50 ANNI DI PROFESSIONE

Leschiutta Fausto Ermanno
Leschiutta Fausto Ermanno
Leschiutta Franco Ermanno

Fausto Ermanno Leschiutta nasce a Civitavecchia (Roma) nel 1937, frequenta il liceo classico Giulio Cesare di Roma, quindi si iscrive alla Facoltà di Architettura dell’Università di Roma “Sapienza” dove segue, tra gli altri, il Corso di Composizione IV del prof. Saverio Muratori ed il Corso di Tecnologia del prof. Pier Luigi Nervi. Si laurea nel 1962 e, nello stesso anno, si iscrive all’Ordine degli Architetti PPC di Roma e provincia con il n. 1446.

Ottenuta una borsa di studio ministeriale, frequenta il Centro Studi dell’Edilizia Scolastica del Ministero della Pubblica Istruzione, diretto dal prof. Ciro Cicconcelli. In questi anni il Centro Studi è impegnato nell’elaborazione delle nuove Norme Tecniche per l’edilizia scolastica e, nel 1972, Cicconcelli incoraggia la pubblicazione del suo libro Nuova architettura per la scuola. Proposte di rinnovamento tipologico; il testo, nato con lo scopo di mettere in evidenza le profonde innovazioni normative introdotte, ha una larga diffusione.

Sempre nel 1972 riceve l’incarico, con S. Roncoroni, della progettazione di una scuola sperimentale a carattere esemplificativo di 5 aule a Rende (Cosenza), istituto poi destinato a scuola materna, a dimostrazione della carenza di programmazione da parte degli Enti locali e, allo stesso tempo, del disinteresse verso le recenti spinte innovative, nonostante vengano dall’alto e siano pubblicate in Gazzetta Ufficiale. Partecipa quindi, sempre con S. Roncoroni e con l’ing. D. Roncoroni, al concorso di progettazione per la scuola media di Bonorva (Sassari), con esito positivo e realizzazione. Il progetto si basa su uno dei presupposti delle nuove norme: lo “spazio aperto”, adatto ad una didattica con unità pedagogiche frequentate da un numero variabile di studenti, destinate a seminari di durata variabile in relazione al tema e secondo la programmazione periodica del collegio dei docenti.

Nello stesso anno diventa assistente ordinario di Progettazione Architettonica presso la Facoltà di Architettura della “Sapienza” di Roma.

Ad illustrare le istruzioni riferite alla struttura di “scuola comunitaria” inserite nelle Nuove Norme è finalizzato il libro Linee evolutive dell’edilizia scolastica. Vicende – Norme – Tipi / 1949 – 1974 (Ed. Bulzoni, 1985), testo che, a supporto della tesi, utilizza in prevalenza l’esposizione delle scuole progettate da L. Pellegrin. Nello stesso anno viene pubblicato Il territorio della scuola (Dedalo, 1976), redatto con M. Panizza su incarico dell’Arci e costruito intervistando personaggi interessati al tema “Decreti delegati”. La scuola elementare di Civitavecchia (Roma), progettata nel 1984 con S. Roncoroni, è l’occasione per sviluppare, appunto, i presupposti delle Nuove Norme: è compatta ed introversa, esalta il senso della compresenza, ed è destinata ad una comunità scolastica in cui ciascuno partecipa, anche solo visivamente, alle attività di altri gruppi.
Nel 1986 realizza a Selci (Rieti) una scuola elementare di 5 aule, progettata con S. Roncoroni sperimentando il sistema di prefabbricazione pesante ideato da L. Pellegrin.

Il libro successivo Frammenti di scuola: l’edilizia scolastica nel prossimo decennio (Ed. Kappa, 1986) modifica le tesi sull’organizzazione complessiva dell’edificio scolastico: non più compatto, ma suddiviso in nuclei rispondenti alle diverse funzioni. Soprattutto sono distinte le aree prettamente didattiche da quelle integrative e parascolastiche con l’obiettivo di favorire l’utilizzo di queste ultime in orario extrascolastico anche da parte della società esterna, che precedentemente ne era estromessa. Con questo nuovo orientamento progetta nel 1986 la scuola delle Tre Fontane in viale Pinturicchio a Roma, in cui il nucleo palestra e auditorium sono separati dai due corpi delle aule.
Nello stesso anno partecipa a concorsi di progettazione destinati a Roma, tra cui quello dell’ampliamento della sede della Facoltà di Architettura di Valle Giulia, con S. Roncoroni, F. Viscardi, M. Terzini e M. Petrangeli; con lo stesso gruppo partecipa anche al concorso di riqualificazione del Borghetto Flaminio ed al concorso per una scuola superiore, rimasto però senza esito (quest’ultimo con S. Roncoroni e M. Petrangeli).

Negli stessi anni si dedica alle ricerche sull’ambiente urbano, concentrate soprattutto sul centro storico di Roma, che saranno poi riunite nel volume Maniera di pensare Roma (Ed. Kappa, 1996). In esso sono riportate la ricerca di completamento dell’angolo sud di Campo de’ Fiori, svolta con S. Roncoroni e M. A. Alcaro, e la ricerca di ripristino della continuità delle Mura Aureliane – collegamento a Porta San Paolo (1988) le cui elaborazioni grafiche sono di F. Cibinel.
Nel 1990, quale membro della Commissione Verde della “Sapienza”, è incaricato della ristrutturazione dell’Orto Botanico di Roma, incarico svolto con S. Roncoroni e F. Viscardi. La copertura del chiosco della biglietteria ha una struttura in legno, elaborata insieme a Viscardi e realizzata “ … con le mani …” nell’arco di due settimane di lavoro in un capannone a Malagrotta in cui si fabbricavano barche in vetroresina, e quindi rivestita industrialmente.
Dopo questa esperienza, nel 1992, è incaricato della ristrutturazione dell’Orto Botanico dell’Università di Cagliari insieme a S. Roncoroni e all’ing. D. Roncoroni, come consulente per le strutture. In questa occasione viene progettata la cupola di copertura della grotta Gennari, la cui volta era crollata, appoggiandola sull’asse trasversale per evitare di caricare le spalle sull’asse longitudinale, poco sicuro; la copertura metallica ha quindi un effetto basculante.
Sul finire degli anni ‘90 è nominato professore ordinario di Progettazione presso la Facoltà di Architettura della “Sapienza”.

Nella funzione di Direttore della Commissione didattica del Corso di Laurea quinquennale della Facoltà “Ludovico Quaroni”, presieduto dal prof. M. Pazzaglini, organizza con il prof. G. Testa, i workshop di laurea in forma inedita destinandoli a studenti fuori corso da anni e sull’orlo dell’abbandono definitivo degli studi. Il workshop si svolge in forma seminariale: per 15 giorni i frequentanti lavorano nella stessa aula e sullo stesso tema, che viene illustrato dai docenti e seguito da un numero adeguato di ricercatori; alla fine del periodo seminariale la frequenza è sospesa per circa un mese, dopo di che gli elaborati sono esaminati da una Commissione mista di interni ed esterni al seminario. Così, con due sessioni all’anno, si dà la possibilità di concludere il percorso di studi ad alcune centinaia di fuori corso il cui numero, nel tempo si riduce fino ad esaurirsi. Sempre in qualità di Direttore della Commissione didattica, per offrire agli studenti l’occasione di acquisire una parte dei crediti formativi universitari richiesti, invita a tenere seminari il pittore spagnolo Pedro Cano, ricevendo adesioni di centinaia di studenti nelle successive sessioni. Allo stesso tempo organizza un corso per la formazione di coordinatori della sicurezza nei cantieri edili ex lege 494/96, e responsabili del servizio di prevenzione e protezione ex lege 626/94. I corsi sono coordinati dal prof. A. Lacerenza e si avvalgono del contributo prezioso di G. Ressa. Attualmente i corsi sono arrivati alla ventinovesima edizione e hanno fornito l’attestato di frequenza professionalizzante a più di 1.100 laureati.

Agli inizi del Duemila, è incaricato della direzione del gruppo di lavoro, cui partecipano anche il prof. F. Viscardi e il prof. A. Lacerenza e che opera nell’ambito di una convenzione di collaborazione fra il Dipartimento delle Politiche Educative e Scolastiche del Comune di Roma ed il Dipartimento di Caratteri degli Edifici, Valutazione e Ambiente (CAVEA) della Facoltà di Architettura “Ludovico Quaroni”, diretto dal prof. V. Bordini. Tra le attività svolte dal gruppo stesso si menziona quella di supporto dato alle Municipalità per la realizzazione del Progetto Ponte; si tratta di realizzare, all’interno degli asili esistenti e ristrutturando adeguatamente gli spazi sottoutilizzati, un’aula con servizi destinata a bambini dai tre ai sei anni in procinto di passare alla scuola dell’infanzia. Dopo questa esperienza la dott.ssa S. Sari, Direttrice del Dipartimento XI del Comune di Roma, estende la convenzione con il Dipartimento CAVEA per la stesura di un manuale per la progettazione delle scuole dell’infanzia. Il volume, dal titolo Strutture educative da 0 a 6 anni. Manuale di qualità per l’organizzazione degli spazi scolastici dell’infanzia (Gangemi Editore, 2002) scritto con F. Viscardi e A. Lacerenza, è ancora oggi utilizzato come guida per la progettazione degli asili aziendali nel Comune di Roma, e per i concorsi di progettazione di nuovi istituti. Il testo è orientato, oltre che all’inserimento di sale comuni e laboratori a disposizione dei vari gruppi, alla sicurezza degli arredi fissi e mobili, pensando, anche, ad evitare il rischio di “… dita infantili schiacciate in porte e finestre, [e di] ribaltamento di armadietti …”.

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