Un insieme sistematico di interventi di restauro per rilanciare e rifunzionalizzare l’intero complesso del Foro Italico che ha visto il coinvolgimento di architetti del calibro di Moretti, Del Debbio, Paniconi e Pediconi.
Questo l‘oggetto del convegno organizzato dall’Ordine degli Architetti PPC di Roma e provincia in collaborazione con Sport e Salute, svoltosi nel Palazzo delle Terme e terminato con una passeggiata immersiva per mostrare metodi e scelte alla base della progettazione, in condivisione tra committenza, Soprintendenza e professionisti.
Un laboratorio a cielo aperto che ha rivelato, non solo la maestria della manodopera dell’epoca, ma anche quanto la progettazione organica tra urbanistica ed architettura abbia dato vita ad un impianto di particolare pregio storico e sociale.
Molteplici le figure istituzionali presenti per avere un quadro chiaro ed eclettico della storia e delle potenzialità dell’impainto: Emiliano Curi | Sport e Salute – Direttore Spazio Sport, Alessandro Panci | Presidente OAR, Lorenza Baroncelli | Direttrice MAXXI Architettura, Lorenzo Busnengo | Consigliere OAR, Marco Burrascano | Professore di Composizione architettonica e urbana Università Roma Tre, Lucia De Vincenti | Soprintendenza Speciale archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma, Salvatore Mugheddu | Sport e Salute – Responsabile Unico del Progetto, Carla Zhara Buda | Curatrice della mostra Il Foro Italico di Enrico Del Debbio presso MAXXI, Gabriella Arena | Sport e Salute – Progettista/Direttore Operativo, Marco Maria Sambo | Segretario OAR e Direttore AR Magazine, Lucia De Vincenti | funzionario architetto SSABAP Roma, Eleonora Leprini | funzionario restauratore SSABAP Roma, Paolo Castellani | funzionario storico dell’arte SSABAP Roma.
“Un’occasione preziosa per parlare di restauro, ma anche di un luogo altamente simbolico che ha legato il pensiero urbanistico ed il fare architettura alla città, tanto da diventare un punto di aggregazione e incontro – commenta Alessandro Panci | Presidente dell’Ordine degli Architetti PPC di Roma e provincia – Intervenire sul Foro Italico significa ampliare l‘offerta sportiva e non solo, legandola direttamente alla qualità del costruito, alla storia del singolo manufatto architettonico e all’intero ed organico piano urbanistico che ha messo in connessione le emergenze con l’intorno, dal fiume Tevere alla collina di Monte Mario”.
Un assetto urbanistico, dunque, che è stato delineato tra gli anni ’20 -’30 e ’50-’60, con la sovrapposizione di vincoli storici – culturali e paesaggistici, ma con la lungimiranza di immaginare e costruire poi un luogo di valore a servizio della collettività.
“Con enorme soddisfazione si è svolto un convegno con il coinvolgimento di numerose istituzioni, come Sport e Salute, Maxxi, Soprintendenze, Ordine degli Architetti PPC di Roma, che hanno dimostrato una visione unica sull’importanza dell’uso quotidiano del Foro Italico – osserva Lorenzo Busnengo | Consigliere dell’Ordine degli Architetti PPC di Roma e provincia – Consapevoli dell’unicità storica ed architettonica quale luogo simbolico ed identitario per i romani, gli italiani e tutti gli stranieri che ne usufruiscono, è necessario renderlo fruibile e vivibile attraverso misurate e calibrate trasformazioni necessarie per adeguarlo alle normative attuali ed alle esigenze delle attività sportive, sociali e del tempo libero. Proprio l’uso quotidiano nelle forme più diverse e l’apertura alla città consentono di rimarcare il dovuto riconoscimento del valore innegabile della qualità architettonica e paesaggistica universalmente riconosciute”.
“Cogliamo l’occasione di concepire il grande complesso del Foro Italico, compresa l’area della Farnesina fino a Ponte Milvio, come un grande parco urbano, privilegiando gli spazi pedonali, i servizi pubblici e la sua funzione ambientale. Incrementare le pavimentazioni permeabili e restaurare il patrimonio arboreo, protagonista della definizione degli spazi per Del Debbio, consentirà di avere un vero parco al servizio della città, naturale connessione tra il grande bosco urbano di Monte Mario e il Tevere – ha spiegato Marco Burrascano | Professore di Composizione architettonica e urbana all’Università di Roma Tre – Il progetto è ambizioso ma attuabile attraverso la partecipazione delle varie amministrazioni pubbliche coinvolte, in modo da proporre un apposito piano di recupero urbano”.
In questo quadro di intenti comuni si inseriscono gli interventi in corso per la valorizzazione dell’intero complesso del Foro Italico, eseguiti anche grazie ad un’approfondita ricerca scientifica ed archivistica di conoscenza profonda dei luoghi e delle tecniche.
“Il Maxxi con 110 fondi, 85mila documenti catalogati e 70mila fotografie dei più grandi maestri del ‘900 custodisce un patrimonio straordinario della memoria del cosiddetto Distretto del Contemporaneo, di cui fa parte insieme al Foro Italico – osserva Lorenza Baroncelli | Direttore del Dipartimento di Architettura e Design contemporaneo del Maxxi – Profondo il legame di queste due emergenze nelle due sponde opposte del Tevere, sia per il prezioso archivio del moderno e contemporaneo, messo a disposizione anche per gli attuali interventi di restauro, sia per la mostra su Del Debbio, che racconta la nascita del Foro Italico e il rapporto tra architettura e sport, che ha avuto la meglio all’inizio del XXI secolo e che ora è per lo più lasciato all’attività degli ingegneri come impiantistica sportiva”.
La qualità degli interventi dell’architettura trasforma l’identità della città intera, regalando un “luogo della memoria, divenuto da cittadella per la formazione di atleti e docenti di educazione fisica a teatro delle Olimpiadi del 1960, una cornice monumentale, architettonica e paesaggistica unica nel suo genere che ancora oggi è spazio di sport, benessere ma soprattutto di aggregazione per tutti e per tantissimi giovani”, come raccontato da Salvatore Mugheddu | Responsabile Unico del Progetto Sport e Salute.
“Salvaguardare e valorizzare a partire dallo studio della storia. Il Foro Italico rappresenta una pagina importante per la Capitale, un progetto urbano e paesaggistico all’interno del quale sono presenti architetture iconiche. Da Enrico Del Debbio a Luigi Moretti, l’architettura del moderno trasforma la città attraverso visioni urbane. Proiettare nel futuro le radici storiche del nostro passato e la sostanza progettuale del Foro Italico, costituisce una fantastica opportunità per Roma”, Marco Maria Sambo, Segretario OAR e Direttore di AR Magazine
La passeggiata che ha seguito il convegno ha permesso di conoscere da vicino i lavori in atto e quelli conclusi, mostrando tutto il sapere scientifico e progettuale dei restauri del Foro Mussolini, inaugurato nel 1932 e che aveva accesso da piazza Lauro De Bosis, dove troneggia l’Obelisco marmoreo, realizzato su disegno di Costantino Costantini. A destra, si trova l’ex Accademia di educazione fisica, oggi sede del CONI, realizzata tra il 1928 e il 1932 da Enrico Del Debbio e a sinistra il Palazzo delle Terme, progettato da Costantino Costantini nel 1937, che ospita la splendida Piscina coperta con i mosaici e l’ex palestra del Duce.
Completano l’impianto lo Stadio dei Marmi, circondato da 60 imponenti statue in marmo bianco, la Casa della Scherma, il Piazzale dell’Impero, oggi Viale del Foro Italico, ricoperta da mosaici bianchi e neri, opera di Gino Severini, raffiguranti simboli e discipline sportive, la fontana della Sfera, del diametro di 3 metri e lo stadio Olimpico, edificato sull’originario progetto dello Stadio dei Cipressi iniziato nel 1932, ma poi inaugurato con il nome di “Stadio dei Centomila” o Olimpico nel 1953 quando furono aggiunti una serie di anelli in marmo per le Olimpiadi del 1960. Negli anni ’90, per i Mondiali di calcio, fu aggiunta la copertura.
Inclusi anche il Polo Natatorio del Foro Italico, con lo Stadio Olimpico del Nuoto, costruito per le Olimpiadi del 1960 su progetto di Enrico Del Debbio e Annibale Vitellozzi e lo Stadio del tennis (noto come Campo Centrale) realizzato nel 2010, il Next Gen Arena e lo Stadio Nicola Pietrangeli, ex Stadio Pallacorda, realizzato tra il 1931 e 1933.