La penisola italica sappiamo essere ad alto rischio sismico e, in tempi molto recenti, ne abbiamo avuto dimostrazione.
ENEA ha messo a punto una ricerca basata sulla tecnologia satellitare, sui sensori ad alta risoluzione e su tecniche di machine learning per aiutare nella gestione delle macerie, spesso ostacolo concreto alla ricostruzione.
Pubblicato sulla rivista internazionale ISPRS International Journal of Geo-Information e presentato durante l’International Conference on Computational Science and its Applications (ICCSA 2020), lo studio ha individuato un metodo per definire tipologia e quantità di macerie in modo da agevolare le operazioni di smaltimento.
Un’applicazione pratica è stata eseguita nel centro storico di Amatrice, attraverso telerilevamento, utilizzo di riprese aree e satellitari e di dati satellitari Sentinel-2 del Programma ESA Copernicus per la Gestione delle Emergenze (EMS).
Il risultato della sperimentazione ha portato alla luce la composizione dei detriti: il 59% di cemento, il 9% di mattoni, 8% di materiali vari e tracce di amianto.
Una rapida quanto precisa individuazione della natura dei rifiuti consente di smaltirli in maniera corretta, rapida e differenziata, lasciando campo libero alle operazioni di indagine propedeutica alla progettazione, oltre che alla pianificazione stessa.
(GV)