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Ambiente
28 Dicembre 2021

Nuovi criteri e priorità per contributi di interventi mitigazione rischio idrogeologico

Pubblicato il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 27 settembre 2021 “Aggiornamento dei criteri, delle modalità e dell’entità delle risorse destinate al finanziamento degli interventi in materia di mitigazione del rischio idrogeologico“, che aggiorna l’entità, i criteri e le modalità per i contributi destinati ad interventi per la riduzione del rischio idrogeologico.

La domanda di accesso agli stanziamenti avviene attraverso la compilazione del form scheda istruttoria sul portale ReNDiS (Repertorio Nazionale degli interventi per la Difesa del Suolo – ISPRA) e deve essere corredata almeno da uno studio preliminare o progetto dell’intervento che può ricadere in due categorie: interventi ordinari, ovvero in grado di raggiungere un obiettivo anche se connesso con una serie di altre azioni organiche, che riguarda una dimensione oltre la realtà locale;  interventi integrati di mitigazione del rischio idrogeologico e di tutela e recupero degli ecosistemi e della biodiversità.

All’Autorità di Bacino Distrettuale di competenza spetta la valutazione sulla coerenza dell’intervento resa nota sulla piattaforma ReNDiS-web.

Alla Regione di riferimento, che entro 30 giorni deve comunicare al MITE il Soggetto responsabile della programmazione regionale e dei soggetti abilitati all’accesso alla piattaforma regionale ReNDIS, è riservata la possibilità di suddividere il finanziamento, la cui valutazione è appannaggio del Ministero della Transizione Ecologica, in quattro tipologie di intervento, quali Alluvioni, Frane, Erosione Costiera, Valanghe.

Tra gli interventi ammessi vi sono:

  • dissesti che impediscono la fruibilità di vie di collegamento di piccoli abitati;
  • dissesti che minacciano beni ambientali o culturali di interesse rilevante esposti a rischio molto elevato;
  • dissesti che mettono a repentaglio beni per i quali sono in corso intese istituzionali finalizzate al rilancio di attività economiche sostenibili dal punto di vista ambientale;
  • dissesti che minacciano strutture o infrastrutture strategiche e per l’economia locale.

Le richieste di finanziamento per la mitigazione del rischio idrogeologico sono divise in tre fasi, coordinate dal Ministero della Transizione Ecologica:
– Fase 1: inserimento dei dati e validazione da parte delle Regioni;
– Fase 2: valutazione dell’intervento da parte dell’Autorità di bacino Distrettuale;
– Fase 3: convalida dell’intervento e assegnazione punteggio.

di Giulia Villani

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