Punto di riferimento mondiale per la capacità di fondere memoria, luce e paesaggio in un linguaggio architettonico di straordinario equilibrio. È una delle definizioni che possono delineare il ritratto di Álvaro Joaquim de Melo Siza Vieira, uno dei grandi maestri dell’architettura contemporanea, autore di opere entrate nella storia: dalla Piscina das Marés al Museo Serralves, dalla Facoltà di Architettura di Porto e al Padiglione del Portogallo per l’Expo ’98. L’architetto portoghese ha ricevuto il Piranesi Prix de Rome alla Carriera 2025, il prestigioso riconoscimento internazionale dedicato all’alta formazione classica in architettura, la cui cerimonia di premiazione si è svolta ieri – 13 ottobre 2025 – presso la Casa da Arquitectura – Centro Português de Arquitectura di Matosinhos, città natale del maestro, alla presenza di personalità del mondo accademico e professionale internazionale. L’iniziativa è stata promossa dal Comitato Scientifico del Piranesi Prix de Rome, con il patrocinio dell’Ordine degli Architetti PPC di Roma e provincia, in collaborazione con lo Studio Cor di Porto, guidato da Roberto Cremascoli, da cui è partita la proposta per il riconoscimento.
«Il maestro Siza – ha detto il presidente OAR, Christian Rocchi, nel suo messaggio – è stato ed è un faro, che ha spostato l’asticella della conoscenza un po’ più in alto. La sua architettura è parte del nostro Dna culturale. Osservare il lavoro di Siza è come assistere a un atto di creazione: nei suoi schizzi si percepisce la capacità di racchiudere l’idea originaria, quasi un gesto magico che trasforma il pensiero in forma. È straordinario vedere come quella stessa idea, trattenuta nel disegno, riesca poi a incarnarsi nella costruzione, senza mai perdere la sua forza poetica». Gli schizzi di Siza hanno, «per me – ha proseguito -, una grande potenza evocativa, come quelli di Luigi Moretti: entrambi testimoniano quella sacralità del disegno come strumento di pensiero e di visione». Rocchi, in quest’ottica ha ricordato il legame con il lavoro svolto dall’Ordine di Roma sull’Archivio Moretti, e in particolare dal segretario uscente Marco Maria Sambo, direttore di AR Magazine, che ha anche dedicato un numero speciale della rivista dell’OAR al Disegno di Architettura, esplorando – tra l’altro – proprio «quella dimensione sacrale del segno di progetto, l’arte di utilizzare la matita per poter congelare un’idea».
Qui il video integrale di Christian Rocchi: LINK
Il nome e le opere Álvaro Siza vanno a costituire un nuovo importante capitolo nella storia del Piranesi Prix de Rome, che va ulteriormente ad arricchire un albo d’oro d’eccellenza, che raccoglie alcune delle voci più autorevoli dell’architettura internazionale contemporanea, in un dialogo costante tra tradizione e innovazione, pensiero e materia, «figure – si è ribadito nel corso dell’evento – che hanno fatto della contemporaneità, il campo di applicazione privilegiato per una continua ricerca sull’essenza stessa dell’architettura e sui valori permanenti del classico nel complesso divenire e mutamento della realtà»: da Rafael Moneo a David Chipperfield, da Peter Eisenman a Bernard Tschumi e Yoshio Taniguchi; da Alberto Campo Baeza a Eduardo Souto de Moura e Mario Botta.
La serata dello scorso 13 ottobre si è aperta con i saluti di Nuno Sampaio, direttore della Casa da Arquitectura, seguiti da quelli di Romolo Martemucci, Emilio Faroldi, Mauro Berta, Federica Visconti e Renato Capozzi, insieme al videomessaggio del presidente OAR, Christian Rocchi. A introdurre la storia del Premio e il suo albo d’oro è stato Pier Federico Caliari, curatore del Piranesi Prix de Rome e presidente dell’Accademia Adrianea. Sono seguiti l’intervento di Roberto Cremascoli, cui – come detto, si deve la candidatura di Siza, e la laudatio di Eduardo Souto de Moura, già vincitore del Piranesi e storico collaboratore di Siza. Dopo la lectio magistralis del Maestro portoghese, incentrata sui momenti salienti della sua carriera e sul dialogo tra architettura contemporanea e patrimonio culturale, hanno preso la parola Gonçalo Byrne e João Luís Carrilho da Graça, architetti entrambi insigniti, in passato, del Premio. La cerimonia di consegna del Piranesi Prix de Rome alla Carriera si è conclusa con la premiazione da parte della presidente della Câmara Municipal de Matosinhos, Luísa Salgueiro, e dell’architetta Camilla Donantoni, seguita dall’intervento di chiusura della ministra della Cultura, Gioventù e Sport del Portogallo, Margarida Balseiro Lopes.
Nato a Matosinhos nel 1933, Siza si è formato alla Scuola Superiore di Belle Arti dell’Università di Porto, dove ha poi insegnato Architettura. Collaboratore di Fernando Távora (tra 1955 e 1958), ha insegnato alla Scuola di Architettura (Esbap) dal l966 al 1969 ed è stato nominato Professore Ordinario di «Costruzioni» nel 1976; ha insegnato alla Scuola di Architettura di Porto. Tra le sue opere più note, in parte raccontato nel corso della sua lectio magistralis: la Casa da Tè Boa Nova (1958-63), le Piscine das Marés a Leça da Palmeira (1961-66), il quartiere di Malagueira a Évora, la Facoltà di Architettura di Porto (1987-96), il Museo Serralves (1996-99) e il Padiglione del Portogallo per l’Expo 1998. Numerosissimi i riconoscimenti ottenuti in carriera, tra cui il Premio Pritzker nel 1992, entrato a far parte di prestigiose accademie internazionali, Siza ha realizzato progetti in Europa, America Latina e Asia – dalla Fundação Iberê Camargo in Brasile al celebre Complesso residenziale detto «Bonjour Tristesse» a Berlino (1980-1984), fino al China Museum of Design Bauhaus Collection a Hangzhou (2018) – arrivando ancora oggi, a oltre novant’anni, a rappresentare una delle voci più autorevoli dell’architettura mondiale. (FN)
Fotografia di copertina di Giuseppe Felici – Dettaglio della FAUP, Faculdade de Arquitectura da Universidade do Porto