NOTIZIE

Professione
26 Maggio 2025

Il futuro della pianificazione: subito nuovi strumenti e leggi organiche per le sfide ecologiche e di rigenerazione

Il futuro della pianificazione urbanistica in Italia e le criticità e potenzialità dell’urbanistica laziale al centro della due giorni (22-23 maggio) alla Casa dell’Architettura, che ha visto coinvolti l’Ordine degli Architetti di Roma e provincia, l’Istituto Nazionale di Urbanistica (INU), l’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma e decine di relatori provenienti dal mondo dell’urbanistica e della politica.

Un confronto serrato prima sullo stato dell’arte della pianificazione nel Lazio, con l’esposizione delle più attuali e innovative esperienze di pianificazione e progettazione urbana in corso nella Regione, raccolte grazie alla Rassegna Urbanistica Regionale promossa dall’INU Lazio, che ha visto la partecipazione attiva anche dell’OAR, e poi una riflessione – ricca di contributi – sull’utilità del piano urbanistico, ossia sull’urgenza di ripensare gli strumenti urbanistici alla luce delle esigenze concrete delle comunità e delle sfide globali emergenti.

Subito è emersa la necessità di svecchiare l’ormai vetusto apparato normativo per consentire alla progettazione e alla pianificazione di rispondere efficacemente alle sfide di rigenerazione, ambientali e sociali, che la contemporaneità ci pone davanti, partendo proprio dalla legge del 1942.

La due giorni è frutto di un fare rete che l’OAR porta avanti con convinzione per giungere ad un pensiero unico, e quindi più incisivo, da trasferire alla politica, per ottenere un quadro legislativo adeguato ai tempi, ma da far comprendere anche alla comunità per alimentare la domanda di buona architettura e buona urbanistica. L’Ordine degli Architetti di Roma ha portato ai tavoli di confronto il grande lavoro svolto con le proposte di legge sulla rigenerazione urbana e sulla riforma del testo unico dell’edilizia avanzata con quasi tutti gli Ordini provinciali degli Architetti.

«Sappiamo bene che il mondo evolve velocemente e i nostri apparati amministrativi e i nostri iter burocratici non vanno di pari passo con la rapidità con cui si trasformano i nostri territori: dobbiamo avere gli strumenti per poter efficacemente rispondere alle esigenze e poter essere pronti a dare le dovute indicazioni», afferma Alessandro Panci, presidente dell’OAR, ricordando quanto sia urgente una riforma della legge urbanistica del 1942 (e anche di quella regionale) e approdare ad una revisione organica del testo unico dell’edilizia.

Le priorità e le urgenze affrontate nel secolo scorso sono cambiate profondamente e ragionare sull’utilità del piano urbanistico ci mette davanti ad una nuova condizione caratterizzata da crisi multiple: del sistema economico e poi quella climatica e ambientale. Dunque, anche le priorità e gli obiettivi del piano vanno rivisti, ponendo al centro la rigenerazione, che non è riqualificazione edilizia o semplice efficientamento energetico degli edifici. Al centro devono esserci anche i temi del consumo di suolo e della dimensione ecologica e ambientale delle nostre città (si pensi ad esempio agli obblighi introdotti dal regolamento sulla nature restoration law). Di certo, tutto ciò richiede nuove competenze e l’apporto di diverse discipline e il piano urbanistico sarà davvero utile per le comunità se terrà conto dei cambiamenti in corso, quelli climatici e poi ci sono le dinamiche economiche, i conflitti sociali, e tutto deve avvenire in nome di un’autentica rigenerazione con benefici sotto il profilo sociale, ambientale ed economico.

Nel focus sui progetti per Roma, Maurizio Veloccia, assessore all’Urbanistica di Roma Capitale, ha ricordato la recentissima approvazione in Aula della delibera relativa all’ambito di rigenerazione urbana “AMA – Montagnola” che riguarda un’area di 20mila metri quadri e ha annunciato che il masterplan passerà dal concorso di progettazione. «Un ringraziamento va all’assessorato all’urbanistica perché finalmente, grazie anche alla collaborazione con l’Ordine degli Architetti di Roma, il concorso di progettazione per opere pubbliche, per opere private, per masterplan e per allestimenti come quello per l’urban center, è diventato una procedura ordinaria che ha un duplice aspetto positivo: la qualità della trasformazione e l’apertura al miglior progetto, quindi un investimento per la collettività», ha sottolineato Lorenzo Busnengo, consigliere dell’OAR. E dalla tavola rotonda sui progetti in corso per Roma uno spazio è stato dedicato anche al tema dell’abitare con la partecipazione di Tobia Zevi, assessore al Patrimonio e alle Politiche abitative di Roma Capitale. L’assessore ha lanciato una proposta di collaborazione per immaginare l’abitare del futuro e i nuovi quartieri di case popolari, guardando alle esperienze del passato anche in chiave critica per individuare gli errori da non commettere. Una sfida subito accolta dall’OAR per bocca di Lorenzo Busnengo: «Immaginare culturalmente quali debbano essere le trasformazioni, le rigenerazioni dei quartieri popolari degli anni ’60-’70 è un ragionamento culturale che va fatto tutti insieme, chi meglio degli architetti può farlo insieme alla politica: siamo a disposizione per una riflessione che può essere anche a carattere nazionale».

La prima giornata di confronto è stata anche un’occasione per fare sintesi sulla Rassegna Urbanistica Regionale del Lazio. Sono stati illustrati gli esiti di un percorso di otto seminari svolti nella Città metropolitana di Roma e nelle altre quattro province del Lazio, che ha avuto lo scopo di far emergere le più attuali e innovative esperienze di pianificazione e progettazione urbana in corso nella Regione. Dalla RUR è nata anche una mostra, inaugurata alla Casa dell’Architettura il 22 maggio, che si suddivide in un percorso in quattro sezioni per cogliere gli aspetti più significativi dell’urbanistica contemporanea e le opportunità di innovazione cui si aggiungono i progetti vincitori del Contest Inspiring Next Urbanists, promosso dai giovani architetti della sezione Lazio.

La RUR Lazio non si ferma, è un lavoro in itinere. «Il dibattito deve andare avanti e per questo la Rassegna Urbanistica Regionale può anche nel futuro dare sempre più un contributo fondamentale per le trasformazioni concrete di Roma Capitale», rimarca Marco Maria Sambo, segretario dell’OAR e direttore di AR Magazine. «Occorre – prosegue – mettere a sistema le diverse realtà istituzionali, i vari attori che possono dare un contributo alla città: associazioni, cittadini. Questo è il contributo che l’OAR può dare: fare sistema e costruire relazioni. La costruzione di un tavolo di lavoro permanente di riflessione sulla Capitale serve a stimolare il fermento culturale».

Le video-interviste di Giulia Villani

Ornella Segnalini, assessora ai lavori pubblici e Infrastrutture di Roma Capitale

Tobia Zevi, assessore al Patrimonio e alle Politiche abitative di Roma Capitale

Maurizio Veloccia, assessore all’Urbanistica di Roma Capitale

Monitorare le buone pratiche, far emergere le criticità per suggerire il cambiamento possibile è la strada che si continuerà a percorrere. «Dare continuità al lavoro iniziato, significa per INU tenere sempre illuminata la scena per evidenziare in che modo il piano urbanistico e l’agire urbanistico possano definire la concretezza del problema del governo del territorio e aiutare i territori a migliorare e raggiungere gli obiettivi delle politiche pubbliche, facendo in modo che il patto di cittadinanza che lega tutti noi alle amministrazioni che ci governano aiuti a raggiungere quei risultati che le politiche spesso minuziosamente definiscono, ma raramente riescono a raggiungere. Senza questa continuità nella lettura e nell’interpretazione, e se necessario anche nella denuncia di eccessivi ritardi, la pianificazione del territorio rischia di fare passi troppo lenti e non riuscire a essere in sintonia con le esigenze di cambiamento», ha sottolineato Michele Talia, presidente dell’INU.

Secondo Paolo Colarossi, presidente INU Lazio, la RUR «ha permesso di constatare un quadro certamente non esaustivo ma significativo dell’agire urbanistico nella regione e in qual modo il fare urbanistico sia percepito come fattore utile per gli assetti delle città e dei territori». «Una questione emersa in quasi tutti i seminari espressa in maniera più o meno esplicita – ha sottolineato ancora Colarossi – è la formazione di una nuova legge urbanistica regionale che viene ritenuta ormai un’urgente necessità».

Da Michele Colletta, consigliere dell’Ordine degli Ingegneri di Roma e provincia, una riflessione sulla mostra RUR 2025 che «rappresenta la parte più bella dell’urbanistica, non quella degli indici e dei coefficienti, ma l’urbanistica della progettazione e noi abbiamo bisogno assolutamente di progettazione e di progettazione di qualità. Questa deve essere messa al centro dell’interesse i progetti e non possono non pensare ai giovani e alla diffusione dei concorsi».

«Ci sembra urgente ritrovare una specificità e anche un’identità del progetto di architettura nella pianificazione. L’urbanistica nasce per guarire i mali della città che erano quelli dell’industrializzazione. Le cose sono molto cambiate nel tempo e oggi i mali della città sono altri ed è un errore continuare a utilizzare strumenti del secolo scorso per guarire i mali odierni», commenta Massimo Rosolini, presidente della Federazione regionale degli Ordini degli Architetti del Lazio in riferimento alla necessità di modifica degli strumenti normativi.

La prima giornata di lavori è stata aperta con un ricordo di Mimmo Cecchini, professore di Urbanistica presso la Facoltà di Ingegneria della Sapienza Università di Roma, assessore all’Urbanistica del Comune di Roma (1993-2001). Era stato anche presidente della sezione Lazio dell’INU. In molti a ricordare il suo lavoro per Roma e il suo motto: «Dalla cura e dalla qualità dello spazio pubblico si misura la qualità di una civiltà».

di Mariagrazia Barletta

PHOTOGALLERY

TAG

ATTIVITÀ

DELL'ORDINE

POLITICA

DELL'ORDINE