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Territorio
11 Novembre 2025

I Cammini come motore di valorizzazione territoriale: il convegno dell’OAR a Civitavecchia

Dal Cammino di Hasekura alle nuove rotte del «turismo lento»: il litorale nord del Lazio in rete per la realizzazione del progetto - Il convegno organizzato dall’Ordine degli Architetti di Roma - Commissione Città Metropolitana OAR

I cammini stanno assumendo un ruolo sempre più rilevante nelle strategie di valorizzazione culturale, paesaggistica ed economica dei territori. Percorsi che attraversano paesaggi, comunità e memorie, capaci di generare un turismo lento e consapevole, lontano dalla logica del consumo rapido e indirizzato invece verso l’ascolto dei luoghi e delle persone. Per i professionisti della progettazione, si aprono nuove prospettive di intervento: dalla definizione dei tracciati alla messa in rete dei servizi, dalla narrazione identitaria alla gestione delle ricadute sul tessuto locale. I cammini diventano così occasioni di sviluppo in grado di connettere paesaggi, economie e opportunità.

In questo quadro si inserisce il convegno «I cammini e lo sviluppo dei territori. Il Cammino di Hasekura e dei martiri giapponesi nel litorale nord del Lazio», in programma il 14 novembre presso l’Aula Pucci del Comune di Civitavecchia. L’appuntamento, organizzato dall’Ordine degli Architetti PPC di Roma e provincia con la Commissione Città Metropolitana OAR, prende avvio dall’esperienza del Cammino di Hasekura, l’itinerario – ideato da Antonio Correnti, architetto, referente OAR e coordinatore scientifico dell’evento, e gestito dall’associazione Variante Cimina della via Francigena – che collega Civitavecchia a Roma, interessando la costa del litorale nord del Lazio e i comuni di Civitavecchia, Santa Marinella, Cerveteri, Ladispoli, Fiumicino e Roma, e coinvolgendo amministrazioni e realtà associative dei territori attraversati.

L’evento formativo – che permetterà ai partecipanti iscritti di acquisire 4 Cfp (registrazione obbligatoria su formazione.architettiroma.it) – presenterà, come detto, il Cammino ispirato all’esperienza di Hasekura Rokuemon Tsunenaga, samurai e diplomatico giapponese noto per aver guidato una delle prime missioni ufficiali del suo Paese in Europa, iniziata nel 1549 e conclusasi nel 1615. Interverranno, tra gli altri, rappresentanti degli enti locali e istituzionali impegnati nel processo di progettazione e valorizzazione del percorso.

Il convegno metterà in evidenza anche altre esperienze già in essere su vari percorsi, dal Cammino 100 Torri in Sardegna al Cammino di San Benedetto, attraverso il racconto di gestori, progettisti, esperti, fino alle pratiche di coinvolgimento delle comunità locali e alle strategie di promozione dei cammini «nell’epoca dei social media». La presentazione dei casi di studio, sarà inoltre l’occasione di riflettere sulle opportunità offerte agli architetti che intendono affrontare professionalmente il tema dell’ideazione e realizzazione di questo tipo di percorsi sia dal punto di vista tecnico, sia organizzativo. Tra i relatori, Emanuela Biscotto, presidente Associazione Variante Cimina della Via Francigena Ets, terrà un intervento dal titolo «Spazio, tempo, paesaggio: il Cammino di Hasekura Rokuemon Tsunenaga», mentre Elio Trusiani, docente alla Facoltà di Architettura della Sapienza, affronterà il tema del «paesaggio tra memoria e presente, i cammini come occasione di riscoperta e valorizzazione.

La locandina con il programma dettagliato dell’evento con tutti i partecipanti

L’introduzione dell’evento è affidata a Raffaele Bencardino, consigliere OAR, delegato Città Metropolitana OAR che, ricordando come «i cammini – che fanno parte dell’immenso patrimonio storico, culturale e paesaggistico italiano – rappresentino vie di comunicazioni che un tempo hanno giocato un ruolo fondamentale nella storia delle popolazioni», rimarca come «oggi continuino ad essere un patrimonio di inestimabile valore», che sta vivendo un nuovo rinascimento. «Papa Francesco nell’Enciclica ‘Laudato Sii’ – prosegue – affermava che il mettersi in cammino è tipico di chi va alla ricerca del senso della vita e che il pellegrinaggio favorisce la riscoperta del valore del silenzio, della fatica e dell’essenzialità ma anche dell’aprirsi agli altri, concetto che si unisce a quello di partecipazione attiva insieme alle comunità locali per la costruzione di un futuro migliore. Patrick Geddes biologo, sociologo e urbanista scozzese, vissuto tra l’800 e il 900, affermava invece che ‘Il cammino si configura come un fare esperienza di un territorio, che consente, per un verso, di immergersi personalmente nei luoghi, in presa diretta, di annotare e raccogliere osservazioni e interpretazioni di prima mano, ma anche strumento per decifrare un territorio, per coglierne i cambiamenti e fare un’esperienza di cui si vuol lasciar memoria’». I cammini, dunque, spiega il consigliere OAR, «possono offrire un contributo importante alle economie del territorio, in particolare dei piccoli centri abitati che da tempo subiscono il fenomeno dello spopolamento, ma la realizzazione del solo tracciato con pavimentazione in breccia ed il posizionamento di due staccionate ai lati del sentiero di certo non basta. Per renderli del tutto fruibili è necessaria una progettazione sapiente che può definirsi tale solo se i progettisti avranno un elevato grado di conoscenza non solo del territorio e della sua popolazione, delle loro tradizioni con i suoi usi e costumi, ma anche del tipo di economia presente». Per questo motivo,«è importante che le amministrazioni, in particolare quelle locali, diventino anchesse protagoniste di questo programma, collaborando con i professionisti nella progettazione e nella promozione dei cammini al fine di renderli un volano nella conservazione, nella loro valorizzazione e nel ripopolamento dei borghi e dei centri storici minori». 

Il convegno del 14 novembre, conclude Bencardino, «prende ispirazione dal Cammino di Hasekura e dei martiri giapponesi, un percorso ricco di storia, arte, natura, fede e spiritualità che si articola in sei tappe e che costituisce l’ultimo tratto di una lunga avventura di evangelizzazione iniziata nel 1549 e conclusasi nel 1615 con l’arrivo a Roma di Hasekura. Lungo il percorso sono connessi diversi ambiti di paesaggio, dai centri abitati, a quelli a forte valenza ambientale come la riserva di Macchiatonda, le dune di Polidoro, l’oasi Lipu Castel di Guido e il paesaggio delle bonifiche nell’area tra Fiumicino e la foce del Tevere; oltre 200 punti di accoglienza potranno offriro anche una prospettiva sull’enogastronomia del territorio».

«Lanciarsi nell’operazione di realizzare un cammino, oltre alle conoscenze tecniche – spiega Antonio Correnti, ideatore del percorso, referente OAR e coordinatore scientifico dell’evento – richiede grande pazienza: come è lento l’incedere del camminatore, altrettanto lo è quello dell’architetto che intraprende quest’avventura. Nell’ideare e tracciare il Cammino di Hasekura e dei Martiri Giapponesi insieme agli altri soci dell’associazione Variante Cimina della via Francigena, ci è stato sicuramente d’aiuto essere pellegrini e camminatori, amanti della lentezza, capaci di andare alla nostra velocità, spesso ritornando sui nostri passi. Il lavoro dell’architetto sulla carta ha seguito quello del camminatore sul territorio e viceversa. Un percorso fatto sempre in continuo dialogo con le Amministrazioni e con i cittadini presenti sul territorio nel comune intento di valorizzare la bellezza diffusa che caratterizza questo tratto di costa laziale. Studiare, progettare, verificare di continuo, far dialogare le varie parti del territorio, mettere in rete pubblico e privato, creare un immaginario; questo è il lavoro che noi architetti siamo chiamati a svolgere quando affrontiamo un lavoro come questo. E il convegno di Civitavecchia, attraverso le esperienze dei suoi relatori, racconterà proprio questo ai colleghi che lo seguiranno: esperienze pratiche, vissute sul campo, da chi i cammini li ha ideati, li vive e li gestisce. Un racconto, come nel caso del Cammino di Hasekura, di un’idea diventata progetto, portata avanti tenendo sempre bene a mente il committente ultimo del nostro operare: il camminatore o il pellegrino che vorrà rivivere il tratto conclusivo dell’avventuroso viaggio del primo ambasciatore giapponese presso la Santa Sede, il samurai Hasekura Rokuemon Tsunenaga».

A saluti istituzionali parteciperanno i rappresentanti dei Comuni coinvolti nel progetto del Cammino di Hasekura, con l’obiettivo di ampliare la riflessione alle opportunità e agli impatti sul territorio connessi all’iniziativa. A seguire l’anticipazione di alcune delle loro riflessioni.

«Civitavecchia è fortemente coinvolta nel progetto del Cammino, essendo il punto di partenza e avendo un legame storico con la città giapponese di Ishinomaki, con cui si è stretto un gemellaggio, e alla figura di Hasekura. La città si impegna a mantenere viva questa parte della propria storia, rinnovandola costantemente attraverso iniziative culturali. Il Festival della cultura giapponese organizzato ogni anno è un esempio di tale scambio culturale», sottolinea Stefania Tinti, vicesindaca di Civitavecchia. Il cammino proposto, prosegue, «rappresenta un’opportunità preziosa per valorizzare il territorio, non solo dal punto di vista monumentale ma anche naturale, enogastronomico e ricettivo. È un ulteriore segnale della volontà di promuovere un turismo lento che offre la possibilità di godere appieno delle ricchezze locali, in contrapposizione alla frenesia contemporanea. Il turismo lento può rappresentare una nuova frontiera di valorizzazione territoriale, in grado di attrarre sia la popolazione locale, sia una parte degli enormi flussi di turisti delle crociere. E offrendo anche, nel contempo, nuove occasioni di interazione tra realtà locali, formative e scolastiche». C’è una forte volontà di partire, conclude Tinti, «ma serve  proseguire sulla strada della collaborazione tra i comuni coinvolti e del supporto istituzionale, soprattutto a livello regionale, per rendere il progetto operativo».

Sulla stessa linea di pensiero la sindaca di Cerveteri, Elena Maria Gubetti, che rimarca come l’adesione al progetto del Cammino di Hasekura «si inserisce in una strategia di valorizzazione e promozione già avviata con il riconoscimento del ‘Cammino degli Etruschi’. La proposta è stata accolta favorevolmente perché coerente con gli obiettivi di marketing territoriale che perseguiamo. I cammini attirano un ‘turismo lento’ – distinto dal turismo di massa, attratto inevitabilmente da Roma – che consente di vivere pienamente il territorio, valorizzando aspetti archeologici, paesaggistici, naturali ed enogastronomici, e differenziando lofferta locale». Come comune capofila, prosegue, puntiamo «a portare avanti una strategia congiunta con gli altri enti interessati per aumentare i flussi e coinvolgere realtà economiche e sociali locali, dalle scuole alle associazioni sportive, per rendere il percorso, oltre che accessibile per tutti, fruibile anche in bicicletta, mountain bike, cavallo. La creazione dei sentieri valorizza luoghi abbandonati e apre opportunità economiche per i proprietari dei terreni attraversati (punti ristoro, prodotti locali). Il nostro territorio, conclude, deve offrire esperienze diverse puntando su un paesaggio unico», dal mare alla montagna, con il sito Unesco delle necropoli etrusche di Cerveteri e Tarquinia.

«Il samurai Hasekura – ricorda Pietro Tidei, sindaco di Santa Marinella – venne ospitato il 24 ottobre del 1615 presso il Castello di Santa Severa per essere poi ricevuto, in speciale udienza, dal Papa Paolo V a Roma, ed una targa posta nella corte del Castello commemora l’avvenimento. Con il ‘Cammino di Hasekura’, che oggi andiamo a realizzare, proponiamo un tour in cui i visitatori avranno modo di apprezzare le bellezze paesaggistiche, il mare, l’antico maniero, la storia antica della città raccontata dal sito archeologico di Castrum Novum e anche quella più recente testimoniata dalle ville liberty di primo novecento». Un’iniziativa che – afferma – «rinsalderà la collaborazione tra le città costiere, unite nel proposito di  realizzare un modello di turismo che promuova la sostenibilità e  valorizzi le economie e le culture locali».

La partecipazione al progetto del Cammino di Hasekura, spiega Margherita Frappa, assessore alla Pubblica Istruzione e alla Cultura del Comune di Ladispoli, «conferma il riconoscimento verso la cultura quale strumento di dialogo e cooperazione tra popoli. Ladispoli, città fortemente interculturale con circa 70 etnie presenti sul proprio territorio, vede nel progetto un’occasione per promuovere pace, amicizia e memoria storica, rafforzando i legami con il Giappone e la conoscenza reciproca. L’iniziativa è coerente con le nostre politiche culturali orientate alla costruzione di ponti tra culture diverse». L’obiettivo – nello specifico -, prosegue l’assessore, «è dare massima visibilità agli aspetti culturali del cammino, integrandoli nella promozione del territorio». Sono stati realizzati negli anni passati, sottolinea, «collegamenti infrastrutturali che faciliteranno l’inserimento del nuovo percorso aumentandone l’accessibilità. Oltre al tracciato fisico, tuttavia, emerge la necessità di progettare il ‘cammino turistico’: punti di accoglienza, servizi e infrastrutture leggere per i camminatori. Il progetto è in fase iniziale e richiederà coordinamento tra attori territoriali per sviluppare idee efficaci che migliorino l’esperienza dei visitatori e la fruizione culturale». Fondamentali, conclude, i momenti di confronto «come il convegno del prossimo 14 novembre, necessari a rafforzare il coordinamento tra i soggetti coinvolti, far emergere le migliori idee, delineare le priorità». (FN)

di Francesco Nariello

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