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14 Luglio 2021

CNAPPC e OAR insieme per una formazione concreta e di qualità. Dalla politica all’azione per un cambio di passo congiunto

La formazione come opportunità professionale purché sia all’insegna della qualità e dell’aderenza ad una realtà in continuo divenire. Questa la mission del Presidente del CNAPPC Francesco Miceli che fortemente legge nell’obbligo formativo un momento di crescita lavorativa.

“L’architetto ha una funzione sociale che si esprime nel perseguimento dell’interesse collettivo – spiega il Presidente Miceli – abbiamo nel DNA il dovere morale della responsabilità pubblica. La deontologia deve prevedere dei metodi rigorosi tali da salvaguardare questo ruolo, patrimonio dell’intera categoria”.

Un modo quindi per monitorare l’operato dei professionisti che, nella peculiarità della propria attività, devono mantenere alta la qualità e concreta l’azione.

“La deontologia è la garanzia che oggi diamo come OAR alla cittadinanza ed ai committenti per elevare la figura dell’architetto, affinchè non si perda in situazioni poco chiare – dichiara Alessandro Panci, Segretario dell’Ordine degli Architetti di Roma – con la precedente consigliatura del CNAPPC, insieme con altri Ordini tra cui l’Ordine degli Architetti di Palermo di cui Miceli era Presidente, abbiamo intrapreso un percorso condiviso di contestazione delle linee guida per la formazione, che privavano i singoli Consigli di Disciplina dell’opportuna autonomia di giudizio”.

Fanno riflettere i dati a seguito del primo trimestre formativo con 4mila architetti richiamati in deontologia presso l’Ordine di Roma su un totale di 18mila iscritti, circa un quarto dunque. Rapporto che a livello nazionale cresce in percentuale.

“Avendo fiducia nella rettitudine della categoria, si può desumere che le linee guida vigenti siano troppo restrittive”, osserva Panci. Piena la disponibilità del Presidente Miceli, assieme all’Ordine di Roma, alla revisione della normativa che regola l’aggiornamento professionale, anche attraverso il coinvolgimento della Conferenza Nazionale degli Ordini, organo che consente il raccordo tra il territorio con le esperienze ivi maturate ed il Consiglio Nazionale.

“Auspichiamo di arrivare presto un confronto istituzionale anche con il Consiglio Nazionale degli Ingegneri sulla formazione, nonostante non sia facile perché ciascuno tiene alla propria autonomia e alle proprie regole – osserva Miceli – Tuttavia il punto cardine sono le linee guida che devono consentire la crescita della nostra categoria in sintonia con il mercato professionale. Eravamo impreparati nel 2014, quando ci hanno abbiamo dovuto iniziare a coordinare l’attività formativa, ma gli ordini territoriali sono stati in grado di costruire un sistema di qualità. Negli ultimi anni il CNAPPC si è limitato al monitoraggio deontologico, affidandosi spesso ad enti terzi”.

Molto, quindi, il lavoro da fare in termini di formazione, in particolare sulla deontologia che è una sua declinazione. Stretta connessione con l’attualità, rapidità e qualità sono i cardini del programma futuro del CNAPPC, che vuole porsi a servizio degli ordini territoriali per guidarli e sostenerli nell’enorme sforzo dell’aggiornamento professionale.

La professione è parte della formazione e viceversa. “Si pensi per esempio al Superbonus. Molte delle categorie coinvolte non erano preparate e si è perso tempo. Lo ha perso l’intero Paese” precisa Miceli.

Altro fronte di impegno condiviso dal CNAPPC e dall’Ordine degli Architetti di Roma riguarda l’accesso alla professione. Si lavora per una laurea abilitante, che veda durante l’ultimo anno del corso di studi un tirocinio affidato agli ordini professionali, che quindi saranno coinvolti nelle commissioni di laurea.

“Il nuovo Consiglio ha lavorato con i gruppi parlamentari per il nuovo disegno di legge affinchè sia eliminato l’attuale esame di stato e si porti il mondo delle professioni all’interno della formazione accademica universitaria” spiega Miceli. Alcuni Ordini si sono già attivati promuovendo dei tirocini formativi.

Consistente il contributo dell’OAR che ha chiesto un confronto con i relatori della legge, per far inserire la categoria dell’architetto, inizialmente non contemplata, tra quelle con laurea abilitante.

di Giulia Villani
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