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28 Luglio 2020

Ricerca Cnappc: un ruolo cruciale per l’architetto nelle città del futuro

di Redazione OAR

Alla guida del cambiamento e con un ruolo cruciale per costruire il futuro delle città, anche riguardo alle trasformazioni post Covid19 con cui fare i conti per pianificazione e sviluppo urbano. Capaci di individuare risposte ai bisogni sociali, in virtù di un approccio creativo e interdisciplinare che rappresenta uno dei segni distintivi della professione. Sono alcuni degli elementi che caratterizzano la figura dell’architetto secondo la ricerca – presentata il 23 luglio – che il Consiglio nazionale degli Architetti PPC ha affidato alla società Makno con l’obiettivo di verificare il valore sociale dell’architetto e la percezione del ruolo dei progettisti nella definizione di linee strategiche d’intervento per disegnare il futuro delle città e dei luoghi dell’abitare.

L’emergenza epidemiologica Covid19 ed i provvedimenti presi per contenere i contagi – dal lockdown al distanziamento sociale – hanno reso evidente, si legge nella nota di presentazione dello studio, «la necessità di adeguare i diversi spazi dell’abitare alle nuove esigenze di salute, benessere e sicurezza, oltre che alle abitudini acquisite nei mesi di chiusura delle attività e che si consolideranno in futuro». La ricerca commissionata dal Cnappc, dunque, punta a definire l’immagine dell’architetto alla luce di nuovi bisogni ed esigenze sociali/strutturali messe in evidenza dalla crisi sanitaria.

Nel dettaglio, l’indagine si è basata su un questionario somministrato via web ad un campione di 1.500 persone, rappresentativo della popolazione italiana con più di 18 anni e titolo di studio pari ad almeno quello della scuola superiore.

Tra i risultati più interessanti della ricerca, emerge che una quota significativa del campione – circa un terzo – ritiene che l’architetto, nella sua attività, «possa avere direttamente responsabilità anche ‘politiche’, di decisione nell’interesse pubblico»: essere, quindi, una figura «che decide e guida il cambiamento». L’architetto risulta essere una figura che gli intervistati  dichiarano di «conoscere bene» e alla quale attribuiscono un «valore sociale». Alla domanda sulle qualità che distinguono e si cercano nel progettista la risposta più gettonata è stata: la «capacità di comprendere i bisogni della gente/del cliente». A seguire, si piazza la creatività.

Per il 39,5% del campione, le competenze dell’architetto – in futuro – «dovranno essere sempre più interdisciplinari e combinate con conoscenze di economisti, sociologi, tecnici», mentre per il 36,3% `«dovranno essere più orientate alle conoscenze tecnologiche».

Gi architetti, conferma la ricerca, rivestono un ruolo decisivo per il futuro dello sviluppo urbano. Il loro compito è «assicurare che la città funzioni» per oltre un quarto del campione (25,1%). E, guardando al futuro e al dopo Covid-19, quella dell’architetto è la figura strategica alla quale affidare la pianificazione e lo sviluppo urbano, in misura anche superiore a quella dell’ingegnere.

Un focus specifico riguarda le tematiche legate alla disparità di genere. L’opinione del campione è fortemente orientata (80,6%) ad un’equiparazione fra uomini e donne (anche se preoccupa che il 13,2% giudichi «più affidabile» un architetto uomo, mentre il 6,3% non si esprime) e quasi l’82% degli intervistati ritiene che «contino solo le capacità». Chi preferirebbe affidare la progettazione di un grande progetto ad un architetto donna, ne apprezza soprattutto il maggior spirito pratico e la maggior fiducia che ispira per la sua sensibilità.

(FN)

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