Giunto alla sua tredicesima edizione e promosso da ALA Assoarchitetti & Ingegneri, con la Regione del Veneto e il Comune di Vicenza, il Premio pone al centro tutti i protagonisti coinvolti nel processo progettuale, dall’ideazione all’esecuzione: architetto, committente, imprese e pubbliche amministrazioni.
Con oltre 254 opere, 60 paesi, 27 riconoscimenti, 20 eventi e 4 premi, il premio biennale Dedalo Minosse, dal 1997, riconosce la centralità del committente e valorizza la comunicazione con il progettista come dialettica che innesca la genesi del progetto.
L’edizione 2024/2025 conta circa 400 candidature, più di 70 i progetti selezionati, di cui 25 premiati e 45 pubblicati nel catalogo, con candidature inedite dall’Arabia Saudita, Corea, Marocco, Thailandia Namibia e Ghana. Al centro tre parole chiave che rappresentano le sfide attuali dell’architettura contemporanea: internazionalizzazione, sostenibilità e inclusività.
La premiazione, avvenuta sabato 11 ottobre 2025 al Teatro Olimpico di Vicenza, seguita dall’inaugurazione della Mostra del Premio Dedalo Minosse presso la Basilica Palladiana, ha celebrato l’architettura italiana e nel mondo, in tutte le sue declinazioni e scale.
“Di premi di architettura ce ne sono migliaia. Questo è speciale perché premia la committenza, senza la quale è impossibile fare buona architettura – Bruno Gabbiani, presidente nazionale di ALA Assoarchitetti & Ingegneri – Legge il processo e racconta le storie di come i due attori principali di un’opera di architettura, committente e progettista, la cui relazione non scevra di conflitti porta a compimento un’idea con successo, interagiscono tra loro, coinvolgendo i costruttori, i decisori e gli utenti di tutti i giorni, che sono in conclusione coloro ai quali noi progettisti consegniamo l’opera finita”.
Gli architetti romani protagonisti della XIII ° edizione
Il Premio Internazionale Dedalo Minosse alla Committenza di Architettura consegnato ad Amedeo Schiattarella (Schiattarella Associati) per il Diriyah Art Futures, Centro Culturale a Riyadh, in Arabia Saudita. Un sapiente connubio tra progettista e committente (Diriyah Company – Jerry Inzerrillo, Group CEO) ha promosso la creazione di una comunità vivace, con un’interpretazione futuristica delle radici del passato saudita. L’edificio, situato ai margini del deserto, affronta il tema dell’espansione del costruito cercando un nuovo dialogo tra natura e città.
Progetto segnalato consegnato a 3C+t architetti Capolei Cavalli architetti per Fondazione D’ARC – Rifugio d’Arte Contemporanea. Giovanni Floridi, notaio e collezionista, è il cuore pulsante della Fondazione D’ARC, un centro culturale che nasce dalla riqualificazione di un’ex officina nel quartiere Tiburtino. Con visione e sensibilità, ha guidato un processo progettuale partecipato, creando un dialogo costante con il progettista e dando vita a uno spazio che unisce arte, comunità e rigenerazione urbana. Il progetto è rispettoso del contesto industriale preesistente e si distingue per la qualità architettonica e la funzionalità degli spazi, progettati per ospitare mostre, incontri e attività formative. D’ARC è un luogo di inclusione culturale che promuove la partecipazione attiva di scuole, giovani artisti e cittadini. Sostenuta con risorse private, la Fondazione ha contribuito alla rinascita sociale ed economica del quartiere, generando nuove opportunità. Il recupero di un edificio esistente, con materiali naturali e impianti efficienti, riflette l’impegno di Floridi per la sostenibilità ambientale e la responsabilità sociale. La Fondazione rappresenta un esempio di committenza illuminata, capace di unire arte, architettura, cultura e sviluppo sostenibile.
Il Premio speciale Regione Veneto a Maria Cristina Tullio, Matteo Polci, Simone Amantia Scuderi, Elisa Monteduro e Mattia Proietti Tocca per Parco Marconi. La Regione Lazio, committente, si è resa disponibile a sperimentare un nuovo modello di gestione che garantisca un presidio costante in un luogo tanto sensibile. Parco del Tevere Marconi interpreta le stratificazioni del sito come matrice figurativa e topografica, restituendo ai cittadini uno spazio pubblico accessibile e inclusivo. La grande piazza, concepita come un collage di frammenti, celebra la memoria del luogo e il nuovo belvedere ridisegna il margine urbano rinnovando il collegamento fra la citta e il fiume.
Presenti per l’Ordine degli Architetti PPC di Roma il neo Consigliere Giuliano Fausti e l’ex Presidente Alessandro Panci, a sostenere le candidature degli studi romani, rivelatisi poi protagonisti.