50 ANNI DI PROFESSIONE

Battaglini Massimo
Battaglini Massimo

Massimo Battaglini nasce a Portici (Napoli) nel 1924.
Frequenta la Facoltà di Architettura di Roma “La Sapienza”, dove vince la borsa di studio “Virginia de Gasperis” e si laurea nel 1948, iscrivendosi all’Albo nel 1950.

Inizia l’attività professionale presso il Gruppo Architettura del Ministero dei Trasporti.
Iscritto all’albo dei professionisti GESCAL, negli anni ‘50 prende parte alle iniziative di ricostruzione promosse da INA Casa, GESCAL e IACP, con diversi quartieri in Sicilia (per IACP di Trapani), nel Lazio (per IACP di Latina e di Frosinone), per IACP di Savona e di Ravenna e per INAIL di Varese e di Pavia.


Partecipa, insieme ad altri colleghi, a numerosi concorsi nazionali per opere pubbliche, tra cui, nel 1955, quello per la Stazione Ferroviaria di Napoli Centrale (con B. Barinci, C. Cameli, C. Cocchia, G. De Luca, M. Lombardi, L. Piccinato, G. Vaccaro, B. Zevi, ingg. M. Campanella, P.L. Nervi, U. Viale), conseguendo il primo premio ex aequo e l’affidamento dell’incarico: all’arch. Battaglini si assegnano il coordinamento del gruppo di professionisti e la stesura dei progetti esecutivi, all’ing. U. Viale le strutture. Il concetto, alla base della nuova stazione, consiste nel superamento dell’edificio come quinta architettonica della piazza antistante, considerandolo invece come una grande copertura unitaria, che raccolga, da un lato, il traffico dei treni, e si addentri, dall’altro, nella città, snodo di passaggio ai servizi di trasporto urbano
ed autostradali, di superficie e sotterranei. Sotto la grande copertura trovano posto tutti i servizi per i viaggiatori, con superfici vetrate totali, mentre è dislocato lateralmente l’edificio per uffici.

Negli anni ‘60 inizia la collaborazione con Sante De Sanctis e Franco Tenca per la partecipazione ad alcuni
concorsi, di cui vince quelli per il Palazzo di Giustizia di Ragusa, per la nuova sede dell’ESE (Ente Siciliano
Elettricità) a Catania (Premio Regionale InArch per la Sicilia 1962), per il Palazzo di Giustizia di Caltagirone
(Catania) e per il PRG di Modica (Ragusa), occupandosi anche delle relative esecuzioni. Sempre in Sicilia
realizza, in collaborazione, un palazzo per uffici a Ragusa, il palazzo dell’INA a Caltagirone (Catania) e un
complesso abitativo a Palermo per l’INAIL. Le facciate di tali edifici sono tutte protette da strutture alveolari aggettanti, che schermano le vetrate dagli eccessi climatici del sole, in accordo con la situazione climatica dei luoghi.


Nel 1960 vince il concorso per l’Istituto di Chimica Farmaceutica e Tossicologica nella Città Universitaria di Roma (con M. Boschetti, L. Giovannini, M. Lombardi), di cui cura la realizzazione, portando così a definizione uno spazio lasciato ancora vuoto nel tessuto urbanistico
piacentiniano. L’edificio si compone di una serie di tre aule didattiche di esercitazione, a due piani, che circondano l’aula magna, completata da un’ala di uffici e da una biblioteca su tre piani, con un’aula di esercitazione distaccata per lo studio degli isotopi.
Nel 1966 consegue il primo premio al concorso per il Palazzo dello Sport di Firenze-Campo di Marte (con S. De Sanctis, F. Tenca, ing. U. Viale), non più realizzato a seguito dell’alluvione che colpisce la città nello stesso anno. Il progetto, scelto indipendentemente da una giuria di esperti e da un referendum popolare, a seguito di una mostra degli elaborati a Palazzo Strozzi, si basa sul concetto di realizzare la copertura dello stadio e delle strutture sportive e di ritrovo connesse, con una piastra, poco emergente dal terreno, che non contrasti dall’alto con il paesaggio storico consolidato della città.
Nel 1967 si aggiudica il concorso per l’ospedale di Macerata (con “Gruppo Marche” di P. Castelli) e nel 1969 quello del Nuovo Policlinico S. Pertini a Roma-Pietralata (con S. De Sanctis, M. Lombardi, L. Sili, F. Tenca), di cui cura le realizzazioni. Quest’ultimo realizza il concetto dell’ospedale orizzontale, superando la consueta sistemazione verticale del falansterio di dieci piani per le degenze; un piano di servizi è unito con opportune pendenze al soprastante piano per i degenti, a contatto dei quali sono lasciati gli spazi verdi. La struttura di tutto il complesso è impostata su una maglia quadrata, in cui ha trovato applicazione una sistematica prefabbricazione.

L’architetto partecipa inoltre alle commissioni giudicatrici di diversi concorsi nazionali, quali quello per i reparti di Chirurgia Generale dell’Ospedale Careggi di Firenze, di Ortopedia e Riabilitazione dell’Ospedale Cardarelli di Napoli, nonché per la Moschea di Roma.


Inoltre progetta ed esegue, a Roma, diversi edifici residenziali per cooperative edilizie e per privati, oltre alla chiesa di Nostra Signora di Coromoto in S. Giovanni di Dio ai Colli Portuensi. In quest’ultima la copertura dello spazio quadrato, in accoglienza dell’assemblea secondo il Concilio Vaticano II, è realizzata con un graticcio portante in legno lamellare, a triplice orditura, poggiante su semplici quinte di mattoni. L’illuminazione, che penetra lateralmente e dall’alto, confluisce verso lo spazio sacro, conferendogli un carattere mistico, in cui i fedeli possono trovare un raccolto luogo di preghiera, pur nella caotica edilizia circostante.


Nel corso della sua attività Battaglini partecipa attivamente all’impegno sociale di rappresentanza della categoria degli architetti, per la tutela e la conduzione della professione.
Eletto Consigliere dell’Ordine (dall’ottobre 1964 al giugno 1966) e Presidente dell’Ordine degli Architetti di Roma e del Lazio (dal giugno 1966 al novembre 1970), diventa Consigliere del Consiglio Nazionale degli Architetti (dal novembre 1970 al 1972).
Socio fondatore dell’InArch (1960), è membro della giunta esecutiva dell’ANIAI (Associazione Nazionale
Italiana Architetti Ingegneri), di cui diventa Vicepresidente; membro del consiglio direttivo dell’URIA (Unione Romana Ingegneri Architetti), è fondatore e Presidente del SINDARCH (Sindacato Architetti Liberi Professionisti).
E’ inoltre membro dell’AIAGP (Associazione Italiana degli Architetti del Giardino e del Paesaggio) e iscritto
all’albo degli esperti in pianificazione territoriale presso il Ministero dei Lavori Pubblici.

Membro del CNETO (Centro Nazionale Edilizia e Tecnica Ospedaliera), è attivo nel settore dell’edilizia ospedaliera, sia con la partecipazione a numerosi concorsi, sia con l’elaborazione di diversi contributi teorici (Ricerca operativa sugli organismi sanitari, per SOGENE e Studio preliminare per l’Ospedale Generale di zona, per il Centro Studi ITALEDIL, entrambi con F. Donato, E. Piroddi), con interventi in riviste specializzate (“Laboratorio” edita da SOGENE, “Tecnica Ospedaliera” edita dal CNETO), convegni e mostre (Congresso Nazionale Federazione Nazionale Tecnici Ospedalieri e MOSAN – Mostra Sanitaria Nazionale).
Condirettore della rivista “L’Ingegnere” nel 1975, dirige, dal gennaio 1968 al novembre 1970, il mensile “A.R.”, scrivendo per entrambe le testate numerosi articoli ed editoriali.
Molte delle sue opere sono state pubblicate sui principali quotidiani nazionali e su riviste specializzate
(quali “L’Architecture d’Aujourd’hui”, “L’Architettura. Cronache e Storia”, “L’industria italiana del cemento”, “Vitrum”), oltre che in volumi di architettura contemporanea (V. Bacigalupi, C. Boaga, B. Boni, Guida all’architettura contemporanea in Roma, ANIAI, Roma 1965; Pontificia opera per la preservazione della fede e la provvista di nuove chiese in Roma, Chiese nuove in Roma, Roma 1968; B. Zevi, Cronache di Architettura, Roma-Bari, 1970-79; C. Perogalli, Case e palazzine isolate, Milano 1963 ).
Nel 1982, a seguito di gravissime perdite familiari, è costretto ad interrompere l’attività professionale.

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