riforma degli ordinamenti professionali». In momento storico segnato da profondi cambiamenti – tecnologici, normativi, culturali – l’OAR ha chiamato gli architetti romani al confronto, creando una occasione di partecipazione e condivisione, con l’obiettivo di rafforzare consapevolezza sul ruolo della professione come presidio di interesse pubblico, garanzia per la qualità dellambiente costruito e attore imprescindibile nei processi di sviluppo e innovazione del Paese. La risposta c’è stata, con la sala centrale della Casa dellArchitettura che si è riempita, confermando l’esigenza diffusa di un confronto ampio e condiviso.

L’evento – che ha avuto il coordinamento scientifico di Maria Costanza Pierdominici, vicepresidente OAR –  si è sviluppato con interventi, analisi e dibattiti attorno ai nodi centrali della riforma, non solo da un punto di vista tecnico, ma di confronto ampio – attraverso la partecipazione degli iscritti – quelle questioni che interessano la professione.

Si è avviato, «un percorso non si chiude qui», ha ribadito il presidente dell’Ordine degli Architetti di Roma, Christian Rocchi, ricordando «la sintesi dei lavori della giornata e dei suoi sviluppi sarà portata ai tavoli nazionali di confronto con le altre professioni e utilizzata per definire le azioni più opportune». A introdurre l’assemblea è stato proprio il presidente Rocchi, ripercorrendo le ragioni che hanno portato alla convocazione, attraverso una lettura dell’attuale scenario normativo. Ricordando innanzitutto come la riforma degli ordinamenti rappresenti un passaggio delicato, «che non può essere affrontato senza una riflessione sulla storia recente della professione: la legge Monti ha trasformato radicalmente l’ordinamento – ha ricordato -, orientandolo verso una visione che avvicinava le professioni a imprese in competizione permanente. Ci era stato detto che questa impostazione avrebbe generato progresso sociale: dopo tredici anni, tuttavia, possiamo dire che questo miglioramento non si è verificato. Prima di intervenire di nuovo sulla professioni riteniamo sarebbe stato necessario un approfondimento sullevoluzione che queste hanno attraversato». Occorre dunque affrontare il ragionamento sul disegno di legge Nordio–Calderone «con lucidità e consapevolezza: l’assemblea straordinaria nasce proprio dalla necessità di aprire un dibattito ampio, che chiarisca il senso stesso delle professioni ordinamentate, anche nell’ambito delle sfide attuali: da quelle imposte dalle nuove tecnologie alla diminuzione del numero dei professionisti ordinamentati. Dobbiamo chiederci chi siamo, perché siamo nati, cosa siamo diventati e quale trasformazione il legislatore si appresta a introdurre». I principi ispiratori di qualsiasi riforma, ha ribadito Rocchi, «devono muovere dalla solidarietà sociale, dalla tutela dellambiente e del patrimonio, dal miglioramento progressivo del Paese e dalla rimozione degli ostacoli che impediscono la partecipazione dei cittadini. Il nostro contributo, come architetti, è parte essenziale di questo cammino».

Un brano dell’intervento di Christian Rocchi

Rocchi ha infine introdotto l’intervento da remoto di Renato Natale, già sindaco di Casal di Principe ed esponente impegnato nella valorizzazione etica e sociale dei territori più fragili. La sua presenza – ricordata nell’introduzione come un «cammeo necessario» – ha portato il dibattito su un piano più ampio: quello di una società che, nel ridefinire le professioni, ridefinisce anche sé stessa e le sue priorità, a partire dal senso civico.

La testimonianza integrale di Renato Natale

Le riflessioni dei presidenti emeriti OAR: memoria, responsabilità, visione

L’assemblea ha visto la partecipazione di figure storiche dellOrdine degli Architetti di Roma, i presidenti emeriti dell’OAR: una nomina che, in base alla modifica del Regolamento Interno di Consiglio approvata lo scorso ottobre (Prot. PU 2395 / 2025-10-29), spetta a tutti i presidenti che hanno ricoperto tale carica in passato, «a testimonianza della stima, della gratitudine e del riconoscimento per l’impegno profuso a beneficio dell’Istituzione e del Paese». Presenti Giovanni Carlo Busiri Vici, Giancarlo Capolei, Amedeo Schiattarella, Arturo Livio Sacchi e Alessandro Panci, che con le loro testimonianze e riflessioni hanno arricchito e sviluppato i temi al centro della giornata.

«Quando ho iniziato a fare l’architetto – ha raccontato Giancarlo Capolei – l’Ordine riusciva a tutelare sia gli architetti, sia i committenti. Successivamente, il venir meno della deontologia e dei minimi inderogabili ha indebolito lintero sistema. Senza compensi adeguati, tuttavia, la qualità dell’architettura – che dovrebbe essere sempre alta – si abbassa, e con essa si deteriora il territorio. Il rischio è che, con ribassi insostenibili, molti professionisti non possano più sopravvivere».

L’intervista a Giancarlo Capolei

Amedeo Schiattarella ha rimarcato come l’ordine professionale «nasca per tutelare la comunità, non per amministrare una semplice attività economica. Quando la professione viene ricondotta a un settore merceologico qualsiasi, quando si cancellano deontologia e minimi tariffari, il danno non è per gli architetti, ma per la comunità. La nostra attività ha una base etica che non può essere sacrificata alla logica dei ribassi».

La riflessione di Amedeo Schiattarella

«Più di cinquant’anni fa – ha ricordato Gianni Ascarelli – ho creato uno studio in forma di impresa: non vedo contraddizione tra impresa e professione se lobiettivo è la qualità dellarchitettura e il servizio alla società. Ma la qualità richiede tempo, studio, esperienza, capacità di sentire i materiali, i luoghi, la storia. Dopo l’università occorre un lungo periodo di apprendistato e consapevolezza. Solo così l’architettura diventa un atto responsabile e autentico».

L’intervento di Gianni Ascarelli

«Listanza etica, richiamata dal presidente Rocchi, è centrale», ha osservato Livio Sacchi. «Non dobbiamo avere paura dellinnovazione – ha aggiunto – : intelligenza artificiale e digitalizzazione non sono nemici, ma strumenti che possono rendere la nostra professione più forte e più competitiva. L’Italia non deve essere solo portatrice di un grande passato, ma di un grande presente e futuro architettonico».

Le parole di Livio Sacchi

«Il ruolo sociale degli architetti è fondamentale – ha infine sottolineato Alessandro Panci -: abbiamo bisogno che questa riforma riconosca l’importanza di professionisti capaci di lavorare per il bene delle comunità. Ma dobbiamo anche confrontarci con la complessità: quindici categorie, competenze diverse, visioni diverse. Equo compenso, rappresentanza, ruoli sociali: sono temi che per noi hanno un significato preciso. Il governo si è dato due anni; noi architetti dobbiamo essere presenti e protagonisti».

Il video completo di Alessandro Panci

Analisi, interventi, partecipazione

Il programma si è completato, tra l’altro, con gli interventi tecnici e istituzionali di Claudio Contessa, presidente Settima Sezione giurisprudenziale del Consiglio di Stato, e di Nazzario Pagano, presidente I Commissione – Affari Costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni sul «ruolo dei dispositivi primari italiani ed europei nella modifica delle professioni tecniche». 

Spazio al dibattito con gli iscritti, introdotto dalla segretaria OAR, Alice Buzzone, che ha favorito il dialogo e la partecipazione sui temi di maggiore interesse per la professione: a rispondere ai quesiti Marco Antonucci, avvocato e consulente OAR  – intervento in precedenza anche con una relazione su «l’istituzione e le trasformazioni delle professioni tecniche» – che ha affrontato temi che hanno spaziato dall’equo compenso ai rapporti tra professioni, dalla rappresentanza alla deontologia, fino alle procedure e al ruolo dei tecnici. La sintesi dei lavori della giornata e dei suoi sviluppi – a partire dalle riflessioni poste dagli iscritti OAR – sarà portata ai tavoli nazionali di confronto con le altre professioni e utilizzata per definire le azioni più opportune da perseguire nel prossimo futuro.

La sintesi finale, moderata dal presidente emerito OAR, Alessandro Panci, ha raccolto i contributi dei rappresentanti di altre professioni tecniche – ingegneri, geometri, periti industriali – con Stefano Giovenali, consigliere della Fondazione Ordine degli Ingegneri Provincia di Roma, Fabio Colantoni, vicepresidente Collegio dei Geometri e Geometri Laureati di Roma, e Giovanni De Baggis, presidente Collegio Provinciale dei Periti Industriali. (FN)

Video interviste e fotografie di Francesco Nariello

Video presidente OAR Christian Rocchi di Giulia Villani

di Francesco Nariello
PHOTOGALLERY

TAG

POLITICA

DELL'ORDINE

NEWS

DELL'ORDINE