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Architettura
26 Marzo 2024

Il Mattatoio – architetti, istituzioni e cittadini insieme per la trasformazione urbana

Il Mattatoio come serbatoio di idee che diventano concrete opportunità di sviluppo per un intero quadrante della città, in una sapiente collaborazione di più enti (tra cui Roma Tre, Accademia delle Belle Arti e Comune di Roma) che, messi a sistema, hanno restituito funzione concreta ad un polo industriale ormai in disuso.

Molte le matite di architetti impegnate nel ripensarlo e nel restituirgli una ragion d’essere compatibile con l’attualità, a partire dal Piano di Assetto del 2000.

Per primo Francesco Cellini, allora Preside della Facoltà di Architettura di Roma Tre, che, memore delle pessime condizioni spaziali in cui aveva insegnato alla facoltà di Architettura de La Sapienza prima e a Palermo poi, ha creduto in una nuova visione, ovvero quella di un’università aperta al contesto urbano, senza cancelli o portoni, ma in dialogo continuo con l’intorno. Studenti liberi di muoversi in spazi ampi, congrui e non superaffollati, in cui il professore non fosse imprigionato sulla cattedra, ma potesse lavorare accanto agli studenti, per lasciarsi poi sedurre dall’incontro con le altre funzioni presenti all’interno del Mattatoio. Il sogno consisteva dunque una università non elitaria, lontana dal classico modello della Città universitaria, in cui dentro ci sono i ragazzi e fuori i cittadini.

Comincia così un processo che trasforma profondamente il vuoto urbano costituito dal Mattatoio, riqualificando l’intera area, sia mediante l’inserimento di nuove funzioni all’interno di quello che era un quartiere residenziale popolare, sia l’eliminazione di gravi condizioni di degrado per la presenza di grandi quantità di rifiuti e sia la nascita di attività indotte.

“Come Professore ho vissuto profondamente quei luoghi – ricorda Luigi Franciosini | Professore Ordinario di Progettazione Architettonica e Urbana del Dipartimento Architettonico di Roma Tre, progettista del Padiglione 14 poi destinato a laboratorio materiali e laboratorio per la realizzazione di plastici e modelli – ho sperato fortemente che la condizione venisse migliorata, per costruire quello scenario che oggi rivela una condizione speciale, invidiata da tutto il mondo. In quel luogo, in mezzo alla città, dentro il quartiere, a contatto con le sue radici e le sue memorie, tra gli studenti, è un privilegio tale da farci impegnare tutti affinché il recupero, la valorizzazione e la reintegrazione alla vita della città di questo grande pezzo urbano siano assicurati”.

La reinvenzione prosegue con la ricollocazione delle nuove destinazioni, senza di fatto tradire il senso più profondo di quel fatto urbano che è il Mattatoio.

Gli fa eco Stefano Cordeschi | Architetto, ex Professore Ordinario di Progettazione Architettonica e Urbana del Dipartimento Architettonico di Roma Tre, che si è confrontato con il Padiglione 8 che ospita oggi l’aula magna, operazione che ha visto una buona collaborazione tra impresa, sovrintendenze e Dipartimento.  Lo sguardo di Cordeschi però volge al domani, chiedendo attenzione per gli ex Mercati Generali di Roma, su cui lui stesso ha realizzato un progetto su incarico dell’Ateneo, rimasto poi arenato. “Un’occasione di sviluppo che potrebbe cambiare il destino di un quadrante intero”, osserva.

Questo virtuoso esempio di rigenerazione urbana ha il sapore di rarità in una città come Roma, dove il peso della storia spesso induce in un immobilismo che impoverisce l’intera società.

“La giornata di oggi alla Casa dell’Architettura dà il via ad un ciclo di convegni a più ampio spettro per ragionare su forze economiche, sociali e di associazionismo, potenzialmente attive nella trasformazione della città ed in particolare nel Centro Storico e nella Città Storica – spiega Lorenzo Busnengo | Consigliere OAR e coordinatore scientifico del progetto assieme a Maria Costanza Pierdominici – Se rimaniamo in un’ottica di conservazione del patrimonio immobiliare, il tessuto urbano si impoverisce relegando i quartieri centrali a luogo di trasmigrazione dei turisti e le aree periferiche a mono funzionalità residenziale. Non possiamo rinunciare alla nostra responsabilità di architetti, ma anche di cittadini, di contribuire a valorizzare il patrimonio lasciato dai nostri Padri, per tramandare ai nostri Figli qualcosa che abbia senso nell’epoca in cui viviamo. Guardiamo all’oggi con lo sguardo al domani, senza dimenticare il passato”.

Aperto il dialogo con gli enti pubblici coinvolti per concordare un percorso di valorizzazione all’insegna della semplificazione e dello sviluppo per ragionare su come trasformare in maniera qualitativa l’esistente, come già sperimentato in molte città europee.

“Il Mattatoio di Testaccio dimostra come il coordinamento tra diversi soggetti, quali Università di Roma Tre, Accademia delle Belle Arti e Comune di Roma, possa essere determinante per lo sviluppo di progetti importanti come questo, che puntiamo a concludere nei prossimi due, tre anni – spiega Umberto Marroni | Delegato del Sindaco per gli interventi del Mattatoio – Un polo culturale al pari delle realtà europei come Madrid, Parigi e Vienna”.

“Una rinnovata visione di trasformazione urbana con l’Amministrazione Gualtieri: questo è il Mattatoio – interviene Antonella Melito | Vice Presidente Commissione Urbanistica di Roma Capitale – Si interverrà con i fondi del PNRR, con un importo di oltre 80 milioni di euro su un’area di circa10 mila mq, per restituire uno spazio alla città più sicuro e più vivibile, per portare servizi e dare un nuovo volto a Testaccio, cuore della nostra città. L’intervento è ricompreso nel Progetto Urbano Ostiense – Marconi, per mettere in rete questi vuoti urbani e costituire una visione complessiva. Siamo perciò grati all’OAR che ha aperto questo dibattito sulla città”.

“Uno spazio abbandonato che l’amministrazione ha recuperato, con anni di lavoro e difficoltà burocratiche, assecondando una nuova vitalità e un frizzante fervore proveniente dal mondo accademico – conclude Yuri Trombetti | Presidente commissione capitolina Patrimonio e Politiche Abitative  – e lavorando in simbiosi con gli attori coinvolti, per il bene della collettività”.

In quest’ottica i prossimi eventi formativi sulla palazzina romana, tipologia tipica della grande stagione dell’architettura romana del ‘900, e su Via Giulia.

Intervento Lorenzo Busnengo:

Intervento Maria Costanza Pierdominici:

Intervento Antonella Melito:

Intervento Umberto Marroni:

Intervento Francesco Cellini:

Intervento Luigi Franciosini:

Intervento Stefano Cordeschi:

di Giulia Villani

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