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10 Aprile 2024

All’OAR un percorso per sviluppare progetti di lighting design di qualità

Il webinar è stato concepito per trasferire alcuni concetti che saranno poi sviluppati in un corso di 16 ore sulla progettazione della luce, con un focus sugli ambienti di lavoro

Guardare al risparmio energetico, ma senza perdere di vista l’obiettivo di giungere a un progetto di qualità, che per essere tale deve seguire un approccio olistico e considerare molteplici aspetti. Anche nei progetti di lighting design la complessità va gestita, mettendo a sistema una grande varietà di finalità tra cui non possono mai essere trascurati il benessere dell’uomo, la valorizzazione dell’architettura e, nel caso dei beni culturali, la loro protezione e fruizione ottimale. Di questo e di aspetti puramente tecnici si è parlato al convegno, tenutosi online martedì 9 aprile, dedicato al “Progetto della luce nella transizione ecologica”, coordinato da Alberto Giampaoli, membro del Comitato tecnico formazione dell’Ordine degli Architetti di Roma e Provincia.

«Gli esperti intervenuti – come evidenziato da Giampaoli – hanno messo in evidenza la differenza tra un processo di relamping ed un progetto illuminotecnico correttamente sviluppato», andando anche ad «esplorare come gli strumenti finanziari possano essere utilizzati per promuovere l’efficienza energetica, mantenendo al contempo gli obiettivi di qualità». Un percorso formativo che è solo agli inizi: «il webinar di tre ore è stato strutturato per generare una consapevolezza di base su un tema che verrà poi sviluppato in un corso di 16 ore con un focus sugli ambienti di lavoro», ha anticipato l’architetto e moderatore del webinar.

Marco Frascarolo, ingegnere, lighting designer e docente responsabile del laboratorio di Fisica tecnica del dipartimento di Architettura dell’Università Roma Tre, nonché professore e coordinatore della didattica del master in Lighting design dell’Università Sapienza, ha puntato a mettere in evidenza quanto sia importante, oggi che i fondi sono realmente disponibili, approfittare del progetto della luce come un’occasione per migliorare l’ambiente illuminato, dimostrando che risparmio energetico, ottimizzazione dell’illuminazione e valorizzazione dell’ambiente costruito possono andare di pari passo. Affinché ciò avvenga, però, deve esservi la consapevolezza che un progetto di lighting design è qualcosa di molto complesso che, necessariamente, deve andare oltre le semplici prescrizioni normative, non sempre attente alla qualità, e saper gestire molte variabili. «Troppo spesso sotto l’ombrello del risparmio energetico si giustificano delle cattive realizzazioni», ha sottolineato l’ingegnere.

Il progetto di illuminazione è complesso e multidisciplinare e deve confrontarsi con un apparato di norme e tabelle contenenti valori da rispettare, che «purtroppo non riescono a rappresentare così bene tutte le variabili di progetto che andrebbero prese in considerazione, ma si concentrano solo su alcune trascurandone altre, portando a effetti negativi: si riesce ad ottenere un risparmio energetico ma senza giungere a una qualità dell’illuminazione», ha sottolineato l’ingegnere.

La luce, oltre ad un ruolo funzionale, ha impatto anche sulla qualità dell’ambiente, sulla salute, sul comfort percepito, sulla conservazione dei beni culturali, sulla corretta fruizione di un’opera d’arte; quindi, «pensare alla luce solo come un vettore per giungere al risparmio energetico significa sprecare occasioni di progetto», ha rimarcato Frascarolo. Il suo intervento ha spaziato dalle basi dell’illuminotecnica alle componenti che formano il sistema tecnologico del progetto fino al ruolo della domotica e alle richieste dei Cam e alle caratteristiche delle certificazioni Leed e Well, senza trascurare esempi di progetti di illuminazione che sono riusciti a esaltare l’incredibile bellezza dei luoghi, come nel caso delle Basiliche superiore e inferiore di Assisi, della Cappella Sistina e delle Mura aureliane a Roma, o a valorizzare le intenzioni del progetto architettonico come nella rifunzionalizzazione dell’ex Mattatoio a Roma. Gli esempi illustrati dimostrano anche che il risparmio energetico è una conseguenza quasi automatica se si ha come obiettivo primario la qualità del progetto. Nel caso di Assisi, dove la conservazione del bene e la sua valorizzazione erano necessariamente le istanze cardine, il progetto di lighting design ha conseguito un risparmio energetico dell’86%.

Si è soffermata sulle potenzialità del project financing come possibile strumento per la riprogettazione e gestione dell’illuminazione pubblica, Maria Fernanda Pellecer, architetto e lighting designer. Diversi i vantaggi della finanza di progetto, che consente alla pubblica amministrazione di realizzare progetti e offrire servizi grazie all’intervento del privato, il quale, oltre a metterci le risorse, assume su di sé il rischio di impresa. Un percorso che l’amministrazione può ben indirizzare, attingendo a skill tecniche e risorse che non ha, e che può essere di successo purché la Pa mantenga il suo ruolo di regista, avendo ben in mente le esigenze e gli obiettivi da raggiungere, con la consapevolezza di poter spingere su soluzioni innovative.

Marco Vanetti, architetto, lighting designer e docente di illuminotecnica all’istituto Quasar, si è soffermato su alcuni aspetti che ogni buon progetto di lighting design deve considerare, come l’indice di abbagliamento, la luce dispersa verso il cielo dai corpi illuminanti e le caratteristiche delle ottiche, da scegliere sempre in modo oculato. Dall’inquinamento luminoso al benessere dell’uomo: Vanetti ha anche spiegato la relazione tra la luce e il ciclo circadiano.

Un tema delicato e importante quello del lighting design circadiano. I sistemi di illuminazione artificiale se ben concepiti possono, infatti, influenzare in modo positivo il sistema circadiano dell’uomo che ne beneficia in termini di benessere psico-fisico. «Ci sono centomila componenti legate soprattutto alla luce e al ciclo del sole: così come il sole influisce sulla vita di tutti i giorni dell’individuo anche la luce artificiale ha quell’effetto. Il progetto della luce può fare tanto per il benessere dell’uomo: possiamo fare dei ragionamenti non solo di estetica, ma anche sull’effetto che la temperatura di colore ha sul nostro corpo», ha ricordato Vanetti.

di Mariagrazia Barletta

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