Con l’incontro di sabato si sono aperti i tavoli del Rebirth forum 2025: fino al 7 maggio alla Casa dell’architettura circa 100 organizzazioni, tra istituzioni, movimenti, associazioni si incontrano per avanzare proposte concrete su Roma. Dieci i tavoli aperti che seguono un metodo consolidato e già sperimentato da Fondazione Pistoletto – Cittadellarte per attivare un laboratorio di idee e dare un contributo concreto e incisivo al futuro della città di Roma.
Parte così il Rebirth forum, alla sua seconda edizione romana, organizzato in collaborazione con Cittadellarte – Fondazione Pistoletto, Ordine degli Architetti PPC di Roma e provincia, Festival dell’Architettura di Roma, e promosso da Museo delle Periferie, Roma Capitale e Azienda Speciale Palaexpo. L’iniziativa – che si inserisce nella programmazione di Iper – Festival delle Periferie – analizza dieci temi, quelli portati ai tavoli tematici: abitare e città bene comune; le acque di Roma – i fiumi e il mare; gli spazi verdi e la città multi-specie, la città di genere e la città di tutte e tutti; la città-museo; le periferie, il fronte della città; gli spazi della partecipazione; la città educante; decolonializzare Roma; povertà accoglienza e cura.
Partecipano attivamente ai tavoli anche le Commissioni dell’OAR: Urban center, Parità di genere, Portiamo l’architettura nelle scuole (Plans), gli osservatori Novecento e Accessibilità ed anche la stessa Casa dell’Architettura e Far – il Festival dell’Architettura di Roma. Il metodo seguito è quello della “demopraxia” ideato dal maestro Michelangelo Pistoletto e raccontato da Paolo Naldini direttore di Cittadellarte – Fondazione Pistoletto, che consiste nel far dialogare associazioni, fondazioni, imprese, enti pubblici e privati, profit e no profit, consorzi, comitati, circoli, gruppi di lavoro per connettere le loro pratiche e avanzare proposte che possano incidere positivamente sulla realtà, a partire da decisioni partecipate e senza mai perdere di vista i 17 obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Si tratta di attivare l’intelligenza collettiva per giungere a decisioni condivise.
«Siamo onorati di ospitare un’iniziativa così importante per la città, dai risvolti sociali e culturali che sono universali», afferma Roberta Bocca, vicepresidente dell’Ordine degli Architetti di Roma e provincia, ricordando subito dopo quanto sia urgente «in questo momento storico, intervenire sulle periferie» per il futuro delle città. «Dedicare tempo alle riflessioni sulla città è fondamentale e oggi la parola chiave è collaborazione, senza cui non può esserci futuro. Saranno cinque giorni di lavoro corale che porterà ad azioni semplici e fattibili. Un lavoro di rete per condividere temi e intessere relazioni», aggiunge Alice Buzzone, consigliera OAR e direttrice di FAR.
E, quest’anno il forum si arricchisce della collaborazione delle scuole. Per la prima volta è stato avviato un esperimento per portare ai tavoli la voce delle ragazze e dei ragazzi. Questo ha portato alla predisposizione di schede ad hoc attraverso cui gli studenti sono stati stimolati a portare proposte e riflessioni al forum, grazie a un progetto ideato e coordinato da Alice Buzzone e Francesco Saverio Teruzzi, coordinatore degli ambasciatori Rebirth/Terzo Paradiso.
«Quello che noi facciamo ha a che fare con l’osservare ciò che la città è e sta diventando, ma non basta studiare e guardare le cose come stanno, poi bisogna anche avere il coraggio di cancellare la lavagna e ridisegnare il mondo», sottolinea Giorgio de Finis, direttore del Museo delle periferie e del Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz, nonché direttore del festival delle Periferie.
Le video-interviste di Giulia Villani
Alice Buzzone, consigliera OAR e direttrice del Festival dell’Architettura di Roma (FAR)
Giorgio de Finis, direttore del Festival delle Periferie – IPER
Paolo Naldini, direttore di Cittadellarte – Fondazione Pistoletto
La lecture di Andrew Percy
Ospite di eccezione della serata è Andrew Percy, vicepresidente del Social prosperity network presso l’Institute for Global Prosperity (IGP) che punta a ridisegnare la prosperità del 21esimo secolo, cambiando il modo in cui concepiamo e gestiamo le nostre economie e rielaborando il nostro rapporto con il pianeta, contribuendo a costruire un futuro sostenibile e globale, basato sui principi di equità e giustizia. Percy ha tenuto una lectio magistralis su “Prosperità e generazioni future”, focalizzata sulla costruzione di servizi universali di base, ossia servizi – come l’abitare e i trasporti – gratuiti per chi è ai margini. Non un’utopia secondo Percy, ma una possibilità concreta raggiungibile solo se si supera l’idea che le cose non possono cambiare e se si rimuove la finanza dal vertice delle nostre priorità, sposando il principio dell’inclusione. Ma, i servizi universali sono anche convenienti – assicura Percy -: molto più convenienti rispetto all’erogazione di sussidi e risorse per i meno abbienti.
Andrew Percy, vicepresidente del Social prosperity network presso l’Institute for Global Prosperity (IGP) – Gran Bretagna