50 ANNI DI PROFESSIONE

Breccia Fratadocchi Tommaso

Tommaso Breccia Fratadocchi nasce a Roma nel 1936 e si laurea nel 1962 alla Facoltà di Architettura dell’Università di Roma “Sapienza”; lo stesso anno consegue l’abilitazione all’esercizio della professione e si iscrive all’Albo dell’Ordine degli Architetti PPC di Roma e provincia con la matricola n. 1448.

Nel 1964 ottiene l’abilitazione in “Urbanistica ed Edilizia” al concorso per titoli della Gestione Case per Lavoratori e l’anno successivo entra a far parte in qualità di membro del Gruppo Interdisciplinare di Studio per lo Sviluppo Economico e Territoriale dei Paesi in via di sviluppo e diventa socio della Sezione laziale dell’INU. Nel 1968 entra, come socio, in Italia Nostra, nell’Associazione Nazionale per i Centri Storici.

La libera professione prende avvio subito dopo la laurea e prosegue fino al 1970 con lo Studio Architetti con sede a Roma che condivide con gli architetti P. Cuneo, M. Guidi, P. Luzzi e G. Nigro. In questi anni, accanto alla partecipazione a concorsi nazionali per la progettazione di edifici a carattere collettivo, svolge attività professionale nello Studio E. Lenti – G. Sterbini; in particolare si segnalano le progettazioni edilizie a Roma in collaborazione con l’arch. G. Sterbini con il quale lavora anche a progettazioni urbanistiche. Sul finire degli anni ‘60 redige, per conto della Soprintendenza ai Monumenti dell’Aquila ed in collaborazione con gli ingegneri E. Lenti ed E. Tomassi, il Piano Paesistico del versante aquilano del Gran Sasso con lo studio per il nuovo tracciato dell’A24 nel tratto tra Assergi e Camarda che interessa un ambito di elevato pregio ambientale e, con gli stessi progettisti, redige il Piano di salvaguardia dei due centri storici.

L’attività professionale prende una decisiva svolta nel 1970 quando viene assunto da Italstat – Società Italiana per le Infrastrutture e l’Assetto del Territorio del Gruppo IRI per la quale redige diversi studi di fattibilità urbanistica ed edilizia. Si ricordano gli studi per l’Aeroporto di Fiumicino tra i quali la configurazione della futura quarta pista, vie di rullaggio e piazzali di sosta per gli aeromobili e gli studi preliminari per il Piano di sviluppo a lungo termine. Nel 1972 è delegato a rappresentare Italstat, Condotte, IPI ed Italstrade all’Esposizione Industriale Italiana, organizzata a Pechino dal Ministero degli Affari Esteri e dall’Istituto per il Commercio Estero (10-22 ottobre). Nel frattempo, il suo interesse per le attività di volo, e quanto intorno ad esso ruota, non è solo professionale e consegue il brevetto di pilota civile di II grado.
Nel 1974 viene assunto da ADR – Aeroporti di Roma, dove, l’anno successivo assume il ruolo di dirigente del Servizio Pianificazione Sviluppo Infrastrutture. Con il nuovo incarico negli anni 1976-78 redige i Piani di sviluppo a breve e medio-lungo termine dell’Aeroporto di Fiumicino ed il Piano dell’Aeroporto di Ciampino e avvia un’intensa e costante attività di aggiornamento professionale con la partecipazione a numerose conferenze internazionali: 5th World Airports Conference, Londra (1976); 17th ICAA Annual Congress, Vienna (1977); 32nd WEAA Conference, Stoccolma (1978); 19th ICAA Annual Congress, Nizza (1979); 33nd e WEAA Conference, Roma (1979); 6th World Airports Conference, Londra (1980); 21st ICAA Annual Congress, Manchester (1981); 8th World Airports Conference, Londra (1987); ICAA Europe Symposium, Bruxelles (1989); The third European Aerospace Conference, Londra (1990); 9th World Airports Conference, Londra (1991); New Strategies for Airport Expansion Conference, Philadelphia (1991) Contemporaneamente segue i corsi Airport Planning and Design, Loughborough, University of Technology, UK (1987) ed Airport System Planning, Berkeley, University of California, USA (1988). Fornisce la propria consulenza alla Società Bonifica per lo studio di prequalificazione della nuova aerostazione passeggeri dell’Aeroporto di Tunisi (1975) e per il progetto di massima di prequalificazione per la nuova aerostazione dell’Aeroporto Sheremetievo di Mosca (concorso internazionale, 1976). Con Bonifica e Infrasud collabora allo studio di fattibilità ed al progetto di massima per l’ampliamento dell’aerostazione dell’Aeroporto di Mosca Vnukovo (1992).

Cessato il rapporto con ADR, nel 1995, non viene meno il suo interesse per il campo specifico che continua in regime di libera professione, senza trascurare studio e aggiornamento: 5th ACI Annual Conference, Praga (1995); ACI Airports 2020 Conference, Montréal (1995); 5th ACI World Conference, Washington (1995); 6th ACI-Pacific Regional Conference, Tokio (1996); 7th ACI World Conference, Parigi (1997); ACI Europe, 1a Conferenza sull’economia aeroportuale, Venezia (1997); 8th ACI Europe, Conference Airports and Environment, Copenhagen (1998); 9th ACI World Conference, Ginevra (1999); e 10th ACI Europe Conference, Global Alliances and Privatization, Roma (2000).

Nel 1996 prende l’iniziativa di pubblicare un documento con un progetto dettagliato su Il futuro dell’aeroporto di Fiumicino (ripreso da Air Press, 29 luglio 1996), per evidenziare alcune sostanziali incoerenze del piano di sviluppo, allora in corso di attuazione, e l’opportunità dell’adeguamento ai nuovi contesti del trasporto aereo. Pur non eseguito, il progetto precorre i tempi, sottolineando, ad esempio, l’esigenza di evitare investimenti infrastrutturali non più attuali e di orientare il completamento del piano verso una aerostazione Alitalia, che l’avrebbe resa più appetibile nella ricerca di partner e nella prospettiva di un’imminente privatizzazione.
Nel 1999 partecipa, in collaborazione con ADR Engineering, alla gara di appalto per i servizi di ingegneria relativi all’aggiornamento del piano di sviluppo dell’Aeroporto di Sofia con lo schema della nuova aerostazione. Ancora, come consulente per ADR Engineering, negli anni 2000-2002, collabora allo studio di impatto ambientale per il prolungamento della pista di volo dell’Aeroporto di Lamezia Terme e collabora con l’ing. M. Foschi agli studi del settore Aviazione Generale dell’Aeroporto di Olbia-Costa Smeralda.

L’attenzione a tematiche specifiche della storia dell’architettura, ed in particolare dell’architettura armena, nasce con spiccato interesse a seguito di un lungo ed avventuroso viaggio che, subito dopo la laurea, lo porta a visitare Libano, Giordania, Iran, Iraq e Turchia. Dopo questa esperienza amatoriale, gli stessi luoghi vengono nuovamente visitati grazie ad una ricerca, condotta con l’arch. P. Cuneo, costituita presso l’Istituto di Storia dell’Arte Medievale della Facoltà di Lettere e Filosofia di Roma e la sovietica Accademia delle Scienze, Armenia Erevan. Missioni di studio lo portano di nuovo in Armenia nel ‘66 e nel ‘68 e nei territori dell’Armenia storica (Turchia Orientale, Iran ed aree di influenza siriane ed irachene) visitati negli anni 1967, 1969, 1970 e 1971. Nell’ambito di questa esperienza si inquadra l’organizzazione delle mostre Architettura medievale armena allestita nel 1968 a Roma (Palazzo Venezia) ed a Venezia (Palazzo Ducale) e la curatela del catalogo. Gli studi e le ricerche saranno infine pubblicati nel 1988 in due corposi volumi: P. Cuneo, Architettura Armena dal IV al XIX secolo, De Luca Editore.
Conduce inoltre studi sull’architettura e sull’urbanistica islamica del Mediterraneo e del vicino Oriente con riferimenti in Asia Centrale e, nel 1972, partecipa come membro ad una missione scientifica in Uzbekistan e Turkmenistan sul tema L’architettura civile e religiosa islamica nei centri dell’Asia centrale (Urgenc, Hiva, Buhara, Samarkand, Achgabat) condotta nel quadro degli scambi culturali tra CNR e Accademia delle Scienze delle relative Repubbliche. I viaggi in Algeria, a Tamanrasset (1971-72), Ghardaia e Timimun (1978) in Yemen a San’a, Hudaydah, Ta’izz, e Sad’ah (1974-75), in Libia, a Ghadames e Ghat (1977) gli offrono l’occasione per coniugare gli studi con la passione per l’architettura e la cultura dei luoghi. In Armenia torna anni dopo, nel 1989, come membro di una missione italiana inviata allo scopo di effettuare una ricognizione dei danni subiti dai monumenti storici a causa del disastroso sisma che ha colpito il Paese l’anno prima.
L’interesse per questo specifico ambito della storia dell’architettura trova sbocco anche nel XX Corso di Cultura sull’arte ravennate e bizantina che tiene a Ravenna nel 1973 e nel Corso di Storia della tecnica architettonica Cenni su strutture edilizie nel medio Oriente e nell’Africa settentrionale. Strutture murarie islamiche che lo vede professore a contratto integrativo presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Pescara negli anni 1996-98.

In occasione del settantennale dalla distruzione dell’Abbazia di Montecassino (1944) pubblica un volume sulla ricostruzione della stessa attingendo dai copiosi materiali inediti dell’archivio del padre Giuseppe che ne fu l’architetto progettista.

PHOTOGALLERY

ATTIVITÀ

DELL'ORDINE

POLITICA

DELL'ORDINE