Dalla partecipazione alla Biennale dello Stretto ai prossimi appuntamenti ad Agrigento, Crotone e Milano in collaborazione con i relativi Ordini guidati rispettivamente da Salvatore La Mendola, Francesco Livadoti e Federico Aldini. Un fitto programma per capitalizzare quegli sforzi di modifica delle norme portati avanti con costanza nel tempo, affinché si giunga ad un modello di governo del territorio al passo con le sfide dei nostri tempi
Fare rete per far emergere buone pratiche, approcci innovativi, esperienze da diffondere e adattare ai diversi contesti territoriali, nonché per migliorare le leggi che governano il cambiamento delle nostre città. Fare rete per consegnare alle istituzioni suggerimenti, spunti e per capitalizzare quegli sforzi di modifica delle norme portati avanti con costanza nel tempo, affinché si giunga ad un modello di governo del territorio al passo con le sfide dei nostri tempi, che aiuti le amministrazioni a guardare al futuro con lungimiranza e responsabilità, mettendo in atto gli improrogabili processi di rigenerazione urbana. Processi che sappiano non solo svecchiare – dove necessario – il patrimonio immobiliare, ma che riescano a sortire benefici economici, sociali e climatici, insieme a quegli effetti immateriali in grado di migliorare la qualità della vita e contribuire al superamento delle condizioni di emarginazione.
È questo il filo conduttore che lega gran parte delle attività dell’Ordine degli Architetti di Roma e Provincia, sempre più aperta al confronto esteso sull’intero territorio nazionale. «Facendo rete con gli altri Ordini, con il mondo della progettazione e con il lavoro che svolgiamo di sensibilizzazione delle comunità, consegniamo un patrimonio alle istituzioni», sottolinea Alessandro Panci, presidente dell’Ordine degli Architetti di Roma e Provincia.
Alla base del cambiamento, ci sono le leggi che lo governano e che lo rendono possibile. L’impegno dell’OAR prosegue anche in questa direzione, i prossimi appuntamenti sono ad Agrigento (27 settembre) a Crotone (12 ottobre) e, a seguire a Milano, in collaborazione con gli Ordini degli Architetti ospitanti e altri Ordini d’Italia. Si parte con il testo unico dell’Edilizia ed il cosiddetto “Salva Casa” per poi proseguire con un focus sulla rigenerazione urbana e sul nodo “Salva-Milano” che va inquadrato nella necessità di superare l’ambiguità di norme nazionali, prima fra tutte la legge urbanistica (1150 del 1942).
Rigenerazione e riflessioni sull’architettura dello spazio pubblico alla Biennale dello Stretto
Sabato 21 settembre il presidente, Alessandro Panci, ha portato alla Biennale dello Stretto una riflessione sull’architettura dello spazio pubblico, durante una giornata di dibattito sulla qualità del progetto, sulla dimensione sociale dell’abitare e sugli spazi di aggregazione. Alla Mostra internazionale di architettura, paesaggio, scrittura, video, fotografia, diventata un punto di riferimento nel dibattito internazionale sul progetto e sulle città, Panci ha partecipato in dialogo con Maria Claudia Clemente, co-fondatrice dello studio Labics con Franceso Isidori. Punto di partenza delle riflessioni i progetti dello studio romano per i Fori Imperiali di Roma, per il Palazzo dei Diamanti di Ferrara e per il campus biomedico di Roma. Tutti progetti nati da concorsi di progettazione, (quello dei Fori Imperiali lanciato e gestito mediante la piattaforma Can – Competition Architecture Network dell’OAR) che mettono in evidenza, non solo ciò che l’OAR sostiene da sempre prodigandosi per la diffusione di concorsi, ossia che la competizione basata sul confronto di progetti e non sul curriculum o sul fatturato, garantisce la selezione di soluzioni di grandissima qualità, ma anche che il concorso si rivela come la migliore procedura per affrontare la complessità e per indirizzare le trasformazioni urbane, come nel caso emblematico del progetto per i Fori Imperiali che ha il delicato compito di risolvere la difficile relazione tra archeologia e città contemporanea a vantaggio di un’idonea fruizione dell’area.
Il convegno presso l’Università degli studi di Messina è stato preceduto da un’esperienza di urbanistica tattica a Villa San Giovanni, curata dalla fondazione Mobilità in città Ets e condotta da Gaia Sgaramella, che ha coinvolto l’Ordine e il presidente degli Architetti di Reggio Calabria, Ilario Tassone. L’obiettivo: trasformare un grigio parcheggio in un vivace spazio di aggregazione per la comunità. Un esempio di come la sinergia tra amministrazione, cittadini e progettisti possa, con un intervento low-budget, generare consenso attorno ad una trasformazione dello spazio pubblico che gioca con i colori, non solo per restituire alla cittadinanza uno spazio di incontro e relazione, ma anche per creare quell’attrattività che, come un seme, può far germogliare una nuova vitalità sociale ed economica. Un’esperienza che mette in evidenza anche i diversi punti di approdo della professione di architetto che, nelle vesti di place-maker, diventa un facilitatore che rende possibile il cambiamento, grazie al lavoro svolto con comunità ed istituzioni in un processo di co-creazione. «Questi esperimenti hanno un grande valore – commenta Panci: noi lo abbiamo riscontrato con le esperienze portate avanti – come OAR – negli spazi di uscita dalle scuole, perché riescono a dare nuovo significato e valore ai luoghi: questi ridisegnati con piccole azioni vengono compresi dalla comunità, guardati in modo diverso, favorendo il processo di appropriazione».
Uno dei valori più importanti che questa giornata lascia è l’importanza del fare rete tra Ordini e mondo della progettazione: lo dimostra l’esempio di urbanismo tattico che ha visto coinvolto l’Ordine degli Architetti di Reggio Calabria, che nella Biennale dello Stretto ha avuto un ruolo attivo nel sensibilizzare le amministrazioni e le comunità; lo dimostrano le esperienze estere illustrate al convegno. «Esperienze di amministrazioni che hanno, con lungimiranza, avviato processi innovativi per affrontare i cambiamenti climatici, per attuare azioni di riforestazione, per eliminare le auto dalle città, per migliorare lo spazio pubblico, pensando non alle esigenze che oggi sembrano impellenti, bensì allargando l’orizzonte temporale, guardando alla città dei prossimi trenta anni», commenta Panci.
Ad Agrigento per rafforzare l’azione per la riforma organica del Testo unico e comprendere le innovazioni e le criticità del “Salva Casa”
Ma, alla base del cambiamento, ci sono le leggi che lo governano e che lo rendono possibile. L’impegno dell’OAR prosegue anche in questa direzione, i prossimi appuntamenti sono ad Agrigento (27 settembre) a Crotone (12 ottobre) e, a seguire a Milano, in collaborazione con gli Ordini degli Architetti ospitanti guidati rispettivamente da Salvatore La Mendola, Francesco Livadoti e Federico Aldini e altri Ordini d’Italia. Si parte con il testo unico dell’Edilizia: «Gli incontri – spiega il presidente dell’OAR – partono dalla volontà degli Ordini di essere di supporto alla politica, sensibilizzandola su temi cruciali. Primo il testo unico dell’edilizia, sul quale siamo al lavoro da più di due anni: abbiamo avanzato una proposta di revisione organica con un testo inviato al Parlamento, solo in parte accolta con il “Salva-casa” che va nella direzione richiesta perché ha dato alcune risposte che chiedevamo, come il superamento della doppia conformità e la semplificazione di alcuni interventi, ma restano criticità ancora aperte che possono essere affrontate solo con la revisione complessiva del testo unico dell’edilizia. Questa settimana c’è stata una prima accelerazione sul lavoro di revisione organica del Tu e l’incontro ad Agrigento servirà a spiegare le novità del “Salva Casa” e a far emergere le incertezze interpretative cui i colleghi devono prestare attenzione».
Crotone e Milano, rigenerazione urbana: obiettivi e superamento dell’ambiguità normativa
A Crotone il focus si sposta sulla rigenerazione urbana. Prosegue l’impegno su un tema più che mai attuale, dopo tanti incontri, in ultimo quello di luglio all’OAR con i parlamentari firmatari dei 15 disegni di legge sulla rigenerazione urbana presentati alla Camera e al Senato. Disegni (gli otto depositati a Palazzo Madama) confluiti ora in un testo unificato che è stato appena adottato in Commissione Ambiente del Senato come base per l’esame parlamentare. «Ora ci preme far comprendere che non basta riqualificare il patrimonio, ma non c’è rigenerazione urbana se non si incide sugli aspetti sociali ed economici. Da solo l’ampliamento del 20% non può rigenerare un quartiere, serve una serie di azioni che devono partire dalla conoscenza del luogo e occorre studiare indicatori che, tenendo conto delle fragilità dei territori, dal punto di vista economico e sociale, servano a capire quali siano le priorità di intervento».
A Milano l’attenzione è dedicata al cosiddetto “Salva-Milano”, ossia il disegno di legge all’esame della commissione Ambiente della Camera che cerca di dare soluzione al caso-Milano emerso dopo le inchieste della procura, ma che riguarda altre città perché punta a ridefinire il concetto di ristrutturazione edilizia e a superare l’ambiguità dell’articolo 41-quinquies della legge urbanistica (1150 del 1942).