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Architettura
12 Ottobre 2019

Young Architects, i giovani si raccontano a SPAM

Spazio alle realtà emergenti a Spam. Ogni giorno, nel corso del Festival organizzato dall’Ordine degli Architetti di Roma (https://spamroma.com/) – in corso, fino al 18 ottobre, presso la Casa dell’Architettura – un appuntamento fisso (dalle 9.30 alle 10.00), ad aprire il programma di ciascuna giornata, è dedicato agli studi di architettura guidati da progettisti under 35: otto esperienze, dai primi passi della carriera all’approccio progettuale fino al modello organizzativo adottato, raccontate da giovani architetti che si confrontano con il tema di ciascuna giornata di SPAM, offrendo il proprio punto di vista sulle sfide professionali a livello nazionale ed internazionale.

La selezione degli “young architects” – è questo il titolo delle sessioni quotidiane dedicate ai giovani talenti – è avvenuta attraverso una call lanciata da SPAM per coinvolgere gli architetti emergenti del network New Generations (NG), il progetto ideato da Gianpiero Venturini (fondatore di Itinerant Office) con l’obiettivo di creare una piattaforma europea per l’architettura emergente, giovani studenti e studi di architettura.I progettisti, nello specifico, sono stati selezionati (prendendo in considerazione curricula, foto di progetti e presentazioni) tra i talenti raccolti nell’Atlante di NG – “Atlas of emerging practices”, presentato a inizio settembre al museo Macro di Roma, con il patrocinio dell’OAR – che raccoglie le risposte date da 120 studi under 35 da tutta Europa sul futuro della professione.

Gli studi che partecipano sono formati da una folta schiera di team italiani – SET Architects, 120 grammi, TA.R.I-Architects,FAT Atelier, MISALAB, MIDE architetti – ma anche da realtà europee come Chybik + Kristof architects (CZ) e humbble (BE).

I protagonisti degli appuntamenti con Young Architects delle prime due giornate tematiche di SPAM – dedicate, rispettivamente, a “Riuso e Trasformazione” (11 ottobre) e “Nature Urbane” (12) -, sono stati SET Architects, studio con sede a Roma, e 120 grammi, laboratorio con base a Venezia (Marghera): li abbiamo incontrati per avere un primo riscontro su idee, approcci e filosofie progettuali delle nuove leve dell’architettura.

Creare spazi per la condivisione

A inaugurare il ciclo di incontri con i giovani architetti è stato lo studio SET. “Dopo la laurea e diverse esperienze in importanti realtà romane – racconta Onorato di Manno, che ha fondato lo studio a Roma, nel 2015, insieme a Lorenzo Catena e Andrea Tanci – abbiamo sentito l’esigenza di provare a realizzare qualcosa di nostro: quale occasione migliore di un concorso? Così abbiamo partecipato al bando per il memoriale della Shoah. Il nostro progetto è risultato vincitore. L’opera ha ottenuto ottimi riscontri e ci ha dato la spinta necessaria a proseguire sulla nostra strada”. Oggi lo studio è composto da sei persone, con una fitta rete di collaboratori che vengono coinvolti in base alle esigenze. Il Memoriale della Shoah a Bologna è stato ultimato nel 2016 ed è oggi un’opera simbolica per l’intera città; tra gli altri progetti dello studio romano c’è quello per un nuovo Polo scolastico a Sassa, in provincia de L’Aquila, il cui design si ispira alle strutture dei telai per arrampicata per bambini: il progetto – che ha vinto il primo premio di un concorso a due fasi e che ha visto la collaborazione di un team multidisciplinare, è al momento “in attesa che si sblocchi l’iter burocratico”. L’approccio di Set “parte dalla considerazione che le richieste sono oggi sempre più complesse e articolate – spiega di Manno -: per questo il nostro obiettivo è di arrivare a un progetto di sintesi in grado di semplificare, sottrarre, per arrivare all’essenza dell’idea, priva di sovrastrutture e capace di essere colta dalle persone. L’architettura deve essere capace di diventare una ‘quinta’, uno sfondo per la condivisione. Deve creare spazi, sia interni che esterni, piacevoli in cui vivere e condividere esperienze ed emozioni. In questo senso, sentiamo molto il tema dello spazio pubblico”.

Un laboratorio aperto e trasversale

Lo studio 120 grammi :: laboratorio di architettura – la cui partecipazione a Young Architects si è inserita nella giornata dedicata al tema delle Nature Urbane – è nato nel 2012 dalla collaborazione di Carlo Pavan e Nicola Pavan (34 e 35 anni, stesso cognome ma nessun grado di parentela): “Il nostro studio – affermano gli architetti – è un laboratorio aperto, che opera in modo trasversale su diverse scale progettuali – dagli allestimenti alle strategie di rigenerazione urbana fino ai progetti di ricerca e studio -, sulle interazioni fra persone e luoghi come fondamento del progetto di paesaggio”. Un approccio focalizzato su più fronti che emerge dai lavori realizzati: da Venezia Città Metropolitana, progetto di ricerca commissionato da Fondazione Gianni Pellicani, all’allestimento per “Il trasporto pubblico a Venezia”, mostra conclusasi a marzo, fino ai cantieri in corso per complessi residenziali o alla strategia per la valorizzazione del patrimonio architettonico delle chiese di Treviso. “A partire dal nome scelto per lo studio, che richiama il peso della carta – spiegano i progettisti – si capisce che siamo legati ad un approccio artigianale. Sentiamo l’importanza di costruire una narrazione, di non esaurire il progetto in aspetti formali e architettonici ma fare in modo che esso sia sostenuto da un racconto di contenuto. Il quale varia da progetto a progetto. Quello che facciamo prima di metterci a disegnare qualcosa è di capire come si situerà dentro il contesto, indagandone le relazioni sociali. Per trovare opportunità di lavoro, è importante costruirsi un valido portfolio di titoli e lavori. I concorsi sono una strada per farsi conoscere”.

I prossimi appuntamenti

Young Architects continua con altri sei incontri. Ecco chi saranno i prossimi protagonisti.

– Domenica 13: Chybik + Kristof Architects & Urban Designers, studio – con base a Brno e Praga (CZ) e a Bratislava (SK) – autore della Gallery of Furniture (showroom di mobili ricoperto da 900 sedie nere di plastica) e che ha appena vinto il concorso per la Ice hockey Arena in Jihlava (CZ)

– Lunedì 14: HUMBBLE works, laboratorio di architettura indipendente – fondato pochi mesi fa da Philippe Morel e Wim Vandendriessche – orientato al prodotto con l’obiettivo di stabilire una nuova cultura edilizia e ambienti di vita innovativi e stimolanti.

– Martedì 15: TARI Architects, studio romano che si è aggiudicato, con il progetto DIVERcity il primo premio nel concorso – indetto dal Ministero delle Infrastrutture russo – “for standard housing and residencial development concept design”

– Mercoledì 16: Fat Atelier, collettivo fondato nel 2016 tra Milano, Lisbona e Zurigo, particolarmente attivo nella partecipazione a concorsi: finalista con il progetto M I R R O R per la Fundació Mies van der Rohe a Barcellona.

– Giovedì 17: MISALAB, studio-laboratorio con sede a Roma che nasce dal dialogo tra due donne, Michela Ekström e Sara Ceccoli, attualmente impegnato nel completamento di Stonehouse, casa in pietra tra gli ulivi.

– Venerdì 18: MIDE architetti, team con basi a Fiesso d’Artico (Venezia) e Milano, con un prtfolio di progetti residenziali, industriali e pubblici (scuole, teatri). Appena affidati i lavori per la realizzazione dell’ampliamento dell’istituto superiore “Domenico Sartor” di Castelfranco Veneto.

Redazione OAR

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