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Architettura
11 Maggio 2020

Architettura e salute, il primo webinar di Parliamone insieme

di Redazione OAR

La stretta relazione tra salute e modelli territoriali, la possibilità di generare benessere attraverso l’uso di elementi naturali, i progetti nell’ambito della ricerca che sperimentano soluzioni specifiche per la città di Roma, ma anche interventi concreti che – attraverso lo strumento del concorso di progettazione – sono stati avviati sul territorio capitolino.

Sono stati alcuni dei temi al centro del webinar  «Architettura & Salute: ecosistemi, problemi, pratiche e stili di vita», seminario online – svoltosi lo scorso 8 maggio – che è stato il primo appuntamento realizzato nell’ambito di Parliamone insieme: il format culturale OAR che – sulla scia dei temi emersi a SPAM 2019 e in preparazione di quelli previsti per SPAM 2020 – punta a costituire una piattaforma permanente per analizzare i problemi della professione e della città, attraverso la discussione delle idee e il coinvolgimento di esperti e iscritti dell’Ordine degli Architetti di Roma (LINK). Il tutto filtrato attraverso la lente della situazione attuale, con i primi passi di una ripartenza dopo la fase di forti restrizioni connessa all’emergenza epidemiologica da Covid19, e con lo sguardo rivolto al prossimo futuro.

L’evento in streaming dedicato alle molteplici connessioni tra architettura e salute – che è stato seguito da un centinaio di persone sulla piattaforma GoToWebinar – ha visto la partecipazione di un panel di figure esperte provenienti da diversi campi disciplinari: da Franco Rotelli, psichiatra, tra i protagonisti della riforma psichiatrica in Italia, collaboratore di Franco Basaglia, ed ex presidente commissione Sanità e Politiche Sociali della Regione Friuli Venezia Giulia, ad Alessandra Capuano, architetto e docente, coordinatrice PhD «Paesaggio e Ambiente» della Sapienza, fino a Marilena Baggio, paesaggista esperta in architettura del benessere e spazi a verde terapeutico.

A moderare il webinar – e a presentare l’intero ciclo di incontri online – sono stati Roberto Grio, consigliere OAR e direttore SPAM, e Alice Buzzone, coordinatrice SPAM, ribadendo come l’obiettivo principale sia proprio quello di «portare il dibattito sull’architettura anche al di fuori dei confini disciplinari, con il coinvolgimento di esperti, amministrazioni e figure provenienti da diversi ambiti. Multidisciplinarietà, nell’ottica di ampliare visioni e approcci in un mondo sempre più complesso che non può prescindere dalla collaborazione tra figure diverse per progetti comuni». Parliamone insieme, ha detto, «sarà una piazza virtuale, uno spazio aperto a tutti, dove far nascere ragionamenti e proposte condivise».

«Innervare la città di servizi pubblici, sociali, di presenza, di cura, di una attenzione che dovrebbe essere portata da qualsiasi istituzione». È parte della formula proposta – quanto mai attuale nella riflessione post emergenza Covid19 – da Franco Rotelli, che si interroga sul rapporto tra salute e architettura: cosa può fare quest’ultima, in particolare, per il numero sempre crescente di persone che sono in difficoltà ma non sono in ospedale, come malati di lunga durata, disabili, persone con problemi mentali, anziani? «Per affrontare questa questione – spiega – occorre immaginare una città in grado di ‘curare’ queste persone. Una città che mobilizzi le risorse, pubbliche e private, e le indirizzi verso una presa in incarico dei problemi delle persone dentro la comunità, dentro il loro habitat. Dal verde pubblico alla mobilità. Una città fatta non solo di interazioni umane ma di nervature, luoghi,  costruzioni, case, materiali, siti in cui sia possibile immaginare che la fragilità di molti trovi risposte».

Lo stesso Rotelli porta l’esempio di Trieste, dove «hanno collaborato insieme, tra l’altro, comune, azienda sanitaria, istituto case popolari.  E dove, in molti quartieri, c’è una presenza congiunta, amichevole, di tutti questi enti. Quello che immagino è la presenza di tanti piccoli luoghi, con diverse funzioni e tipologie di servizi, in grado di accompagnare la nostra vita quotidiana. La città deve avere questi spazi».

Per Alessandra Capuano, che è coordinatrice nazionale del progetto di ricerca «La città come cura e la cura della città» – focalizzato su tre grandi città italiane, tra cui Roma – è necessario adottare un «approccio transdisciplinare e innovativo per affrontare il tema delle relazioni tra prevenzione della salute e trasformazione urbana: c’è una stretta connessione tra concezioni terapeutiche che hanno dirette ricadute sulla cura della persona ma anche sulle scelte architettoniche e la struttura urbana». Il riferimento è anche alla branca della progettazione «che si occupa di impatto dell’ambiente fisico sulla salute, a studi sulle reazioni psicologiche degli esseri umani di fronte ai diversi ambienti, che hanno aperto la strada, tra l’altro, a nuovi modi di progettare strutture sanitarie e non solo».

Il sistema sanitario, sottolinea Capuano, «dovrebbe riadattarsi al territorio secondo una rete integrata di strutture che offrano una diversa dimensione di spazi per la cura,. Non solo luoghi dedicati alla cura delle malattie, ma anche reti, flussi pedonali e ciclabili, strutture per lo sport, cicli di vita più sani. Architetture che siano in grado di influire su benessere fisico o e psicologico». L’epidemia da Covid19, ha osservato la docente, «ha mostrato – tra l’altro – come siano importanti l’ambiente costruito, la collocazione dei servizi di prossimità, la presenza di spazi verdi».

A declinare la riflessione in termini di architettura del benessere e di potenziale terapeutico degli spazi a verde è stata Marilena Baggio, partendo da una considerazione – «lo spazio non è neutro: può generare benessere o stress» – e, in particolare in relazione allo spazio urbano, da alcuni concetti di «prossemica, la disciplina che studia le implicazioni derivanti dal rapporto dell’uomo (animali e piante ) con lo spazio che lo circonda. Perché – ha osservato – prima che con la parola l’uomo comunica con il proprio corpo».

L’uomo, ha aggiunto, «si comporta come un animale territoriale e ha bisogno di individuare i propri spazi. Preservare il territorio favorisce la concentrazione e la confidenza. L’identificarsi con il luogo lo rende familiare, mentre il controllo garantisce l’orientamento e la sicurezza».  In quest’ottica, Baggio ha evidenziato alcuni principi per una buona progettazione: «Elementi di cui tenere conto – ha detto – sono la struttura ambientale macro e microclimatica, le valenze botanico naturalistiche, culturali e paesaggistiche, le esigenze dei fruitori».

Al centro del webinar anche le riflessioni degli iscritti, sia attraverso i contenuti scritti inviati nei giorni che hanno preceduto l’evento – tra cui quello di Cristiana Costanzo, paesaggista iscritta all’OAR che ha partecipato al seminario live – che con domande durante la diretta streaming.

Nel corso dell’evento è intervenuta Francesca del Bello, presidente del Municipio II di Roma Capitale, che ha rimarcato l’impatto in termini di qualità dello spazio urbano del concorso di progettazione per la riqualificazione e pedonalizzazione degli spazi pubblici di Piazzale del Verano e Viale della XVII Olimpiade, frutto della convenzione tra lo stesso Municipio II, l’Ordine degli Architetti di Roma e provincia e In/Arch Lazio.

Il ciclo di incontri di Parliamone insieme prosegue con altri tre webinar a maggio, tutti alle ore 18.00: «Architettura: quale ripartenza nel Lazio e nella Capitale» (15 maggio), «Modelli di habitat: tra passato, presente, futuro» (22), «Design e tendenze post Covid19» (29). Qui il calendario e le modalità di partecipazione alla call relativa ai webinar (qui).

È aperta, inoltre, la call – rivolta a tutti i suoi iscritti – per raccogliere brevi contributi video incentrati su argomenti pratici legati alla professione. I contributi ricevuti potranno essere rilanciati sul sito web e sui canali social dell’Ordine.  Scarica la CALL

(FN)

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