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Architettura
13 Luglio 2022

Architettura e Memoria: progetto contro la discriminazione. Il caso degli architetti ebrei

L’OAR partecipa all’iniziativa che punta prevenire l’intolleranza e favorire l’inclusione.

di Redazione OAR

Informare e sensibilizzare sulle discriminazioni subite dagli architetti nel passato, prevenendo future intolleranze e favorendo il dialogo e l’inclusione. Sono i segni distintivi del nuovo progetto culturale in memoria degli architetti ebrei discriminati durante il regime nazifascista, a partire dalle storie individuali dei professionisti coinvolti: si tratta di  Architettura e Memoria (ArchMem) – promosso dalla Fondazione dell’Ordine degli Architetti di Milano (capofila), insieme all’Ordine degli Architetti Roma, agli Ordini di Bologna e Ferrara, alla Fondazione Cdec (Centro di documentazione ebraica contemporanea), la Fondazione Maxxi di Roma e l’Università Comenius di Bratislava – con il finanziamento della Commissione europea nell’ambito del bando European Remembrance. Il progetto di ricerca ha preso il via lo scorso aprile e si concluderà a settembre 2023.

Il 29 giugno 1939, nel contesto della promulgazione delle leggi razziali, «un provvedimento del regime fascista – ricorda la nota di lancio dell’iniziativa – ordinava la cancellazione dei nomi degli ebrei dagli albi professionali entro il febbraio 1940 e prescriveva la totale cessazione di qualsiasi prestazione lavorativa da parte di cittadini di ‘razza ebraica’ e offriva la possibilità ai clienti non ebrei di revocare l’incarico conferito prima della cancellazione dall’albo».

Una situazione che per dodici architetti milanesi – Andrea Benko, Giorgio Cavaglieri, Anatolio Dikanski, Manfredo D’Urbino, Giacomo Eugenio Faludi, Vito Latis, Arrigo Mieli, Michele Mosè Lkrikunetz, Berysz Opoczynski, Alessandro Rimini, Ernesto Nathan Rogers, Nina Livia Viterbo – e per i loro colleghi romani – Angelo Di Castro, Romeo Di Castro, Umberto Di Segni e Davide Pacanowski –, significò esilio o deportazione. Il progetto partirà proprio dalle storie individuali dei professionisti coinvolti.

Nei diciotto mesi durante i quali si sviluppa il progetto, i diversi partner, in sinergia tra loro – attiveranno richerhee. Iniziative  del progetto – fin sinergia tra loro – che includeranno – tra l’altro – una pubblicazione e due convegni organizzati dalla Fondazione dell’Ordine degli architetti di Milano, uno in collaborazione con la Fondazione Cdec, una mostra e un evento alla Fondazione Maxxi, quest’ultimo insieme all’Ordine di Roma.

Qui le info legate al progetto: LINK

«Il passaggio culturale tra passato e presente – ha detto Paolo Anzuini, consigliere OAR – è messo in discussione dai massivi e spesso, poco attendibili, mezzi di comunicazione. Il presente come sinonimo di ‘passaggio’, dove risaldare e rafforzare il cordone tra ieri e domani, dando la possibilità di tramandare l’identità, le conoscenze, le esperienze, nel futuro. Il futuro si costruisce su ciò che abbiamo dimenticato. Spesso riconosciamo all’Ordine di Roma il primato di ordine più grande d’Europa. Non dobbiamo dimenticare il triste primato di primo ordine ad aver radiato architetti, sulla base delle atroci leggi antisemite. Mai come in questo momento gli architetti e l’architettura devono considerarsi uniti contro le discriminazioni di qualsivoglia natura».

Il lavoro di ricerca avviato, incentrato sul valore della memoria, si concerterà, tra l’altro, sulle storie e sulle testimonianze, coinvolgendo – laddove possibile – familiari, eredi e amici dei professionisti perseguitati, con una particolare attenzione anche alla dimensione di genere, cercando di fare luce su come quest’ultimo fattore abbia potuto essere un ulteriore fattore di discriminazione.

L’Ordine degli Architetti di Roma ha già attivato iniziative sul tema della memoria, qui l’articolo sulla cerimonia simbolica – in occasione del Giorno della Memoria – con la quale l’OAR, in collaborazione con gli Ordini degli Architetti di Lazio e Umbria, ha annullato la cancellazione dall’albo – effettuata al tempo delle leggi razziali varate nel 1938, durante il fascismo – dei nomi dei professionisti di cultura e religione ebraica: LINK

Nella foto Bbpr, Monumento ai caduti nei campi di concentramento in Germania, 1946, Cimitero monumentale, Milano,  @Barbara Palazzi

(FN)

di Francesco Nariello

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