L’analisi delle casistiche più ricorrenti e delle criticità, gli aggiornamenti sull’applicazione del nuovo codice deontologico, il punto sugli sviluppi delle linee guida del Consiglio Nazionale. Ma anche la necessità di rimarcare l’importanza di avere un quadro normativo più aderente alle sfide contemporanee e la richiesta di strumenti più chiari per prevenire e gestire i conflitti deontologici. Sono stati i temi e i nodi cruciali intorno a cui si è sviluppato l’incontro – organizzato dall’Ordine degli Architetti PPC di Roma e provincia – che si è svolto lo scorso 21 luglio presso l’Hotel Duca d’Este , a Tivoli.
L’appuntamento dal titolo «Sviluppi di linee guida deontologiche e casistiche ricorrenti» – con il coordinamento scientifico di Raffaele Bencardino, Delegato OAR zona 5 – si è articolato, nella sua parte centrale, attraverso tre momenti di approfondimento tematico a cura di componenti de Consiglio di Disciplina OAR: l’Analisi dei principali illeciti deontologici, a cura di Simona Diana; il focus sul Rapporto professionale nell’incarico pubblico e privato, a cura di Giorgio Mitrotta; e un contributo sul tema dei rapporti tra colleghi liberi professionisti e pubblici dipendenti, affidato a Flavio Fabietti (intervento da remoto), componente Consiglio di Disciplina OAR. I lavori, moderati da Alessandro Panci e Raffaele Bencardino, hanno coinvolto attivamente , i partecipanti nella riflessione.
Aprendo i lavori, Alessandro Panci, presidente dell’Ordine degli Architetti PPC di Roma e provincia, ha ricordato come i due illeciti più frequenti si siano confermati «il mancato pagamento della quota d’iscrizione», sebbene la crescita di questo tipo di infrazione sia stata arginata, anche grazie all’impegno dell’OAR, dal monitoraggio ai richiami, e il «mancato rispetto dell’obbligo formativo, con il non raggiungimento crediti necessario». Su questo fronte, ha ricordato Panci, l’OAR si sia già attivato a livello nazionale per una revisione delle linee guida del Cnappc «Abbiamo proposto, insieme a tanti altri ordini provinciali, che crediti formativi per l’aggiornamento professionale vengano riconosciuti anche attraverso attività di studio, ricerca normativa, lettura di sentenze e approfondimenti legati alla pratica quotidiana. Oggi questi strumenti, fondamentali per mantenersi aggiornati, non sono ancora valorizzati nei sistemi di formazione obbligatoria». Da qui la richiesta – sostenuta da una rete di Ordini territoriali – di «rivedere le linee guida affinché siano più aderenti alla realtà della professione, per liberi professionisti e dipendenti».
Un altro punto caldo toccato dal presidente OAR è stato quello delle competenze: «Assistiamo a contenziosi anche interni alla stessa categoria – tra architetti, pianificatori, paesaggisti, conservatori – legati al riconoscimento delle specializzazioni. Ma noi riteniamo che tutti partano da una formazione comune e che la specializzazione si sviluppi anche attraverso l’esperienza. La competenza si dimostra nel lavoro, non nella dichiarazione di fatturato». Sul tema l’OAR si è mosso avanzando una proposta di modifica del Dpr 328/01 – elaborata dalla Commissione Competenze dell’OAR – che prevederebbe «il ritorno alla figura unica dell’Architetto, valorizzando tutte le figure professionali del Pianificatore, del Paesaggista e del Conservatore»: una proposta aperta che segna il primo passo in direzione di una revisione condivisa della normativa: qui l’articolo per approfondire LINK
Qui la video riflessione completa di Alessandro Panci
Nel suo intervento, Simona Diana, componente del Consiglio di Disciplina dell’OAR, ha messo in luce le casistiche più frequenti oggetto di segnalazione: «I committenti denunciano soprattutto inadempienze contrattuali, mancata comunicazione della polizza professionale, mancata restituzione dei documenti o operato non conforme alla legge». Dalla pubblica amministrazione, invece, «arrivano segnalazioni per dichiarazioni mendaci o presentazioni incomplete delle pratiche». Le segnalazioni tra colleghi, invece, «riguardano spesso la mancata comunicazione nei passaggi di consegna, l’uso improprio della proprietà intellettuale o comportamenti offensivi». Ha inoltre sottolineato l’importanza di una condotta chiara sul fronte dei rapporti con i pubblici dipendenti, ricordando che: «Il codice deontologico vieta ogni comportamento che possa generare conflitti di interesse o vantaggi indebiti, anche in presenza di relazioni pregresse o personali».
Qui la video pillola di Simona Diana
A portare l’attenzione sul rapporto professionale nell’incarico pubblico e privato è stato Giorgio Mitrotta, componente del Consiglio di Disciplina OAR. «Molte criticità – ha spiegato – nascono non tanto dall’esecuzione, ma dalla mancata chiarezza iniziale». È fondamentale sottoscrivere incarichi dettagliati, specificare modalità di pagamento e tempi di consegna, e soprattutto chiarire il ruolo del professionista rispetto ad altri soggetti, come le imprese. «Troppe volte si crea un rapporto diretto tra committenza e impresa che bypassa il professionista, generando problemi nella sorveglianza dei lavori». Ha infine ricordato che «il professionista deve sempre partire dai bisogni del committente e strutturare l’incarico su misura, evitando ambiguità che si traducono in contenziosi. Serve un metodo, e va comunicato in modo trasparente fin dall’inizio».
Qui la video pillola di Giorgio Mitrotta
Raffaele Bencardino, coordinatore scientifico del convegno e che ha moderato l’intera giornata, ha rimarcato, tra l’altro, come «le regole deontologiche valgano sempre, anche negli incarichi di consulenza ricoperti dai professionisti», portando il caso dei Ctu, i consulenti tecnici d’ufficio, sottolineando il lavoro e i risultati ottenuti dalla Commissione OAR che ha partecipato al tavolo di lavoro sulla rideterminazione dei compensi spettanti ai Ctu. (FN)