Giannino Zanini, nato a Ostiglia, in provincia di Mantova, il 1° aprile 1908, consegue nel 1936 la laurea in architettura all’Università di Roma. Frequenta, nel successivo anno accademico, il Corso di specializzazione per le costruzioni in cemento armato al Politecnico di Milano. In quell’ambiente di studi maturano le convinzioni che caratterizzeranno tutta la sua attività professionale: la necessità cioè di una compenetrazione tra tecnica, tecnologia e disegno architettonico che da solo non può garantire un buon risultato funzionale. Consegue il diploma all’esercizio professionale nel 1937 ed in seguito il Perfezionamento in Urbanistica nell’anno accademico 1937-38 presso l’Università de-gli Studi di Roma.
Nel 1943 con decreto rettorale è nominato assistente straordinario di topografia e costruzioni stradali all’Università di Roma nella facoltà di Architettura.
Successivamente inizia la carriera presso l’Amministrazione Comunale di Roma, ove progetta diverse opere pubbliche, tra cui un mercato coperto, una casa della madre e del bambino, case rurali tipo, la sistemazione architettonica ed urbanistica di Sant’Andrea delle Fratte e di San Carlo al Corso. Un suo piano particolareggiato della zona Pietralata-Tiburtino è inviato nel 1946 dall’amministrazione comunale di Roma, su proposta della commissione urbanistica, all’Esposizione Internazionale dell’Abitazione e dell’Urbanistica a Parigi. Realizza inoltre scuole e case popolari.
Nel 1959 Masao Yamada, capo della divisione per la pianificazione di Tokio, si congratula con lui per le informazioni ed i suggerimenti ricevuti in occasione della sua visita in Italia e richiede la sua consulenza nella stesura del Piano Regolatore Generale di Tokio. Partecipa nel 1960 su invito dell’INARCH al dibattito sui problemi urbanistici a Roma; in tale occasione propone la pedonalizzazione del centro storico: «In definitiva», scrive Zanini «l’incentivazione degli uffici; la conservazione degli edifici corrisponde alla incentivazione dell’economia: una corrispondenza biunivoca fra edifici ed economia, una autentica simbiosi il cui catalizzatore essenziale è rappresentato dal traffico pedonale». Collegato strettamente alla scelta della pedonalizzazione è un interessante e rivoluzionario progetto di metropolitana al suo interno, che si sarebbe dovuto sviluppare sull’asse Corso Vittorio – Via del Corso, ad una notevole profondità, «secondo luoghi geometrici atti a creare soddisfacenti parametri pedonali; proseguendo poi nelle sue direttrici tocca zone fornite di ampi posteggi».
II 1964 lo vede imperato a convegno internazionale degli architetti e dei tecnici dei monumenti a Venezia. In quella ,sede propone una propria tesi accolta per acclamazione ed inserita nella Carta internazionale del Restauro all’articolo 9 in cui si affermano i criteri essenziali per il restauro.
Nel 1965 interviene al XIV Congresso nazionale di Storia dell’Architettura, con una relazione su «Proposte per meglio assicurare la conservazione, il decoro e la vitalità ai Centri storici». Lo stesso anno viene invitato dalla Sovrintendenza ai Monumenti e alle Antichità di Roma a far parte del gruppo degli esperti per l’esame del Piano Regolatore di Roma; vince nel 1968 il concorso di architetto capo del Comune di Roma e in seguito viene promosso al grado superiore ricoprendo vari incarichi.
Nel 1977 propone una legge urbanistica, sintetizzata dieci anni dopo nella relazione illustrata durante la 3′ conferenza urbanistica «Roma: città capitale d’Italia e della cristianità».
Nel 1978 vince il concorso nazionale per l’iscrizione all’Albo degli Esperti in Materia di Pianificazione Territoriale. Nel 1980 interviene al 3° corso di informazione indetto dall’ASS.I.R.C.CO. presso la facoltà di Ingegneria di Palermo sul tema: «Il restauro delle costruzioni in muratura: problemi metodologici e tecniche di consolidamento».
Nel 1981 vince il concorso nazionale per l’iscrizione all’Albo degli Esperti in Materie attinenti le Residenze e sempre nello stesso anno è segnalato dall’Ordine degli Architetti di Roma al Consiglio Nazionale per far parte di Commissioni Consultive Specializzate. Nel 1983 gli viene assegnato il premio LABOR e il Lauro d’argento dell’Accademia Tiberina per l’architettura e l’urbanistica. Nel 1987 consegue la specializzazione in materia di Usi Civici e gli è conferito dalla Regione Lazio l’incarico per la redazione di «Piani territoriali di coordinamento e paesistici IV-V e VI fase (P.T.C. n. 6, “Bassa Sabina”)». Membro dell’Accademia Tiberina, è insignito di numerosi titoli ed onorificenze: nel 1989 viene insignito del prestigioso «Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme», mentre il prossimo 2 giugno sarà nominato Grand’Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana.
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