50 ANNI DI PROFESSIONE

Streppetti Danilo
Streppetti Danilo
Streppetti Danilo

Danilo Streppetti nasce a Roma nel 1936, ottenuto il diploma scientifico nel 1957 si iscrive alla Facoltà di Architettura dell’Università di Roma “Sapienza” dove si laurea nel 1964, avendo anche assolto al servizio militare. Nel 1965 consegue l’abilitazione all’esercizio della professione e si iscrive all’Albo dell’Ordine degli Architetti PPC di Roma e provincia con la matricola n. 1802.

Essendo abilitato all’insegnamento del Disegno tecnico e Tecnologia ed Educazione Tecnica, dal 1970 al 1994 insegna presso le scuole statali. Contemporaneamente svolge la libera professione. Fin da subito, cerca di inserirsi in Studi già avviati, collaborando prima come disegnatore, poi come progettista. Raggiunta la dovuta esperienza e ottenuta fiducia da parte di alcuni committenti privati, continua la sua collaborazione con essi, progettando soprattutto nel campo abitativo dove realizza varie opere di media dimensione. La sua prima esperienza di collaborazione la intraprende con l’arch. Paolo Cercato con il quale, dal 1966 al 1967, partecipa ad un appalto concorso per la progettazione di due parcheggi sotterranei a Roma, precisamente sotto Piazza Adriana, progetto vincitore, ma mai realizzato, e sotto il galoppatoio di Villa Borghese. Partecipa inoltre al concorso per le nuove chiese a Roma, con un progetto premiato con menzione e rimborso spese.

Dal 1968 fino al 2001 entra a far parte dello Studio Zavitteri insieme agli architetti Andrea Zavitteri, progettista e responsabile delle pubbliche relazioni, Riccardo Zizzo, Carlo Mercuri e saltuariamente altri professionisti. Progetta molti edifici in Tunisia e in Italia, di cui alcuni costruiti, e partecipa ad appalti concorso ed a concorsi nazionali e internazionali. In Tunisia progetta edifici per uffici, hotel, abitazioni popolari, villaggi turistici dei quali i più importanti realizzati sono “Les deux avenues” hotel e uffici e la sede della Banque Centrale de Tunisie, entrambi a Tunisi.

In Italia partecipa alla progettazione e realizzazione dell’ampliamento dell’Aerostazione di Roma “Leonardo da Vinci”, questa anche con l’ing. Riccardo Morandi, alla progettazione e realizzazione di numerosi edifici per Cooperative in Roma e provincia, all’ampliamento della Prima clinica medica del Policlinico Umberto I a Roma, a molte stazioni dei Carabinieri in Puglia e in Veneto, oltre alle mitigazioni d’impatto ambientale per alcuni tronchi stradali.

Sempre insieme all’ing. Riccardo Morandi e agli altri colleghi ormai di fiducia, partecipa agli appalti concorso per l’asse di scorrimento di Reggio Calabria (Impresa S.A.IN.), per la Fiera Campionaria di Padova (Impresa Lodigiani), per interventi aeroportuali III lotto (Impresa Sogene), per il nuovo ospedale di Cagliari (Impresa Vianini). Con lo stesso gruppo partecipa al concorso per la revisione e l’aggiornamento del PRG di Salerno, premiato con rimborso spese, per la progettazione dell’Aerostazione di Sant’Eufemia a Lamezia Terme, premiato con il quarto premio, dell’Aerostazione di Genova, premiato con secondo premio ex aequo, della Sede centrale della Societè Tunisienne de Banque in Tunisi, terzo premio, al concorso per nuove chiese a Roma 1965 e a quello per l’ampliamento della Galleria d’Arte Moderna a Roma. Assieme all’arch. Andrea Zavitteri progetta e realizza una villa plurifamiliare a Formello (Roma) e un’altra unifamiliare a Martina Franca (Bari), questa considerata come esempio di trullo moderno.

Assieme all’arch. Riccardo Zizzo, suo amico d’infanzia, partecipa a concorsi di architettura per la nuova sede della Società del Gas di Rimini nel 1993, per la trasformazione di un convento in alloggi IACP a Lanciano (Pescara) nel 1998, per il passaggio pedonale aereo in Manziana (Roma) nel 2001, per una nuova piazza a Potenza nel 2003 e per la sistemazione di piazza Garibaldi a Velletri (Roma) nel 2011. Prima e dopo il 2001 e fino ad oggi, progetta e realizza individualmente incarichi privati, tra cui: una casa unifamiliare a Marino (Roma), suo primo progetto; edifici produttivi in Villalba di Guidonia (Tivoli); trasformazione di casale in villa unifamiliare a Roccabruna (Tivoli); villino trifamiliare in Santa Marinella (Roma); villini bifamiliari a Fregene (Roma); PRG per il Comune di Poggio Nativo (Rieti); villino quadrifamiliare a Marina di Montalto di Castro (Viterbo); ristrutturazioni varie per lo stabilimento balneare La Baia a Fregene (Roma); trasformazione e sopraelevazione di villino unifamiliare a Ardea (Roma); risanamento per quattro piccole abitazioni unifamiliari a Jenne (Roma); villino bifamiliare a Tivoli (Roma), località San Polo; ristrutturazione di edificio agricolo nella Fattoria Verde Onlus per aiuto a ragazzi disabili a Passoscuro, frazione di Fiumicino (Roma).

Inoltre, come “semplice artigiano”, come ama definirsi, durante tutto il suo percorso professionale, esegue molte ristrutturazioni di appartamenti, negozi e uffici professionali con arredo e disegno di mobili, varie direzioni lavori e capitolati per ordinaria e straordinaria manutenzione di edifici condominiali e varie consulenze tecniche e perizie, quest’ultime dal 1998 al 2013, come CTU presso il Tribunale di Roma.

“In cinquanta anni si sono avuti molti cambiamenti nel modo di lavorare. Si è passati da tutto realizzato al tavolo da disegno alla costruzione di grafici ottenuti con i programmi applicati al computer. Si è cosi avuta una maggiore rapidità nel trasportare in un grafico l’idea di progetto con l’aiuto anche del tridimensionale e del rendering. Ma si è persa l’individualità del segno grafico a favore dell’uniformità senza considerare alcune banalità e trascuratezze di disegno riconosciute in alcuni casi. Come ex insegnante di Disegno Tecnico e come vecchio disegnatore, ritengo che l’uso dei grafici computerizzati non permettono più di riconoscerne l’autore e di giudicarne la qualità. Eppure sono stato uno dei primi a imparare l’Autocad degli inizi, a vederne man mano l’uso facilitato con Mac e con Windows e a proporlo faticosamente nelle classi della mia ultima scuola. Pertanto ci si è abituati alla comodità di una migliore seduta e alla facilità di cancellare, di tagliare, di duplicare, di copiare e di altre possibilità, che ci ha convinti ad abbandonare il vecchio tavolo da disegno.

Mi sono definito ‘artigiano’ perché ho dovuto sempre fare senza aiuti, senza avere avuto possibilità familiari o derivate da conoscenze particolari e senza aver cercato spinte politiche. Tutto per indole, per scelta e per aiuto alla mia famiglia”.

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