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Storia e critica
26 Gennaio 2023

Ambiente, paesaggio, beni culturali. Antonio Cederna: una vita dedicata alla difesa del territorio

Il convegno alla Casa dell’Architettura, a poco più di un anno dal centenario della sua nascita, dedicato all’impegno del giornalista, ambientalista, politico e intellettuale italiano tra ambientalismo e urbanistica - Focus su Roma e sull’Appia Antica

«Antonio Cederna è sempre tra noi, perché lo sono le sue battaglie: dall’impegno costante per la difesa del patrimonio storico, artistico e paesaggistico, alle sue storiche denunce di tutto ciò che mette a rischio l’integrità di territorio e beni culturali, dalla salvaguardia di centri storici e aree archeologiche alla difesa delle coste dalla cementificazione. Battaglie che ci accompagnano e che ci spingono a portare avanti, con umiltà, la sua eredità». Si è aperto con queste parole di Marco Maria Sambo, consigliere e segretario dell’OAR, il convegno dal titolo «Antonio Cederna tra di noi» – con il coordinamento scientifico di Emma Tagliacollo -, che si è svolto lo scorso 23 gennaio alla Casa dell’Architettura e che è stato l’occasione per analizzare, a poco più di un anno dal centenario della nascita, alcuni aspetti del lavoro del giornalista, ambientalista, politico e intellettuale italiano che ha indirizzato, con le sue idee, e con una chiara visione urbanistica, passaggi cruciali in ambiti come la difesa della pianificazione pubblica, la salvaguardia della natura e del territorio come beni non “rinnovabili”. 

La riflessione legata alla figura di Cederna, ha spiegato Sambo – ricordandone la ricchissima produzione di articoli e riflessioni «che rimangono alla storia» e richiamando, tra l’altro, «l’eterna battaglia per salvare Roma», a cominciare dalla salvaguardia dell’Appia Antica – è particolarmente importante «in quanto scava nel profondo del nostro essere architetti impegnati, militanti, immersi come siamo nelle battaglie del contemporaneo, dalla salvaguardia e valorizzazione del Novecento alla tutela del territorio. Oggi più che mai l’architettura è diventata un atto politico e dobbiamo scegliere da che parte stare: dalla parte della salvaguardia o dalla parte della svendita di città e territori: il che non vuol dire trasformarli in ‘presepi’ intoccabili ma semmai riaffermare come l’architettura, come disciplina, sia in grado di costruire, attraverso il progetto, consapevolezza e cultura, non solo cubature». Roma e l’architettura della Capitale, in particolare – ha proseguito – «devono essere capaci di un nuovo slancio internazionale, motore del paese, per cambiare la narrazione della Città Eterna: da ‘Contro Roma’ – per citare illustri pubblicazioni del passato – a ‘Con Roma’, per riaffermare il valore positivo dell’architettura stessa attraverso una nuova consapevolezza e lo studio di maestri come Cederna».

A scandire i diversi passaggi di testimone che hanno caratterizzato la giornata è stata Emma Tagliacollo, Ctf OAR, referente percorso formativo «Storia e Critica» e coordinatrice scientifica del convegno. «Possiamo attribuire a Cederna – ha sottolineato – la paternità di tutti coloro che si preoccupano del territorio e della sua valorizzazione e che, allo stesso tempo, sono interessati alla sua integrità. Per classificare il lavoro di Cederna in un contesto internazionale potremmo richiamarci al concetto di historical urban landscape: il paesaggio storico urbano, un insieme complesso e stratificato, in riferimento alla genesi dei nostri centri storici, non solo italiani ma di tutto il Vecchio Continente». Tagliacollo ha poi ricordato i tanti scritti, dai libri come «I Vandali in Casa» a «Mirabilia Urbis», fino alle migliaia di articoli per le maggiori testare dell’epoca, come Il Tempo, Il Mondo, L’Espresso, Il Corriere della Sera, La Repubblica. «Gli scritti di Cederna – ha concluso – ci chiedono di non ascoltare le suadenti sirene, incentrate soprattutto su parametri ‘economici’, che conducono allo sfruttamento del territorio, all’assalto alle città, ai beni culturali, anche al patrimonio moderno: temi sempre attuali».

La giornata, nel suo complesso, ha visto l’alternarsi di relatori che hanno conosciuto di persona Cederna, ne hanno condiviso in parte il percorso professionale e umano, ne hanno studiato il pensiero e che, in alcuni casi, hanno portato avanti valori e principi alla base del suo impegno.  A partire dall’urbanista Vezio De Lucia, che ha ricordato le tante battaglie di Cederna – a partire dalla più improntate, quella per la tutela dell’Appia Antica – rimarcando, tra l’altro, la necessità di «contraddire la diffusa ed errata opinione che Cederna fosse un passatista, un laudator temporis acti come è stato detto: al contrario non si stancò mai di celebrare i migliori esempi europei, da Londra a Parigi, da Stoccolma alla Ruhr, fino a Vienna, Zurigo, Amsterdam. Purtroppo non fu ascoltato. La conseguenza, per restare su Roma, sono Viale Marconi, il Prenestino, Primavalle, Pietralata, il Borghetto Latino; e la condizione di degrado – da lui denunciata a più riprese – delle disastrate periferie della Capitale». Le testimonianze di Rita Paris, presidente dell’Associazione R. Bianchi Bandinelli e già direttore del Parco Archeologico dell’Appia Antica – che ha ricordato la «lezione infinita di Cederna», la sua lucida passione e il suo concetto di urbanistica moderna – e di Simone Quilici, direttore del Parco Archeologico dell’Appia antica, che – definendolo «padre dell’ambientalismo», si è soffermato sull’eredità materiale e fisica custodita dal 2008 nell’Archivio Cederna nel complesso di Capo di Bove, gestito dal Parco, con documenti che spaziano dal 1947 al 1996.

Tra gli altri interventi quello del giornalista Francesco Erbani, che ha rimarcato come per Cederna «la tutela dell’antico sia sempre propedeutica e funzionale alla costruzione della città moderna», (leggendo poi la poesia «A un architetto impegnato»); di Annalisa Cipriani, vicepresidente di Italia Nostra, con il ricordo del sodalizio con Cederna e il suo ruolo nella nascita di Italia Nostra (e con un omaggio a Vittoria Calzolari, «maestra del paesaggio»); Andrea Costa, presidente Roma 150 e autore del volume «Un giro d’orizzonte. Scritti, discorsi parlamentari e proposte di legge» che ha sottolineato l’impegno di Cederna, «padre del protezionismo ambientale contro il degrado morale e politico di società italiana». L’evento si è chiuso con le parole di Giulio Cederna, figlio di Antonio e direttore della Fondazione Paolo Bulgari, con il ricordo – anche intimo e personale – del padre, con fotografie e citazioni dai suoi articoli, tra impegno, passione, battaglie e insegnamenti. (FN)

di Francesco Nariello
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