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08 Maggio 2025

Orientarsi tra le costellazioni del fare urbano: Michelangelo Pistoletto al Rebirth Forum Roma

Dialogando con Giorgio de Finis, nell'ambito del Forum ispirato ai principi della demopraxia, il maestro biellese ha definito l'arte come intreccio di relazioni e composizione dinamica di contrasti, in grado di guidare il percorso delle città verso una fase in cui, attraverso pratiche attive di cittadinanza e partecipazione, l'urbanistica valorizzi le istanze dei territori.

Una riflessione sul rapporto tra natura e arte / artificio, sul ruolo dell’artista nella trasformazione della realtà e sull’importanza dell’impegno individuale nei processi di cambiamento: nella terza giornata del Rebirth Forum Roma (martedì 6 maggio 2025) alla Casa dell’Architettura / Complesso Monumentale dell’Acquario Romano, presso la sede dell’Ordine degli Architetti di Roma (OAR), la conversazione tra il maestro Michelangelo Pistoletto e Giorgio de Finis, direttore artistico del Museo delle periferie e di IPER Festival, ha spaziato tra gli argomenti riconducibili all’impatto della immaginazione sulla fisionomia della società umana, con l’intento di catturare “Lo Stato dell’Arte” nel momento storico attuale.

“In questi giorni si sta portando avanti quello che noi come Ordine abbiamo voluto fin dall’inizio, ovvero che la Casa dell’Architettura parlasse di città, di territorio e lo facesse insieme a tutte le realtà coinvolte, la comunità, i cittadini soprattutto (…). E il modo migliore (…) è farlo insieme al mondo delle Arti. Un costruire, un abitare e un conoscere sempre meglio i nostri luoghi, i nostri spazi, incominciando a guardare da tanti punti di vista diversi”, ha premesso Alessandro Panci, Presidente OAR, nel benvenuto ai partecipanti all’evento. In apertura, anche i saluti di Massimiliano Smeriglio, Assessore Cultura Roma Capitale. “Ringrazio il maestro Michelangelo Pistoletto per essere qui: cinquant’anni da protagonista della scena artistica e culturale, e anche della sollecitazione continua del dibattito politico in termini puri, cioè di meccanismi in cui la democrazia, le comunità, l’identità dei luoghi, la coscienza di luogo possano informare il nostro modo di stare insieme”. 

Al centro del dibattito culturale a partire dagli anni ’60, protagonista dell’Arte Povera, promotore del rapporto tra creatività e cambiamento sociale con il Manifesto Progetto Arte (1994) che ha creato le premesse di Cittadellarte – Fondazione Pistoletto fondata a Biella, Michelangelo Pistoletto ha esposto al pubblico nella Sala Centrale dell’Acquario Romano la propria visione, a partire dal significato ambivalente del tema al centro dell’incontro: “Stato dell’Arte a prescindere da quello che stiamo facendo, come stato dell’arte oggi, oppure in senso generale? (…) Io lo intendo in tutti e due i modi (…). Noi lavoriamo con l’arte e quindi sta a noi dire che cosa facciamo in questo stato dell’Arte, come proposta, come progetto che va oltre quello che si è fatto fino ad adesso (…). Definiamo l’attività di Cittadellarte come scuola e così nasce la scuola di uno stato che non è delimitato da territori. Il territorio è planetario, quindi lo stato dell’arte è planetario. L’arte è planetaria anche se si deve sviluppare minutamente di luogo in luogo, di situazione in situazione, così come si può dire che lo Stato dell’Arte può avere un sistema politico-pratico, che denominiamo l’arte della demopraxia“.

La teoria della Trinamica, o dinamica del numero 3, rappresentata dal simbolo del Terzo Paradiso, che esprime graficamente la somma “imperfetta” 1 + 1 = 3, ha ispirato l’attività dei 10 partecipanti a ciascuno dei 10 tavoli di confronto del Forum Rebirth, organizzato in collaborazione da Fondazione Pistoletto Cittadellarte, Ordine degli Architetti di Roma, Festival dell’Architettura di Roma. “Se 1 + 1 fa 3, 10 volte 10 non produce un numero perfetto”, ha spiegato Pistoletto. “Bisogna pensare che nel 10 ci sono tante dualità e sono tutte queste dualità che producono un terzo elemento”; un valore aggiunto che, nel dialogo tra istanze ispirato alla demopraxia, si traduce nella soluzione ai problemi della città.

Per indicare il superamento dei conflitti tra esigenze diverse, l’artista da star deve farsi “costellazione”, fornire punti di riferimento a chi, navigando a vista, deve sviluppare la città secondo un percorso di armonia. “La star, la stella, è l’orientamento (…). Bisogna farsi costellazione, ma non solo (…). A partire dal rione, dalla città di Roma, da quelle che sono le periferie, da quello che è il problema di cosa si coltiva fuori dalla città per mangiare in città, io non parlo più di architettura, parlo di urbanistica. Dov’è l’urbe? Qual è la città? Si riparte dalla città per arrivare a un universo che noi stiamo fabbricando“, ha aggiunto Pistoletto.  L’apporto del singolo alla realizzazione del cambiamento è un percorso in divenire, in grado di dare felicità: “non so se riuscirò a cambiare il mondo con l’arte, con quello che stiamo facendo, però mentre lo sto facendo già mi sento meglio”.  

Il contributo del teorico della Orizzontalità democratica (Michelangelo Pistoletto, “Ominiteismo e Demopraxia. Manifesto per una rigenerazione della società”, Chiarelettere editore srl 2017). che sostituisce alle decisioni verticistiche le buone pratiche condivise nelle relazioni politiche e sociali orizzontali, è stato evidenziato da Alice Buzzone, Consigliera OAR e Direttrice del Festival dell’Architettura di Roma, introducendo il dialogo tra Pistoletto e de Finis: “Vorrei semplicemente ringraziare il maestro Pistoletto per aver creato un metodo che ci ha permesso in questi giorni di tornare a dialogare tra noi (…). C’è una energia in questi giorni che vibra qui alla Casa dell’Architettura e, come diceva il Presidente, l’architettura non è solo materia ma anche costruzione di relazioni“.

Il confronto tra opposti secondo la logica di una somma che va al di là delle regole aritmetiche di addizione si applica anche al tentativo di superare la tendenza innata degli esseri umani a sopraffarsi, scatenando la guerra che distrugge le città. “Ognuno di noi è mostro e virtù” ha concluso Michelangelo Pistoletto, candidato al Nobel per la Pace 2025, “ma per me è molto più facile scoprire la mia mostruosità o la mia virtù se la individuo nella dialettica con l’altro (…). La creazione è la grande invenzione che oggi noi dobbiamo scoprire e utilizzare al massimo, nelle piccole cose, investendo in uno spirito, in una grammatica nuova che porta la pace. Una sola regola: non si uccide un essere umano“.

di Francesca Bizzarro

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