Nasce a Napoli nel 1940, anno secondo della guerra mondiale, dove perde il padre nel 1944. Frequenta le scuole a Roma, dove la famiglia si trasferisce, e sceglie la Facoltà di Architettura di Valle Giulia, dove si laurea, relatore Bruno Zevi e in presenza di Paolo Soleri, con una tesi che ipotizza un insediamento urbano fondato sulla piattaforma continentale come possibile soluzione all’esponenziale incremento demografico mondiale e alla necessità di salvaguardare il territorio, indispensabile per la sopravvivenza del genere umano.
Consegue l’abilitazione nel 1969 e l’anno successivo è iscritto al nostro Albo con il n. 2320.
Lo stesso anno, dopo la pubblicazione della tesi su Casabella, è invitato a presentare la “città sul mare” ai Corsi di Composizione Architettonica di Diambra Gatti De Sanctis presso la Facoltà di Architettura, dove insegnerà, come assistente volontario, per sei anni.
L’attività professionale, nel frattempo, lo porta oltreconfine. Nel 1977 è contattato dalla Società Ambiance International, detentrice del marchio Pierre Balmain di Parigi per la diffusione commerciale di prodotti della maison, e riceve l’incarico per la progettazione di una Casa Balmain, ovvero mobili e complementi di arredo da realizzare con aziende italiane e da commercializzare in Europa.
Forte di un’importante esperienza acquisita negli anni 1967-’68 presso lo Studio Albini & Helg a Milano – dove il design italiano trova in Franco Albini uno dei padri fondatori e un maestro – accetta l’incarico che lo introduce nel mondo industriale. Il rapporto durerà fino al 1985: oltre alla progettazione e realizzazione dei prodotti, come art director crea e cura l’immagine della Casa Balmain nelle fiere internazionali di Parigi, Colonia, Milano e presso le migliori esposizioni commerciali in Europa.
Altre società del settore – Arclinea di Vicenza, Mimo, Ellebi di Padova, Gasparello di Treviso, Zevi di Udine, Langenthal di Zurigo, Walter Knoll di Stoccarda, Lotosland di Hong Kong, Lopez Morton di Città del Messico – instaurano con lo Studio Licenziato Monti rapporti di collaborazione che vanno dalla progettazione dei prodotti alla direzione artistica dell’immagine aziendale.
Lo Studio sviluppa un’esperienza interdisciplinare con i responsabili commerciali, marketing e produttivi delle aziende con incontri su temi che vanno dall’individuazione di nuovi prodotti alla progettazione, alla fattibilità produttiva, al controllo del brand nel mercato, e che si traducono in un lavoro corale dove analisi di mercato, sistemi produttivi e valori culturali trovano sintesi nei prodotti realizzati.
Nel 1983 avvia un’importante collaborazione, che durerà vent’anni, con la Società Bormioli Rocco, leader mondiale del vetro cavo per il tableware, sia per la progettazione di nuovi prodotti e di spazi espositivi nelle fiere nazionali e internazionali, sia per la realizzazione di uffici per la sede a New York (USA).
In stretta collaborazione con i vertici dell’azienda sviluppa nuove competenze in campo tecnologico: dalla fusione delle materie prime alla conoscenza delle macchine, delle loro caratteristiche produttive fino alla progettazione degli stampi. Infatti, il design deve tenere conto della scelta produttiva da utilizzare per la formazione degli oggetti, scelta che incide su qualità, costo e prezzo finale del prodotto, per cui è sintesi di un’analitica conoscenza di tecnologie, sistemi produttivi e strategie di marketing.
Negli anni 2000-2004 utilizza tali competenze nell’incarico di art director nella Società Colle Cristalleria di Colle Val d’Elsa (SI) per produrre nuove linee per la tavola e oggetti di arredo in cristallo. È selezionato al Form 89 internazionale di Francoforte per la serie della tavola Capitol, dopo che il Museo d’Arte Moderna di Monaco di Baviera inserisce la serie di bicchieri Eco Optique nei suoi spazi espositivi permanenti.
Una felice esperienza professionale, in un mondo complesso e affascinante che parte dal fuoco e finisce con le emozioni delle trasparenze.
Nel 1987-’90, per la Società Langenthal, produttrice di tessuti dedicati alle sedute dei mezzi di trasporto pubblici e privati, sviluppa matrici creative con sistemi ottici, grafici, stratografici per implementare la creatività del reparto grafico dell’azienda. Il catalogo Landing del 1988 contiene suggestioni grafiche di immagini viste dall’aereo in fase di atterraggio.
Nello stesso anno è premiato dal Design Center di Stoccarda per la serie di tessuti Noccioline.
Nonostante il design industriale sia l’attività prevalente dello Studio, l’architettura è sempre presente.
Ne è un esempio il progetto di ampliamento e ristrutturazione della Stazione di Venezia Santa Lucia del 1989, che rientra nel piano nazionale di riqualificazione delle maggiori stazioni ferroviarie voluto da Lodovico Ligato, direttore generale di Ferrovie Italiane. Lavoro complesso per il peculiare contesto, che impegna lo Studio in lunghe riunioni con i responsabili dell’impianto ferroviario, della mobilità e dell’ufficio tecnico-urbanistico di Venezia. La soluzione proposta tiene conto dell’esigenza di implementare l’impianto con nuove banchine per soddisfare l’aumento del traffico passeggeri e, di conseguenza, prolungare la galleria di testa in direzione di piazzale Roma. L’improvvisa morte di Ligato interrompe il piano nazionale di riqualificazione.
Significativo è anche il progetto della chiesa proposta al Vicariato di Roma in un concorso di idee del 1993, connotato da una piastra a “falce di luna” pedonabile che, salendo dal piano della pavimentazione esterna con sviluppo elicoidale, si trasforma in copertura prima della chiesa e dei servizi annessi, poi della torre campanaria, definendo il sagrato circolare all’interno e il sinuoso perimetro all’esterno e simboleggiando il cammino per arrivare a Dio. Due alti volumi, generati ognuno da una pianta a ogiva estrusa verso l’alto, visibili dall’esterno, sono simbolo per gli uomini che si riconoscono nel mistero della fede.
Altro esempio sono i laboratori scientifici per l’Academy of Graduate Studies a Tripoli (Libia) del 2004, progettati per una società italo-libica, costituiti da due edifici paralleli collegati da un transetto che accoglie i collegamenti verticali e gli impianti tecnici. L’orientamento è calibrato per ridurre al minimo gli effetti negativi del vento, evitando aperture sui fronti e disegnando un’unica maglia frangiluce a difesa delle vetrate, come un unico ordine architettonico.
Nel 2005 lo Studio progetta un opificio industriale con annessi uffici commerciali a Zanjaghan, vicino Shanghai, per Altay, società che opera in Cina. L’edificio a due piani è destinato a prodotti didattici per i laboratori scientifici delle scuole superiori e delle università. Ogni piano contiene un percorso centrale attrezzato con impianti che servono stazioni di lavoro da ambo i lati, con esigenza di luce naturale e flessibilità dimensionale. Le facciate presentano finestre a nastro e cupolini in copertura.
L’esperienza nel settore del mobile e dell’arredo porta poi a progettare, in Italia e all’estero, spazi espositivi dedicati ai prodotti e a qualificare le aziende con un’immagine riconoscibile (architetture & corporate image). Come per Arclinea, azienda leader per la produzione di cucine, che nel 1992 inaugura a Roma una grande mostra-mercato di tutti i suoi prodotti, ambientati lungo un percorso ribassato e attrezzato con un binario continuo, elettrificato, di colore rosso che guida il visitatore lungo tutta l’esposizione. Il lavoro è pubblicato su L’Architettura. Cronache e storia.
Ad Hannover (Germania), nella strada principale che porta al Teatro dell’Opera, nel 1991 il design italiano del mobile è presentato in uno spazio disegnato da linee curve che coinvolgono il soffitto in cartongesso e il pavimento in pietra e legno. L’illuminazione puntiforme evidenzia gli oggetti lungo un percorso curvilineo.
Nel 1969, per Olivetti Sintax, lavora alla realizzazione di uffici e spazi di rappresentanza per l’installazione a Roma di un potente calcolatore elettronico a servizio, in time-sharing, delle università romane. L’immagine, costruita con forme della geometria euclidea, rimanda a spazi futuribili del nuovo mondo digitale che avanza.
Nel 1997, a Termoli (CB), per la società Arlem dei fratelli Lembo, ristruttura un edificio dedicato al miglior design italiano. L’immagine realizzata è un portale a tutta altezza tagliato da una pensilina con un profilo ad ala di aereo che esce dalla vetrata del prospetto principale, in acciaio-alluminio e verniciata di rosso in contrasto con il grigio dei pannelli in alluminio che rivestono il portale. All’interno lo spazio si dilata ed è definito da una galleria perimetrale.
Oggi esprime la più viva gratitudine a tutti i collaboratori dello Studio, la cui umanità e professionalità animano tutte le realizzazioni.
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