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Architettura
30 Marzo 2021

Inclusione: movimento e rigenerazione per una nuova sport city

In città fantasma desertificate dalle restrizioni imposte dai lockdown, anche la pratica sportiva ha subito forti rallentamenti e brusche frenate. Impossibilitati ad assemblarsi negli spazi chiusi, ci si è resi conto di quanto gli spazi pubblici risultino determinanti in un’esistenza forse più rallentata, come quella che il Covid ci ha costretto a condurre diminuendo drasticamente i tempi di spostamento e svago, ma comunque affamata di evasione dalle proprie case, divenute non solo luogo di abitazione, ma anche di lavoro.

Sport e Salute spa, costola del CONI in affiancamento alla struttura che si occupa della gestione olimpica, nel 2020 ha così affidato ad una rosa di quattro associazioni benemerite (SCAIS – Società per la Consulenza e per l’Assistenza nell’Impiantistica Sportiva, Panathlon International, UNVS – Unione Nazionale Veterani dello Sport e Special Olympics Italia) il compito di definire una programmazione per riportare i disabili e gli over 65 ad avere una vita in movimento dopo il lockdown, senza paura seppur con le giuste accortezze.

Nasce così #360inclusione, un incubatore di attività non solo per la ripresa della pratica sportiva e i contatti sociali, ma anche promotore per lo sviluppo e il cambiamento della concezione dello sport e della pratica sportiva, delle modalità di fruizione ed erogazione del servizio sportivo che è diventato, a pieno titolo, un “servizio sociale” contemporaneo e un fenomeno di assoluta rilevanza, come si legge nella dichiarazione di intenti.

«SCAIS, riconosciuta Associazione Benemerita del CONI (diciannove in Italia), crede nella massima Programmare, Realizzare e Valorizzare e per seguire questi obiettivi ha bisogno di partner competenti tra cui molti Ordini Professionali, tra cui l’Ordine degli Architetti PPC di Roma che ha sempre dimostrato sensibilità nei confronti dello sport in simbiosi con l’ambiente urbano» osserva Dario Bugli, Presidente SCAIS.

La diffusione capillare dello sport nella sua accessibilità ed appetibilità massima anche da parte di chi non è abituato al movimento passa anche attraverso la cultura.

A maggio prossimo, restrizioni Covid permettendo, è in programma una passeggiata nordic walking alla scoperta del Villaggio Olimpico, dello Stadio Flaminio e del Palazzetto dello Sport organizzata da SCAIS in collaborazione con la Federazione di Atletica Leggera. Viene riproposto il binomio movimento – cultura, come già fatto l’anno scorso all’interno di SPAM, in collaborazione con l’Ordine degli Architetti Roma, quando sono state organizzate delle passeggiate guidate all’interno del Foro Italico.

Particolare attenzione è rivolta agli over 65 ed ai disabili, categorie che rappresentano anche il fulcro dell’emergenza sanitaria oltre che sociale, per via dell’isolamento e della solitudine. Una progettazione accessibile anche ai fini sportivi, sia che si tratti di impianti, sia che si tratti di aree verdi, è occasione di inclusione per le fasce di popolazione più disagiate.

“La rigenerazione urbana diviene un’opportunità straordinaria e una ricchezza di cui dobbiamo approfittare – racconta Fabio Bugli, Presidente del Comitato Scientifico SCAIS – In un’attualità in cui le palestre vengono considerate luoghi di possibile contagio con SCAIS stiamo lavorando per aprire gli spazi pubblici e renderli sport free. Pensiamo ai 30 mila mq di palestra attrezzata all’aperto disponibili nell’impianto CONI al Foro Italico”.

L’ambizione è quella di abbinare la rigenerazione urbana, con il nobile intento di recuperare parti di città, con il potenziamento dell’offerta sportiva alla portata di tutti. Una sport and health city che si sovrappone alla smart city dotata di infrastrutture tecnologiche all’avanguardia e che risana aree dismesse, anche nei centri storici, accogliendo tutte le istanze degli abitanti dei centri urbani, dal correre al passeggiare.

“Anche un cortile tra edifici può essere occasione di sport e risanamento: bastano due canestri di basket per divenire luogo di incontro, condivisione e movimento” commenta Fabio Bugli. Spazi di risulta tra il costruito, magari messi in collegamento tra loro attraverso greenway, diventano momenti di benessere e svago a vantaggio della riqualificazione di aree marginali spesso definite non luoghi.

Validi esempi di sport city sono i progetti di Rieti, intenta a trasformare il lungo Velino in pista ciclabile, area con attrezzi per sport a corpo libero e parco fluviale, e Tivoli anche se è ancora ad una progettazione preliminare.

Forte la spinta propulsiva dell’Ordine degli Architetti PPC di Roma che, al fianco di SCAIS, ha puntato sulla rigenerazione urbana. «Attraverso il rilancio del concorso di architettura come strumento principale per l’affidamento degli incarichi abbiamo sensibilizzato l’opinione pubblica e le amministrazioni locali, tanto da assistere ad una buona diffusione sul territorio – commenta Alessandro Panci, Segretario dell’Ordine degli Architetti PPC di Roma – Tempi certi e partecipazione sono due elementi fondanti dei processi di rigenerazione urbana che il concorso, soprattutto a due gradi, garantisce»

Crede fortissimamente nella rigenerazione urbana anche il Presidente del CONI, Giovanni Malagò: «Il dibattito intorno alla sostenibilità delle strutture urbane italiane offre un teatro estremamente interessante e variegato. Abbiamo un’atipica conformazione geografica, quella di una penisola bagnata dal mare su cui sorgono 8.000 Comuni – prosegue – La competizione olimpica #MilanoCortina2026 punta al recupero dell’esistente, senza costruire nuove cattedrali nel deserto. Per la prima volta saranno coinvolte due città, 2 regioni e 2 provincie autonome».

“Sport è parte del patrimonio di ogni uomo e di ogni donna e la sua assenza non potrà mai essere compensata» (Pierre De Coubertin)

(GV)

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