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03 Novembre 2021

Superbonus 110%: la filiera delle costruzioni chiede proroga pluriennale per superare le criticità. Il convegno dell’OAR

di Redazione OAR

Prorogare per un congruo orizzonte pluriennale il Superbonus 110% allo scopo di consolidare lo slancio che l’incentivo può imprimere alla ripresa post Covid19 e alla rigenerazione del patrimonio edilizio nazionale. E scongiurare, nel contempo, il rischio che i risultati attesi possano essere vanificati dalla impossibilità di portare a temine i lavori e/o far partire nuovi cantieri, innescando un lungo corollario di ricorsi e contenziosi tra committenza, imprese e professionisti.

È questo l’appello lanciato dall’intera filiera delle costruzioni – sistema ordinistico, associazioni di settore, produttori di materiali, -, riunitasi lo scorso 27 ottobre a Roma, presso la Casa dell’Architettura, per il convegno «Il Superbonus 110%: la nuova Cila, lo stato legittimo, l’esplosione dei prezzi»  organizzato dall’Ordine degli Architetti PPC di Roma e provincia. All’evento – introdotto dal presidente dell’Ordine, Alessandro Panci, e dal tesoriere OAR, Antonio Marco Alcaro – hanno partecipato, tra gli altri: Valeria Erba di Anit, Marco Piana di Aipe, Federico Tedeschi, coordinatore Commissione Tecnica di Cortexa; Angelo Artale, direttore generale di Finco; Giuseppe Rufo, direttore Dei; e liberi professionisti, come gli ingegneri Carlo Pagliai e Gerardo Picarella, che hanno affrontato tematiche specifiche.

Ne emerso un quadro nel quale – nel pieno in cui emergono dettagli e ipotesi dall’esame della Legge di Bilancio, riguardanti l’intera partita delle detrazioni edilizie – gli operatori invocano  il Governo a intervenire con urgenza per arginare una situazione che peggiora giorno dopo giorno. Carenza di materiali, prezzi alle stelle, speculazioni, incertezze sui titoli abilitativi, mancanza di una regia unica per l’interpretazione delle norme: sono alcune delle criticità che minano alla base gli effetti benefici sull’economia che il trend degli ultimi mesi ha lasciato intravedere, registrando una impennata delle richieste per realizzare gli interventi ricadenti nel regime incentivante con detrazioni al 110%.

La crescita esponenziale dell’interesse e la «corsa» ad avviare i cantieri – innescata soprattutto dal decreto semplificazioni-bis (Dl 77/2021), con lo sblocco degli interventi legati al Superbonus anche in presenza di difformità urbanistiche (in deroga all’articolo 49 del Testo Unico dell’Edilizia) – ha generato, visto l’orizzonte temporale limitato per la conclusione delle opere, un «collo di bottiglia» che, di fatto, sta frenando la spinta alle attività. E la situazione è destinata a peggiorare con l’avvicinarsi delle scadenze previste per la chiusura dei lavori.

Le criticità da risolvere emerse nel corso convegno e messe in luce nei vari interventi focalizzati sulle diverse problematiche aperte – sono molteplici. Eccone una sintesi:

– la carenza di prodotti e di materie prime, con allungamento dei tempi delle forniture e aumento  dei prezzi, in particolare per quanto riguarda i materiali isolanti e per i cappotti termici, ma anche di strutture per i cantieri (ponteggi) e manodopera più o meno specializzata;

– l’aumento dei prezzi delle materie prime – acciaio plastiche cemento, bitume – con conseguenti speculazioni e rallentamento dei lavori;

– la crescente difficoltà di affidarsi a imprese e strutture adeguate, con aumento di prezzi e subappalti a realtà non qualificate che non garantiscono lavori a regola d’arte, e la mancanza di tempo per formare risorse con le necessarie competenze;

– l’inosservanza di criteri rigorosi di valutazione dei materiali e interventi con sistemi non certificati e non garantiti dal produttore. Arrivo sul mercato di prodotti – come gli isolanti «Cam compliant» – dalle più svariate provenienze estere senza adeguati controlli;

incertezze procedurali, a partire dall’utilizzo del modello Cilas riguardo allo stato legittimo e alla conformità degli immobili, su cui restano i dubbi sul perimetro degli interventi ammessi e sulle modalità di integrazione di lavori non ricadenti nel Superbonus;

– la mancanza di una cabina di regia unica che faccia da raccordo tra gli enti con cui i professionisti si interfacciano, ricevendo spesso risposte discordanti: Agenzia delle Entrate, Enea , Consiglio superiore dei Lavori Pubblici;

– infine, ma non ultimo, il rischio di innescare, con cantieri in stallo e lavori incompiuti, un lungo corollario di ricorsi e contenziosi tra committenza – proprietari e condomini -, imprese e professionisti.

Solo affrontando tali criticità e garantendo un orizzonte temporale adeguato – è questo il messaggio che è stato lanciato dai diversi attori intervenuti all’evento organizzato dall’OAR – sarà possibile sfruttare appieno il potenziale in termini di crescita economica attivato con il Superbonus 110%, con le ricadute sociali ad essa connesse, e raggiungere gli obiettivi – condivisi con l’Unione Europea – di efficientamento energetico degli edifici e di adeguamento in termini di sicurezza del patrimonio edilizio nazionale.

In proposito, secondo le ultime stime elaborate dal Centro Studi Cni, a partire da dati ufficiali di contabilità nazionale, l’investimento pubblico per il Superbonus 110% sarà più che sostenibile per il bilancio dello Stato: si calcola, infatti, che la spesa di poco più di 9 miliardi di euro stimata per l’incentivo nel 2021 possa generare una produzione diretta e sull’indotto della filiera delle costruzioni superiore a 19 miliardi di euro, contribuendo alla formazione del Pil per oltre 12 miliardi di euro, a cui si aggiunge l’impatto sull’occupazione (almeno 153mila unità di lavoro nel 2021). (FN)

di Francesco Nariello
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