50 ANNI DI PROFESSIONE

Morgia Luciano
Morgia Luciano
Morgia Luciano

Luciano Morgia nasce a Roma il 26 febbraio del 1938, alla vigilia della guerra, ed è stata proprio la guerra, per una serie di circostanze fortuite, a decidere il suo futuro da Architetto.
Nasce nel villino, in piena campagna romana, che il nonno ferroviere aveva avuto in assegnazione dalle Cooperative che dal 1921 al 1924 avevano costruito sull’asse di via del Pigneto quella che fu chiamata “ la Città Giardino del Prenestino”.

È situato, il villino, non molto lontano in linea d’aria dallo Scalo S. Lorenzo, che il 19 luglio del 1943, è oggetto del primo e più violento bombardamento che gli “alleati” effettuano su Roma, distruggendo il Quartiere S. Lorenzo più che lo Scalo, il vero obiettivo. Il villino, data la vicinanza, diviene inagibile ed è necessario trasferirsi con la famiglia, in un luogo più sicuro. Destino vuole che nell’appartamento al piano superiore abbia il suo Studio l’architetto Amos Mainardi. È un colpo di fulmine. La vicinanza e la benevola disponibilità di Mainardi ad insegnargli le prime nozioni del disegno, fa sì che si innamori di quella professione e decide, ha circa 6 anni, di diventare architetto, e questo obiettivo perseguirà sempre in futuro.
Conseguito il diploma di Liceo Scientifico presso il Cavour di Roma, il 26 ottobre del 1956 si iscrive alla Facoltà di Architettura dell’Università di Roma “Sapienza”, matricola n. 5312, nell’allora mitica ed unica sede di Valle Giulia.
Conseguita la laurea in Architettura il 17 luglio del 1963, nel 1964 si iscrive all’Albo dall’Ordine degli Architetti PPC di Roma e provincia con la matricola n. 1620.

Aver frequentato diversi Studi di architetti e collaborato con loro per alcuni anni prima della laurea, malgrado l’obbligo di frequenza, lo prepara alla professione, che intraprende subito dopo aver assolto gli obblighi di leva (1965-66), per non lasciarla mai, ed esercitando sempre e solo la libera professione.
Deve in particolare agli anni di collaborazione con l’arch. Luigi Pellegrin, negli Studi di via Giulia e via dei Lucchesi, l’acquisizione di un metodo di lavoro, la capacità di gestione di un progetto architettonico, la perseveranza nella ricerca delle migliori soluzioni. In sintesi, come essere un Architetto.
La collaborazione con l’arch. Paolo Portoghesi, sia pure saltuaria in occasione della partecipazione a concorsi, e il viaggio di studio effettuato nel 1960 in Olanda, consentono che gli vengano affidate le voci relative a quella Nazione nel Dizionario Enciclopedico di Architettura e Urbanistica diretto dallo stesso Portoghesi, prima edizione 1968.
Lasciati gli Studi professionali che aveva fondato da studente insieme ad amici anch’essi studenti, prima in via del Gesù, poi a largo di Torre Argentina, nel 1967 apre un proprio Studio in largo Antonelli, nel quale ha sempre esercitato la professione con giovani collaboratori architetti.
Dal 1967 inizia di fatto la professione con i primi incarichi affidatigli da conoscenze personali.
Preferisce, fin dai primi progetti, seguirne la direzione lavori, che svolge con impegno e passione, fermamente convinto, condizionamenti a parte, che solo il progettista possa eseguire l’opera come l’ha pensata.
Non sempre ciò si verifica, malgrado l’impegno, tanto che talvolta il progettista, ed è questo il caso, non soddisfatto del risultato, preferisce presentare le proprie opere attraverso i disegni di progetto più che con le foto dell’opera finita.
Nell’arco degli anni dal 1964 al 2015, la sua attività si manifesta come varia e diversificata con la partecipazione a concorsi di progettazione e a gare per titoli, e la progettazione per committenti privati, Imprese, Cooperative edilizie, incarichi all’Estero, per Istituti religiosi, incarichi pubblici ecc.

Le partecipazioni ai concorsi di progettazione sono, all’inizio della professione, il primo impatto con il mondo del lavoro, ed il modo più semplice per confrontarsi con altri architetti.
Si susseguono così la partecipazione al concorso per il Palazzo Municipale di Novara e per un complesso di Edilizia Economica e Popolare per conto dell’IACP a Secondigliano – Napoli nel 1964.
Più tardi, alternando la partecipazione ai concorsi con altri incarichi, partecipa al concorso per un complesso scolastico con scuola elementare e scuola media in via Damiano Chiesa, indetto dal Comune di Roma, progetto segnalato e pubblicato nel volume Linee evolutive dell’Edilizia Scolastica del prof. arch. Fausto Leschiutta nel 1970. Nello stesso anno partecipa al Primo Concorso IN/ARCH – FINSIDER finalizzato a promuovere l’impiego dell’acciaio in architettura.

Il periodo storico ed economico che parte dagli anni ‘70 è favorevole allo sviluppo, che si manifesta con diversi incarichi, anche di privati, committenti che intendono realizzare la propria residenza, Istituti religiosi, Cooperative edilizie, imprenditori.
Al di fuori di queste realtà incombe in quel periodo, come sempre, il pericolo della speculazione edilizia. È necessario operare delle scelte, e con un po’ di coraggio, a volte rinunciando a qualche incarico, riesce a selezionare uno o due imprenditori “illuminati” che scelgono di edificare con progetti qualificati. Questa collaborazione si protrae dal 1967 al 2015.
Gli interventi a favore di Istituti religiosi coprono il periodo di tempo dal 1979 al 1993, e costituiscono una realtà importante nella sua vita professionale.
In particolare meritano attenzione, per la loro complessità, la riconversione ed ampliamento della Casa Generalizia delle Suore Francescane di Cristo Re in via di Torre Rossa a Roma (1990-92) e la ristrutturazione e ampliamento della Casa Generalizia e del Collegio Internazionale della Congregazione dei Sacerdoti del Sacro Cuore in via del Casale di S. Pio V sempre a Roma, trasformati in centro congressi, nel 1993-95.

Dal 1978 al 1983 l’attenzione è attratta dal fermento che inizia a manifestarsi nei Paesi del Golfo, in particolare in Qatar, che nel 1978, anno del suo primo viaggio, è solo deserto e poco altro, ma con un potenziale economico e volontà di sviluppo eccezionali. Tutto ruota attorno alla famiglia Al Thani, già allora al potere con l’Emiro H. H. Sheikh Khalifa Al Thani, per il quale nel 1983 progetta una delle residenze. Altri lavori precedono questo, quasi sempre per membri della stessa famiglia.
Nel 1988 è in Marocco, dove nel 1989, progetta il Complesso alberghiero “Palm Dunes” in Restinga – Tetouan, complesso turistico sulle rive del Mediterraneo, dotato di alberghi, ville, casinò e di tutti i servizi necessari allo svolgimento delle attività ricreative.
Nel 1997 inizia la collaborazione con l’IACP avvenuta attraverso l’aggiudicazione di una gara per titoli, per l’intervento di recupero di due lotti del Quartiere Quarticciolo in Roma, e prosegue con l’intervento di recupero edilizio in Ostia Lido per conto dell’ATER.

Nel 2001 con i figli Valerio e Alessia, anch’essi architetti, fonda lo Studio Morgia Architetti Associati.
Nascono così le partecipazioni ad altri concorsi di progettazione, come quello in due fasi per il centro polifunzionale di un quartiere ad Acilia, indetto dal Comune di Roma, progetto secondo classificato, oltre a quello internazionale per la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea nella sede della ex Peroni a Roma e al concorso internazionale per la Biblioteca del Comune di Maranello (Modena).
Segue nel 2006 un edificio per eventi e centro congressi a Roccantica (Rieti), complesso ma interessante nella progettazione per le attività che in esso si devono svolgere e per i vincoli imposti dal Comune, ma drasticamente e violentemente manomesso dalla committenza in sede di realizzazione, in particolare degli interni.
Nel 2008 partecipa alla gara per titoli e si aggiudica il progetto per il Polo Sportivo Natatorio FIN a Tivoli (Roma) per lo svolgimento dei Mondiali di nuoto del 2009.
Nel 2013 partecipa alla gara per titoli e si aggiudica il progetto per la scuola materna a tre sezioni “Gianni Rodari” a Pomezia (Roma) e realizza, fino al 2015, un complesso residenziale in via Poma a Roma – Tor Sapienza.

Oggi, anno 2016, lasciato l’impegno dei cantieri, continua a progettare come ha sempre fatto, con un foglio di carta e una matita.

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