Un dialogo tra storie, forme e saperi che attraversano il Mediterraneo: è questo lo spirito dell’incontro «L’Architettura in Libia – Spazi e forme, tecniche e colori», che si è svolto il 9 luglio 2025 alla Casa dell’Architettura, nell’ambito della rassegna estiva Acquaria. L’evento ha rappresentato un momento significativo del percorso di collaborazione culturale e professionale tra architetti italiani e libici, avviato formalmente con la firma del protocollo di cooperazione tra il Libyan Board of Architecture e diversi Ordini degli Architetti italiani (Roma, Napoli, Venezia, Treviso e Reggio Emilia).
Al centro del talk, organizzato dall’Ordine degli Architetti PPC di Roma e provincia – con il coordinamento scientifico del presidente OAR, Alessandro Panci – la riflessione condivisa sull’eredità architettonica italiana in Libia, in particolare quella legata alla stagione del razionalismo nella prima metà del Novecento, e le prospettive di scambio e progettualità comune tra i due Paesi. L’incontro è stato seguito dall’inaugurazione della mostra «Il Razionalismo Libico», curata da Walter Baricchi, vicepresidente dell’Ordine di Reggio Emilia e dell’Associazione di Amicizia e Cooperazione Italia–Libia, e visitabile gratuitamente nella Sala «Monitor P» fino al prossimo 10 settembre.
Ad aprire i lavori, il presidente OAR, Alessandro Panci, che ha sottolineato l’importanza del dialogo con la Libia come occasione per riscoprire un patrimonio comune e immaginare nuove collaborazioni: «Oggi viviamo un momento importante, che si inserisce in un percorso di relazioni costruite negli ultimi anni con i colleghi libici. La situazione in Libia è estremamente complessa, ma i nostri colleghi guardano con determinazione al futuro, desiderano vedere le loro città trasformate in meglio e, allo stesso tempo, recuperate nella loro memoria storica. Le architetture italiane realizzate in Libia durante il periodo coloniale raccontano una ‘città ideale’, ricca di sperimentazioni progettuali. Ora, molte di queste strutture necessitano di interventi di restauro, un campo in cui l’Italia può offrire esperienza e competenza. Con questo spirito, vogliamo rafforzare uno scambio formativo e professionale: un percorso per giovani architetti, ma anche per chi è già attivo nella professione, per valorizzare l’architettura moderna come ponte culturale».
Qui la video intervista ad Alessandro Panci
Moderatore del talk è stato Walter Baricchi, vicepresidente dell’Ordine di Reggio Emilia e dell’Associazione di Amicizia e Cooperazione Italia–Libia, che ha ricordato le tappe di un percorso iniziato oltre dieci anni fa: «Quello di oggi – ha detto – è un momento molto importante, che nasce grazie all’Ordine di Roma e alla presenza dei colleghi libici in visita in Italia. Questo tour, che tocca diverse città degli Ordini coinvolti, segue la recente firma del protocollo di collaborazione». La mostra sul razionalismo libico – ha poi aggiunto Baricchi, curatore – è l’espressione visiva di un progetto nato nel 2012 e sviluppato di concerto con le nostre istituzioni diplomatiche, come l’Ambasciata d’Italia a Tripoli e l’Istituto Italiano di Cultura. Il nostro obiettivo non è solo quello di “fare progetti”, ma farci riconoscere per i valori dell’architettura, come strumento di pace e cooperazione».
Qui la video riflessione di Walter Baricchi
A portare la voce del Libyan Board of Architecture è stato il suo presidente, l’architetto Mahmoud Alzaidy: «Siamo qui con i membri del nostro consiglio per partecipare a questa esposizione sull’architettura libica, ospitati dall’Ordine di Roma e grazie all’invito del nostro amico Walter Baricchi. Abbiamo firmato un accordo di intesa con diversi Ordini italiani, che rappresenta un passo avanti nella collaborazione tra architetti dei nostri Paesi. Condividiamo storia, cultura, e lo stesso mare: il Mediterraneo. È nostro dovere costruire una rete che favorisca lo scambio, soprattutto per le nuove generazioni, affinché possano imparare a lavorare insieme e valorizzare le rispettive competenze. Cultura, patrimonio e dialogo sono ciò che resta, ciò che davvero conta».
Qui la video pillola con Mahmoud Alzaidy
Sulla stessa linea l’intervento di Gheblawy Ghaleb, ex presidente del Libyan Board of Architecture e fondatore di UrbanForum Tripoli. «La nostra relazione con gli Ordini italiani – ha detto – è attiva dal 2012. Il Libyan Board è partito come collettivo di 300 membri da tutto il Paese. Oggi pensiamo a come rendere concreta questa collaborazione, a partire dai giovani. Quando i colleghi italiani sono venuti a Tripoli, sono rimasti sorpresi dalle somiglianze tra alcune nostre città. È anche per questo che vogliamo estendere questa collaborazione anche nei prossimi anni».
Qui le parole di Gheblawy Ghaleb
Al talk hanno partecipato, portando le proprie esperienze e visioni anche i rappresentanti di alcuni degli Ordini coinvolti, tra cui Roberto Beraldo, presidente Ordine degli Architetti di Venezia; Giuseppe Cangialosi, presidente Fondazione Architetti Treviso; Lorenzo Capobianco e Nello Tirelli, dello Ordine degli Architetti di Napoli. È inoltre intervenuto per dei saluti istituzionali il Console onorario di Italia a Tobruk, Hussein El Mabruk.
Qui una video riflessione di Lorenzo Capobianco e Nello Tirelli
Il protocollo firmato a Tripoli
L’accordo firmato il 12 giugno 2025 a Tripoli tra il Libyan Board e cinque Ordini italiani (Roma, Napoli, Reggio Emilia, Venezia e Treviso) mira a promuovere progetti comuni, scambi culturali, attività formative e percorsi di tirocinio tra architetti dei due Paesi. Il protocollo, aperto all’adesione di altri Ordini italiani, intende favorire la cooperazione tecnico-culturale su scala mediterranea, anche nell’ambito del restauro, della conservazione e della progettazione urbana. Qui l’articolo dedicato: LINK
La mostra: un’eredità da riscoprire
A chiudere la serata, l’opening della mostra «Il Razionalismo Libico» – visitabile fino al 10 settembre 2025 nella Sala Monitor P della Casa dell’Architettura – e curata da Walter Baricchi. L’esposizione presenta una ventina di pannelli che raccontano la storia dell’architettura italiana in Libia, con progetti di architetti e ingegneri. Il percorso espositivo intende valorizzare un patrimonio comune spesso dimenticato, attraverso edifici che testimoniano una stagione di sperimentazione progettuale in Nord Africa. Una riflessione storica, ma anche un invito a costruire nuove visioni future condivise. (FN)
Video interviste di Francesco Nariello