ATTIVITà DELL'ORDINE

Architettura
15 Giugno 2022

FAR 2022 | Lavorare: dal ruolo dell’architetto all’identità urbana. Lecture di Cino Zucchi

di Redazione OAR

Continua FAR- Festival dell’Architettura giunto alla quarta giornata dedicata al confronto tra istituzioni pubbliche e professionisti per la definizione di una comunità armonica, in cui ognuno faccia la sua parte.

Lavorare il tema centrale dei pannel alla Casa dell’Architettura.

“Abbiamo fortemente voluto una tavola rotonda su questo tema, perché necessitiamo di un dialogo e di una riflessione sistemica. Ed è solo l’inizio – spiega Alice Buzzone | Direttrice FAR e Consigliere OAR – Una politica del lavoro nuova deve essere una battaglia trasversale alle categorie professionali che ne soffrono tutte in forme diverse. Il Festival dell’Architettura è da quest’anno un’operazione culturale sui territori che si rivolge ai cittadini, alla committenza: è a loro che dobbiamo dimostrare e trasmettere che l’architettura è necessaria”.

Dalla trasformazione del ruolo dell’architetto, inteso sia come libero professionista che come figura eclettica all’interno di una struttura più ampia, all’evoluzione della città e delle funzioni che ospita in rispondenza ai bisogni delle utenze in relazione all’attualità contingente.

“L’esperienza italiana racconta di studi di architettura a dimensione ridotta, per via della particolarità della figura professionale caratterizzata da una forte accezione poliedrica – interviene Alessandro Panci | Presidente Ordine Architetti PPC Roma – La flessibilità del lavoro in ambito architettonico, con incarichi brevi e legati al raggiungimento di un obiettivo, non corrisponde a contratti di lavoro agili capaci di leggere la situazione contingente della quantità di commesse dello studio”.

Gli fa eco Federico Aldini | Presidente Ordine Architetti PPC Milano: “Non esiste uno strumento contrattuale elastico che sappia adattarsi ai rapidi cambiamenti del lavoro di un professionista e che garantisca contemporaneamente il datore di lavoro ed il collaboratore”.

Lavorare anche come progettualità e disegno della città affinchè sia in grado di assorbire i desideri delle utenze, anche molto diversi tra loro, e di proiettare visioni attraverso la programmazione.

A Roma caldo il tema dello spazio pubblico che durante la pandemia è stato concesso in deroga e senza limiti alle attività commerciali, per ristabilire l’incontro sociale nei limiti delle condizioni di sicurezza.  

“Abbiamo dato vita ad un regime straordinario dovuto al regime del Covid, durante il quale sono state concesse aree molto ampie per le Occupazioni di Suolo Pubblico. Ora la pandemia sta finendo e dobbiamo tornare ad un regime ordinario – racconta Massimo Pentiricci | Responsabile del Servizio Gestione Sito UNESCO, Grandi Eventi Cittadini, Occupazioni Suolo Pubblico Sovrintendenza Capitolina – Abbiamo un’occasione straordinaria per Roma Capitale. Con l’aiuto degli architetti vogliamo ampliare la scelta di arredi urbani a disposizione dei pubblici esercenti e consentirgli di presentare un piano unitario con i colleghi che affacciano su strade e/o piazze di particolare importanza”.

Un lavoro condiviso tra gli attori coinvolti per una città più accogliente e maggiormente affine alle esigenze di tutti, ma anche un inno al rispetto delle regole d’uso della res pubblica per ristabilire i giusti pesi ed i corretti ruoli. “Siamo responsabili di fronte all’UNESCO di ciò che succede a Roma”, conclude Pentiricci.

Qui la video-pillola di Massimo Pentiricci.

Una città che si è trasformata anche fisicamente in virtù di rapide evoluzioni sociali e che oggi è alla ricerca di una sua identità è oggetto della lecture di Cino Zucchi, architetto milanese e Professore al Polimi.

“Gli aggregati urbani nascono inizialmente tutti uguali per poi diventare sé stessi nel tempo, adattandosi e plasmandosi alla vita reale – interviene Zucchi – non dobbiamo avere la presunzione di vivere forzatamente nella cultura della specificità e del diverso: torniamo al progetto che trova significato anche nelle ripetizioni. Il cuore del nostro lavoro è trovare la fisionomia appropriata, è un patto sociale che prevede il segmentare il mondo in forme, dandogli il giusto carattere con sensibilità e capacità emotiva”.

Un’idea della figura dell’architetto come artigiano, quella di Zucchi, che deve saper gestire la complessità dei rapporti tra le cose, trasformando uno spazio fisico in un sistema che soddisfa vincoli, normative ed aspettative espresse in maniera disorganica, senza inciampare nella bulimia formale.

Ed ancora su Roma, che deve poter contare sulla collaborazione di forze pubbliche e private: “E’ l’unica città dotata di barocco quotidiano, in cui andando a lavorare si vedono cose pazzesche integrate nel tessuto. Quando si ha un’eredità così, bisogna rilanciare e non adagiarsi sul passato”, conclude Zucchi.

Qui la video-pillola di Cino Zucchi.

Nel pannel pomeridiano coordinato da Marco Vivio | Consigliere OAR, un dibattito su Italo Insolera, architetto, urbanista e storico italiano, a dieci anni dalla sua scomparsa, come base per le proposte per Roma.

“L’esperienza raccontata su Roma Moderna di Insolera, testo su cui si sono formate le ultime generazioni di architetti, spiega le gravissime disfunzioni in cui versa Roma, che ha visto prevalere gli interessi privati su quelli collettivi – osserva Vivio – Il PRG del 1962 pensato da Insolera, Piccinato, Lugli ed altri è stato sabotato per lasciare spazio ad un’espansione a macchia d’olio. Il tanto auspicato accentramento conseguito anche attraverso la teorizzazione dello SDO è stato disatteso ed, ancora oggi, assistiamo ad una migrazione che va dalla periferia al centro durante il giorno e viceversa nelle ore serali”.

Qui la video-pillola di Marco Vivio.

In conclusione un breve ricordo di Francesco Scoppola | Istituto Nazionale Archeologia e Storia dell’Arte su Italo Insolera.

Qui la video-pillola di Francesco Scoppola.

di Giulia Villani
PHOTOGALLERY

TAG

POLITICA

DELL'ORDINE

NEWS

DELL'ORDINE