Si è svolto online il 27 Marzo 2025 l’ottavo webinar sulla ricostruzione post-sisma, dedicato ai piccoli centri storici delle Marche e ai progetti di ricostruzione dopo il terremoto del centro Italia (2016-2017).
Il webinar ha visto la partecipazione di 265 iscritti agli ordini degli architetti di Roma, Ascoli e Macerata. Il seminario è stato introdotto da Carlo Zaffina (Coordinatore Commissione Protezione Civile OAR) al quale sono seguiti i saluti di Vittorio Lanciani (Presidente dell’Ordine degli Architetti, Paesaggisti Pianificatori e Conservatori della Provincia di Macerata), Paola Amabili (Presidente Ordine degli Architetti Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della provincia di Ascoli Piceno) e di Giuliano Ciabocco (Sindaco di San Ginesio) e Michele Franchi (Sindaco di Arquata del Tronto).
Guido Castelli (Commissario straordinario del Governo ai fini della ricostruzione nelle regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria) ha descritto le numerose attività di coordinamento e ricostruzione in atto nella regione Marche. Alessandro Camiz (Coordinatore del Nucleo “Ricostruzione”, Commissione Protezione Civile, Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti Conservatori di Roma e Provincia) ha illustrato i seminari dedicati alla ricostruzione svolti negli ultimi 3 anni, e annunciato la programmazione futura.
Michele Zampilli (Architetto, Professore Ordinario di Restauro, Università degli Studi Roma Tre) ha presentato gli Studi per la ricostruzione di Arquata del Tronto e i centri storici del comune. Il contributo ha descritto l’intensa attività svolta dal Dipartimento di Architettura dell’Università Roma Tre a partire dal gennaio 2018 nell’ambito del Master in Restauro e cultura del patrimonio, della Laurea Magistrale in Architettura-Restauro, e di una convenzione sottoscritta con il Comune d Arquata avente per oggetto: “Studi, ricerche, rilievi e attività di supporto per il recupero e la ricostruzione dei centri storici del Comune di Arquata del Tronto colpiti dal sisma del 2016-2017”.
Francesco Nigro (Architetto) ha presentato Il progetto di ricostruzione di Arquata del Tronto. Arquata del Tronto è uno dei pochi Comuni del Cratere Sisma 2016 che sta affrontando la ricostruzione mediante i Piani urbanistici attuativi. Questo ha consentito di assumere scelte coraggiose all’interno di una visione unitaria di ripresa e sviluppo: risolvere le criticità presenti negli insediamenti ante sisma, delocalizzare buona parte della Frazione di Pescara del Tronto, ricercare una rinnovata identità anche mediante il linguaggio architettonico contemporaneo. Il progetto di ricostruzione, accompagnato da un intenso e talvolta conflittuale coinvolgimento diretto della popolazione, diventa non solo ripristino di quanto c’era, ma opportunità di miglioramento, di rinnovo e di proiezione al futuro, secondo l’espressione autentica della comunità locale.
Rui Pinho (Ingegnere, Professore ordinario di ingegneria strutturale, Università degli studi di Pavia) ha illustrato glı Interventi su scala urbanistico-geologica. La ricostruzione del Borgo ed il consolidamento della montagna ad Arquata del Tronto. La Fondazione Eucentre ha fornito un supporto tecnico scientifico finalizzato alla redazione del Progetto di Fattibilità Tecnica ed Economica per la realizzazione dell’intervento di ricostruzione del centro storico di Arquata del Tronto, uno dei comuni più colpiti dalla sequenza sismica del 2016. La soluzione innovativa proposta si è concentrata sul consolidamento dell’intero colle di Arquata del Tronto, caratterizzato da complessa orografia e presenza di roccia fratturata. La scelta progettuale ha privilegiato l’utilizzo di un sistema di tiranti attivi permanenti di tipo passante su pareti contrapposte collocate anche a quote diverse, riducendo al minimo l’utilizzo di tiranti attivi tradizionali di tipo cieco. Il tracciato complessivo prevede circa 400 tiranti per uno sviluppo di circa 12km. La soluzione prevede inoltre la presenza di 2 pozzi di grande diametro realizzati in cemento armato pienamente ispezionabili per consentire le operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria, oltre a permettere un’eventuale ri-tesatura dei tiranti. Particolare attenzione è stata rivolta all’ispezionabilità delle strutture definendo in maniera congiunta la configurazione del sistema pareti-tiranti e la messa in opera dei sottoservizi, prevedendo la realizzazione di cunicoli tecnologici, percorribili sia a piedi nella parte centrale che ispezionabili a vista nelle vie limitrofe.
Barbara Baiocco (architetto) ha presentato con dovizia di particolari un Intervento su un aggregato per Il recupero del tessuto storico di Visso. Il recupero del tessuto storico di Visso: interventi su un aggregato gravemente danneggiato con crolli parziali, un’occasione di consapevolezza e di rinvenimenti. Proposte progettuali di restituzione alla modernità delle antiche murature, con osservazione al futuro tessuto socioeconomico della città e alle esigenze della comunità superstite, al fine dell’individuazione delle funzionalità possibili che diano senso all’intervento.
Simone Oresti (Architetto) ha presentato un progetto di ricostruzione tramite un aggregato volontario a Via Favorino a Camerino. Il Centro Storico di Camerino è una struttura urbana che si è evoluta e stratificata attraverso, anche e non solo, eventi calamitosi; la “conservazione” è misurarsi con un organismo che ha subito nel corso del tempo numerose manipolazioni dovute sia ad ampliamenti, adattamenti e infine “sopportato” un danno sismico di livello L4. Ma è vero anche che senza sicurezza non c’è conservazione.
Giuseppe Bocci (Architetto) ha proposto un modello di ricostruzione post-sisma con l’istituzione di una legge quadro. I terremoti che dal 1997 al 2016 hanno colpito l’Italia non hanno portato alla definizione di un modello unico di ricostruzione. Ogni Regione ha gestito autonomamente il processo, senza valorizzare esperienze pregresse. La ricostruzione post-sisma del 2016 può diventare un laboratorio per istituire una legge quadro nazionale, garantendo efficacia, rapidità e uniformità negli interventi.
Francesco Marabini e Francesco Felice Buonfantino (Architetti) hanno presentato. Il caso studio del nuovo Museo di Valfornace, la ricostruzione come elemento della cultura del territorio. Il nuovo polo museale di Valfornace insiste sul lotto di un edificio demolito, a seguito degli eventi sismici del 2016, ad eccezione di due pareti del piano terra salvaguardate in quanto contenenti elementi di pregio. La nuova fabbrica si integrerà formalmente con il lacerto di muratura sopravvissuta del precedente edificio e verrà restaurata portando a vista la trama muraria che la costituisce. La particolare conformazione del lotto ha suggerito di sviluppare il progetto in una più articolata logica paesaggistica. Infatti l’impianto demolito era collocato in uno slargo baricentrico del tessuto urbano; il nuovo museo integra la piazza all’edificio mantenendone la centralità con l’utilizzo di materiali propri della tradizione del “genius loci”. La scelta di inserire un edificio contemporaneo all’interno del contesto del borgo è scaturita da due fattori: essere un elemento che consenti la memoria dell’evento traumatico e non costituire elemento di impatto ambientale. Stiamo intraprendendo un’esperienza progettuale di ricostruzione dove si cerca di rispettare e tramandare il passato ma guardando ai temi urgenti del presente e alle sfide del futuro. Con la speranza che l’investimento nella cultura possa essere un potente motore di sviluppo sociale ed economico per il territorio.
Simone Cicconetti (Arch. Junior Responsabile Ufficio Urbanistica Comune di San Ginesio – Mc) ha illustrato alcuni Aggregati strutturali nel Centro Storico di San Ginesio (MC), soffermandosi sui Numeri della ricostruzione (i danni subiti e l’avanzamento della ricostruzione privata); il testo Unico della ricostruzione privata, SEZIONE II: Aggregati edilizi, interventi unitari, collabenti; gli incentivi previsti, le opportunità in funzione della rigenerazione urbana; il ruolo del Comune; Dove ricostruire? Il Capoluogo e nuclei storici e Perché procedere con gli aggregati strutturali (epoche di costruzione, necessità) Aggregati strutturali – quando l’intervento non riesce; Le Interferenze – Rigenerazione urbana (ord. Sisma PNC) e la ricostruzione pubblica.
Coordinatore Scientifico: Prof. arch. Alessandro Camiz
Tutor: arch. Ludovico Sargolini
Moderatrice: arch. Silvia Sargenti
