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Architettura
06 Settembre 2024

All’OAR la lecture “The cellular city” dello studio londinese Witherford Watson Mann architects

In partenza il ciclo di lecture "Conversazioni sulla pratica del progetto" organizzato nella cornice del protocollo d’intesa siglato lo scorso febbraio dal presidente dell’OAR, Alessandro Panci e dalla direttrice della British School at Rome, Abigal Brundin

In alto Amnesty International UK headquarters, Shoreditch, London, Witherford Watson Mann Architects. Photo, © David Grandorge.

Il progetto di architettura come ricerca spaziale, sperimentazione e indagine figurativa. È questo il fil rouge del ciclo di incontri che dà il via ad una serie di lecture di architetti che presenteranno i loro lavori, alcuni realizzati altri allo stato di progetto. Si inizia con “The cellular city”, appuntamento alla Casa dell’Architettura sede dell’Ordine degli Architetti di Roma e provincia per giovedì 19 settembre (ore 16-19). Protagonista è lo studio londinese Witherford Watson Mann architects, autore di opere significative che hanno indagato la dimensione residenziale e il rapporto con l’esistente.

L’incontro è organizzato nella cornice del protocollo d’intesa siglato lo scorso febbraio dal presidente dell’OAR, Alessandro Panci e dalla direttrice della British School at Rome, Abigal Brundin, che prevede un accordo di collaborazione tra i due enti e ha come obiettivo principale la cooperazione in aree di comune interesse, puntando l’attenzione sulla funzione etica, sociale e civile dell’architettura.

The cellular city” è il titolo della lecture che terrano Stephen Witherford e William Mann, direttori dello studio londinese insieme a Christopher Watson. Un focus sui loro progetti che spaziano dalle residenze agli edifici culturali, dalla riconfigurazione di spazi pubblici all’elaborazione di strategie per il rinnovamento di ampie aree urbane. Nel curriculum numerosi progetti di rinnovamento di edifici storici, dove i vincoli ereditati sono trasformati sempre in sorprendenti opportunità grazie ad aggiunte misurate, pensate per salvaguardare la peculiarità del luogo ma offrendo, allo stesso tempo, nuove opportunità di utilizzo. Proprio la capacità di trovare il giusto connubio tra passanti e presente gli è valso il prestigioso Riba Stirling prize nel 2013 per il recupero delle rovine del castello di Astley nella contea di Warwickshire, dove mattoni, legno e cemento sono utilizzati in modo creativo e sobrio per tenere insieme i resti dell’antica struttura. Un lavoro improntato al minimo intervento che lascia un senso di incompletezza nel recuperare l’antico.

Loro anche il progetto di ammodernamento della sede della Courtauld Institute of Art, un edificio storico londinese con una suntuosa facciata del XVIII secolo. L’intervento, realizzato per la piccola università dedicata all’insegnamento della storia dell’arte, alla conservazione e alla curatela, cerca un equilibrio tra conservazione attenta e intervento audace, facilitando la lettura stratigrafica dell’edificio. Tra i loro progetti, solo per citarne alcuni, figura anche il rinnovamento della storica Whitechapel gallery, nel cuore del quartiere londinese East-End (progetto vincitore del Riba national Award 2010), la realizzazione della sede britannica di Amnesty International ricavata da due ex fabbriche di mobili a Shoreditch e la riconfigurazione degli spazi pubblici del quartiere olimpico di Londra.

L’incontro sarà aperto dagli interventi di Alessandro Panci e Abigail Brundin che presenteranno il ciclo di incontri. L’introduzione ai temi che saranno discussi è affidata a Claudia Ricciardi, consigliera dell’OAR e coordinatrice scientifica del ciclo di appuntamenti. Al termine della lecture Stephen Witherford e William Mann dialogheranno con Diana Carta, architetto e autrice.

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di Mariagrazia Barletta

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