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04 Ottobre 2022

Qualificazione delle stazioni appaltanti, l’Anac pubblica le linee guida

Entra nel vivo il processo di qualificazione delle stazioni appaltanti e delle centrali di committenza. Un passo decisivo è stato appena compiuto con la pubblicazione, il 3 ottobre, delle linee guida dell’Anac, l’Anticorruzione, che stabiliscono le regole per una loro progressiva qualificazione. Le linee guida, definitive ma emendabili nel tempo, fanno seguito al protocollo d’intesa siglato a dicembre 2021 dal presidente dell’Authority, Giuseppe Busia e dal premier uscente, Mario Draghi. Ancor prima, il tema della riduzione e specializzazione delle stazioni appaltanti era entrato tra i punti qualificanti del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).

Due le finalità principali delle linee guida: risolvere i deficit organizzativi e di professionalità dovuti alla frammentazione delle stazioni appaltanti (in Italia ce ne sono circa 36mila) e accorpare la domanda. Come spiegato da Busia in occasione della firma del protocollo: si va «verso modelli di stazioni appaltanti che possano spendere risorse unicamente in base alle capacità e professionalità disponibili». Il nuovo sistema, che dunque porterà anche ad una riduzione delle stazioni appaltanti, sarà operativo con la revisione dell’attuale Codice (DLgs 50 del 2022), la cui bozza deve essere licenziata dal Consiglio di Stato entro il 20 ottobre per poi confluire in uno o più decreti legislativi.

La qualificazione delle stazioni appaltanti serve dunque ad attestare la capacità di gestire direttamente, secondo criteri di qualità, efficienza e professionalizzazione, l’acquisizione di un bene, di un lavoro o di un servizio e può essere ottenuta per uno o più dei seguenti ambiti: progettazione tecnico-amministrativa delle procedure, affidamento e controllo della procedura, e verifica sull’esecuzione del contratto.

Il sistema valido al di sopra delle soglie stabilite per gli affidamenti diretti

Approvate con delibera Anac 441/2022, le linee guida stabiliscono dunque i requisiti che le stazioni appaltanti e le centrali di committenza devono possedere per qualificarsi e poter indire gare di importo pari o superiore alle soglie che la riforma degli appalti fisserà per gli affidamenti diretti. Il primo requisito è l’iscrizione all’Anagrafe unica delle stazioni appaltanti (Ausa). In più, bisogna avere una struttura organizzativa stabile e disporre di una piattaforma telematica per la gestione delle procedure di gara. Sono esclusi dal sistema di qualificazione gli affidamenti diretti e i soggetti privati tenuti all’osservanza del Codice. A partire dalle informazioni dichiarate dalla stazione appaltante in fase di iscrizione all’Ausa e dai dati presenti nella Banca dati nazionale dei contratti pubblici, e fermo restando le dovute verifiche (a campione), l’Anac attribuisce il livello di qualificazione.

Tre i livelli di qualificazione con punteggio e con “sconti” iniziali

I livelli di qualificazione sono tre e si raggiungono col soddisfacimento di precisi requisiti, a ciascuno dei quali è attribuito un punteggio. Più nel dettaglio, relativamente agli appalti di lavori, vi sono tre livelli di qualificazione per gli ambiti “progettazione tecnico-amministrativa delle procedure” e “affidamento e controllo”, ossia bastano 30 punti a regime per qualificarsi per i lavori inferiori a un milione di euro (livello L3), 40 punti per importi superiori a un milione di euro e inferiori alla soglia di rilevanza comunitaria (livello L2), 50 punti per importi pari o superiori alle soglie comunitarie (livello L1). Sempre relativamente agli ambiti “progettazione delle procedure” e “affidamento e controllo”, per i servizi e le forniture, occorrono, a regime, 30 punti per importi inferiori a 750mila euro (livello SF3), 40 per importi pari o superiori a 750mila euro e fino a 5milioni di euro (livello SF2) e 50 punti per importi superiori a 5 milioni. Sia per i lavori che per i servizi e le forniture, per i primi due anni si applicano degli “sconti”, ossia i punteggi da raggiungere per qualificarsi sono minimi.

Come accennato, le linee guida individuano diversi requisiti che, se soddisfatti, determinano l’attribuzione del relativo punteggio. Ad esempio, sia per lavori che per servizi e forniture, la presenza nella struttura organizzativa di dipendenti aventi specifiche competenze dà diritto ad un massimo di 20 punti; lo stesso valore è attribuito alla presenza di un sistema di formazione ed aggiornamento del personale. Il numero di gare svolte nell’ultimo quinquennio vale fino a 40 punti e poi l’assolvimento degli obblighi di comunicazione e l’uso di piattaforme telematiche valgono altri 10 punti ciascuno.

Il caso “speciale” dei servizi di architettura e ingegneria

Le stazioni appaltanti e le centrali di committenza, qualificate per i lavori ma non qualificate per i servizi e le forniture, possono comunque procedere all’acquisizione di servizi attinenti all’architettura e all’ingegneria di valore pari o superiore a 139mila euro, se sono in possesso della qualificazione corrispondente all’importo stimato dei lavori posti a base di gara per i quali vengono richiesti tali servizi.

Qualificazione per l’esecuzione

Le stazioni appaltanti e le centrali di committenza qualificate per la progettazione e per l’affidamento di lavori, di servizi e forniture o di entrambe le tipologie contrattuali sono qualificate, in una prima fase sperimentale, anche per l’esecuzione del contratto. In seguito, dovranno rispettare precisi requisiti, secondo le modalità che saranno specificate dal nuovo Codice degli Appalti, che, come si diceva, è in fase di elaborazione. Le stazioni appaltanti che invece non sono qualificate per la progettazione e l’affidamento di lavori, di servizi e forniture o di entrambe le tipologie contrattuali possono, in una prima fase, eseguire i contratti se sono iscritte ad Ausa ed in possesso di una figura tecnica in grado di svolgere le funzioni di Responsabile unico del procedimento (Rup).

Qualificazione di “default”

Sono qualificati di diritto il Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, compresi i Provveditorati interregionali per le opere pubbliche, Consip, Invitalia, Difesa servizi, Sport e salute Spa.

di Mariagrazia Barletta

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