50 ANNI DI PROFESSIONE

Mercuri Carlo
Mercuri Carlo

Carlo Mercuri nasce a Roma il 7 settembre 1929; dopo la maturità artistica, nel 1948 si iscrive alla Facoltà di Architettura di Roma dove consegue la laurea nel dicembre 1956.
Si iscrive all’Ordine degli Architetti di Roma e del Lazio nell’anno 1957 con il n. 1024. Insegna come Assistente Volontario presso la cattedra di Disegno dal Vero II della Facoltà di Architettura di Roma dal 1962 al 1978, con il prof. Lorenzo Chiaraviglio e successivamente con il prof. Walter Bordini.
Importante è stata l’esperienza universitaria, avuta anche negli studi dei suoi professori, da Del Debbio a Piacentini, da Calzabini a Morpurgo, De Renzi, Dall’Olio e Vincenzo Fasolo. Nello studio del prof. Fasolo, in via Margutta, l’atmosfera era da “bottega del 500”: si disegnava su grandi fogli di carta da spolvero fissata alle alte pareti, utilizzando lunghe righe e grandi compassi di legno e sostituendo la mina con il carboncino; si disegnavano in scala 1:5 i rilievi delle facciate e delle navate interne delle chiese bombardate e il professore completava queste tavole disegnando con il carboncino decorazioni e capitelli. Spesso, a causa della sospensione di energia elettrica, si lavorava a lume di candela. Il corso universitario di Storia dell’arte prevedeva disegni dal vero dei Fori Romani (le famose “pezze d’appoggio”) nei quali si utilizzavano due matite: una nera per rappresentare i ruderi visibili e una rossa per completare le parti mancanti, ricostruendo con questo metodo gli ambienti dei fori. Il prof. Fasolo usò per alcuni anni, nelle proprie lezioni, i disegni realizzati da Mercuri proiettandoli con l’episcopio sulle pareti delle aule.

Subito dopo la laurea è scelto dallo studio degli architetti Vincenzo Monaco e Amedeo Luccichenti per partecipare all’appalto concorso dell’Aerostazione Internazionale Leonardo da Vinci di Roma–Fiumicino. Inizia così un periodo di collaborazione di dodici anni (1957-68), fecondo di esperienze, formazione e professionalità, nonché occasione d’incontro con artisti come Campigli, Capogrossi, Burri, Corpora, Cagli, D’Orazio. Per l’artista Massimo Campigli progetta, tra l’altro, la sua villa–atelier nella località Bellavista di Saint-Tropez (Francia).
Progettista anche presso gli studi dell’ing. Riccardo Morandi (1957-60) e dell’arch. Michele Valori (1963-64) e architetto associato del “Bureau d’Architecture Vincenzo Monaco et Associes” di Tunisi (1965-71), egli svolge attività professionale partecipando a numerosi concorsi nazionali ed internazionali. Realizza opere pubbliche e private nei settori urbanistico, abitativo, aeroportuale, navale, religioso, scolastico, ospedaliero, turistico, fieristico e di mitigazione d’impatto ambientale. E’ inoltre membro della Commissione edilizia del Comune di S. Marinella (Roma), in rappresentanza del progettista del PRG Vincenzo Monaco (1964-65).

Nel 1965, dopo la scomparsa dell’arch. Amedeo Luccichenti, segue l’arch. Monaco, amico e maestro, in un viaggio in Tunisia, invitati dalla Municipalità di Tunisi per la progettazione di una “Grande Salle des Fetes” nel Parco Kennedy della città. Inizia uno studio lungo la costa e l’interno della Tunisia alla ricerca della tradizione, della cultura e dell’antica architettura araba.
Non usa la camera fotografica, ma utilizza un taccuino di viaggio, il “Moleskine”, nel quale la sua matita fissa e memorizza sulla carta immagini dei luoghi, dettagli, particolari delle antiche architetture dei piccoli villaggi: cupole, minareti, contrafforti, scale, portali, grigliati, casa contadine, piccole moschee, cimiteri come plastici di grandi città, decorazioni, ceramiche e mosaici.
Questi appunti di viaggio, così memorizzati, saranno trasferiti con umiltà nella progettazione della Grande Sala delle Feste, nel rispetto della cultura e della tradizione araba.

Nel 1973 realizza la chiesa parrocchiale di Cristo Re nella città di Sulmona (L’Aquila). La chiesa è stata concepita come uno spazio chiuso delimitato da un soffitto piano e da un muro cementizio avvolgente che si snoda lungo un perimetro stabilito, con anse e scissure: un nastro continuo che determina spazi concavi e convessi, nicchie e pilastri; un cilindro a generatrice fantastica che crea un gioco di luci e ombre all’interno come all’esterno, positivi e negativi, mediante il susseguirsi di volumi disposti scenograficamente. E’ una superficie autoportante resistente per forma alle possibili sollecitazioni sismiche orizzontali, un foglio irrigidito da piegature contrapposte che delimita un volume interno fondendo insieme intendimenti statici, funzionali ed estetici. L’illuminazione dell’edificio è realizzata in due modi: dall’alto gruppi di cilindri disposti a rosoni, coperti esternamente con lenti di perspex a doppia parete lasciano vedere il cielo, il movimento delle nuvole e filtrare fasci di luce verticale che illuminano di luce diretta i punti più importanti della chiesa (effetto Pantheon); lateralmente, dove in alcuni punti la parete si spezza e si raddoppia creando delle asole, alcune vetrate strette e alte lasciano filtrare la luce di intensità e di tono variabile a seconda dell’orientamento e dell’altezza del sole sull’orizzonte (effetto cattedrale). Nel complesso la chiesa si presenta come una grande massa gonfia che si staglia sulla sagoma del Morrone, dove si trova l’eremo di Celestino V.

Dal 1991 al 2007 progetta con l’arch. Andrea Zavitteri i padiglioni italiani per conto dell’AIPCR (Associazione Mondiale per la Strada) in occasione dei Congressi Mondiali della Strada che si svolgono ogni quattro anni: a Marrakech (1991), Montreal (1995), Kuala Lumpur (1999), Durban (2003) e Parigi (2007); nonché dei Congressi della Viabilità Invernale: a Sapporo (2002) e a Torino–Lingotto (2006).

Nel 1994, con gli architetti Danilo Streppetti, Andrea Zavitteri e Riccardo Zizzo, partecipa alla progettazione del raccordo tra l’Aerostazione Intercontinentale e la nuova Aerostazione Europa dell’Aeroporto Leonardo da Vinci di Roma, che consiste in un corpo scalettato di circa 20 metri di larghezza per 80 di profondità; questa interruzione lascia leggibili i prospetti laterali delle due aerostazioni contrapposte e comprende una fontana monumentale di travertino che si trova sul fronte principale delle aerostazioni. Questa fontana è divenuta un luogo di incontro, di appuntamento, di sosta e spesso usato come scenografia per interviste televisive.
Dal 1999 al 2002 è docente nel corso di Arredamento e nel Master di Scenografia dell’Istituto Quasar di Roma.

Oggi dedica ancora molto spazio al disegno dal vero. Vive a Roma, guarda sempre le rovine dell’antichità, le chiese e fontane barocche, i palazzi rinascimentali: ha sempre sognato, fin da ragazzo di ritrarli, possederli quasi con la matita che diviene via via più sicura. Dal fascino antico dell’Urbe trae il desiderio sempre nuovo di creare immagini. Il disegno della città è un modo di avvicinarsi alla matrice progettuale degli antichi, di portarsi dietro tecniche arcaiche di costruzioni che Roma pone, continuamente, di fronte al suo sguardo. Così il disegno ed architettura si fondono in una reciproca comprensione.


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