Molto attesa l’odierna presentazione della 17esima Mostra Internazionale di Architettura alla Biennale di Venezia, dopo la pausa forzata dello scorso anno causata dalla pandemia.
«E’ passato un anno, ma a differenza di quello passato siamo qui per dirvi che la Mostra internazionale della Biennale di Venezia apre il 22 maggio del 2021» ha annunciato il Presidente della Biennale di Venezia Roberto Cicutto.
Dopo il tributo a Lina Bo Bardi (architetto, designer, scenografa, artista e critica italiana naturalizzata brasiliana), a cui è stato assegnato il Leone d’Oro speciale alla memoria «per la sua capacità di impersonificare lo spirito stesso di questa Biennale, per la sua carriera, la sua visione collettiva e la tenacia di essere architetto in tempi molto difficili come quelli del dopoguerra» come dichiarato da Hashim Sarkis, curatore della Mostra, si annuncia finalmente una Biennale in presenza.
How will we live together? Questo il tema scelto in tempi non sospetti dall’allora Presidente della Biennale di Venezia Paolo Baratta e confermato oggi sia da Roberto Cicutto (attuale Presidente) che da Hashim Sarkis (curatore della Mostra).
«Una coincidenza la scelta del titolo della 17esima Mostra Internazionale di Architettura elaborata pochi mesi prima del lockdown – commenta Sarkis – il tempo dilatato che abbiamo avuto a disposizione ha permesso di ampliare il programma portando la Biennale al di fuori di Venezia».
«Molte le domande che in questi mesi ci siamo posti, anche perché pungolati dalla stampa. Qual è il significato dell’architettura oggi? Potremmo vivere di nuovo insieme? Come? – prosegue Sarkis – Tutto ciò ha reso la Biennale una discussione aperta, portato alla costruzione di un processo più che di un evento, in cui l’arte in senso più ampio ha dovuto riflettere su come affrontare il disordine di oggi».
Si attende dunque un’edizione ricca nella sua diversità, forse anche più elaborata vista a preparazione dilatata di cui gli organizzatori hanno potuto beneficiare.
«Non si pensi che i tempi morti siano inutili, come diceva Ermanno Olmi; sono invece importanti per comprendere gli obiettivi – osserva il Presidente Cicutto – La Biennale non ha perso un anno, anche se è stato un periodo nel quale abbiamo tutti dovuto affrontare delle emergenze molto gravi. Piuttosto si è ribadita l’importanza di chi aiuta la creatività e gli artisti che hanno un dovere sociale e morale».
«Solo l’ulteriore tempo a disposizione di cui abbiamo potuto beneficiare ha consentito di includere eventi diversi su così tante piattaforme e tutte diverse, sia in presenza che a distanza» – conclude Sarkis.
Credit: As Emerging Communities_SOM
(GV)