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Architettura
21 Aprile 2020

Post Covid19. Mario Cutuli: «Architettura nella consapevolezza di abitare un pianeta vivente»

In tempi di pandemia appare evidente l’unisono destino della sicurezza dell’uomo e della salute dell’ecosistema.

“Se é vero che questa brutta curvatura della storia non è un fenomeno passeggero, quest’esperienza inciderà sulle strutture sociali e sulle nostre vite”, racconta Mario Cutuli, architetto romano molto attento alla sostenibilità.

Con uno sguardo proiettato al domani, facile immaginare architetture più ecologiche e performanti in cui le tecnologie digitali e mediche ci inseguiranno ovunque. Resta invece solo l’auspicio che tutto ciò sia sviluppato nella consapevolezza di abitare un pianeta vivente.

“Durante la quarantena abbiamo avuto occasione di osservare l’habitat domestico come mai prima d’ora – osserva Cutuli – abbiamo così scoperto che costituisce l’orizzonte minimo di riferimento per il benessere”.

Questo tempo dilatato ha modificato non solo la percezione del margine tra la casa e ciò che è fuori di essa, tra pubblico e privato, collettivo e individuale, ma anche il valore che diamo a questi perimetri.

“In questa temporanea e imprevista scomparsa dell’habitat collettivo – precisa Cutuli – prioritario sarà rendere limpide le relazioni tra città e territorio, antropizzato e selvatico, insediamento umano ed ecosistema naturale, in uno spettro di nuova coscienza ambientale, senza prescindere da una tecnologia sempre più preponderante, da un maggior controllo del pubblico e dalla disponibilità di tutti”.

(GV)

https://www.facebook.com/ordinearchitettiroma/videos/533555120896927/
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