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Architettura
10 Ottobre 2020

Spam Fragile. Entra nel vivo l’edizione 2020 di SPAM: l’architetto a tutela di ciò che è fragile

Di Redazione OAR

SPAM2020 parte concentrandosi sui temi della “Fragilità”.

In un momento storico che ha unito tutto il mondo in un’unica esperienza, con la stessa emergenza, il tema della fragilità è centrale, complesso e particolarmente diffuso.

Fragili sono le categorie deboli nel loro vivere quotidiano, il territorio di fronte ai cambiamenti climatici e ed ai fenomeni naturali, ma anche la popolazione mondiale di fronte alla pandemia. Ma anche l’architetto, inteso come figura professionale, il cui ruolo non è spesso valorizzato come dovrebbe.

“Lo spazio pubblico è un progetto sociale in cui la comunità partecipa attivamente e l’architetto mette a servizio il suo saper disegnare uno spazio, mantenendo una posizione equidistante tra l’utenza e le istituzioni”, sostiene Giuseppe Vultaggio, che ha partecipato al Focus Young di SPAM, raccontando anche il progetto di una scuola valorizzata nell’ambito di un’iniziativa per Enel Cuore.

Vultaggio precisa come il progetto condiviso con l’utenza non sia una diminutio dell’atto intellettuale compiuto dall’architetto, che ha compito della sintesi nell’ambito di un processo partecipato e funge da direttore di orchestra.

Fortemente figlia del suo tempo, con tutte le sue fragilità, anche la città, intesa come manifestazione fisica della contemporaneità.

“Lo spazio pubblico ha intrapreso un percorso diverso negli ultimi anni, inserendosi in questo dibattito con delle strutture performanti in divenire – commenta Michelangelo Pugliese, paesaggista che concentra la sua professione soprattutto in Calabria e responsabile di uno dei workshop SPAM2020 (link). – Il paesaggio – racconta – è un elemento solubile e che, potendo essere fuso in elementi prossimi, dà soluzioni rapide ed inaspettate. La Calabria ad esempio è una terra emblematica per la sua fragilità, dove lo scenario è magnifico se visto dall’alto, per poi rivelarsi devastato se ci si avvicina alla scala dell’uomo”.

È innegabile che molte fragilità di cui siamo oggi vittime siano legate all’azione dell’uomo stesso, che ha voluto imporre la sua progettualità sul territorio, senza ascoltare i bisogni dell’ambiente in cui si interviene.

Ci siamo illusi che i DREAMS di SPAM2019 potessero essere calati dall’alto sul territorio, senza dover leggere l’anima di un luogo né conservarne le tradizioni.

Oggi si è consapevoli che i NEEDS, i bisogni, le necessità, sono il reale punto di partenza progettuale (link), senza cui i sogni, assolutamente indispensabili a definire un obiettivo seppur visionario, si allontanano ed i progetti diventano elucubrazioni estetiche senza senso.

All’architetto quindi il compito di coordinare e sintetizzare i bisogni della collettività, attraverso la capacità funzionale ed estetica di stupire e meravigliare. Senza perdere d’occhio le fragilità, spesso derivanti da progettazioni leggere ed autorefenziali.

“L’architettura, profondamente correlata ad alcuni momenti importanti della vita, è generatrice di rapporti di senso e forma nello spazio che essa deve manipolare – interviene Orazio Carpenzano – Innegabile che l’architetto, essendo dentro una dimensione umanistica di pensiero, abbia talvolta la tentazione di manipolare i temi che il progetto deve affrontare. Talvolta con l’arroganza di sostituirsi persino ai committenti: lo si vede dalle numerose osservazioni ai bandi di gara dei concorsi. Questo tipo di invasioni di campo – commenta il Professore che è anche tutor di uno dei workshop SPAM2020 – possono essere fatali. L’architetto ama girovagare dentro i temi, qualche volta anche perdendosi. Basta con la retorica delle antinomie”.

“La scelta del tipo di approccio verso un edificio è prerogativa dell’architetto – spiega Jan De Vylder che condivide lo studio con Inge Vinck, in collegamento diretto dal Belgio – che ha il dovere di sapere come esso possa conservarsi nel futuro. Non si può più prescindere dai programmi estremamente funzionali, dalla sostenibilità e dell’occupazione al 100% delle costruzioni”. Una progettazione che sembra tesa all’efficienza e alla comprensione reciproca, in una costante ricerca di poesia come fine ultimo. “Un viaggio con molte notti insonni”, lo definisce Jan De Vylder, che si avvale anche di disegno a mano libera che, a differenza di quello computerizzato, mostra la modalità di pensiero insita nell’idea.

La fragilità è però insita nella vita dell’uomo e i suoi diversi gradienti sono attinenti alle azioni che si svolgono nei diversi spazi.

Diviene reale impedimento quando il luogo stesso ostacola ed interdice lo svolgimento dell’azione.

L’architettura dunque, nel senso più ampio del termine che abbraccia anche la pianificazione territoriale e il restauro, come massima scienza per contenere le fragilità, da quelle fisiche a quelle sociali, fino a quelle sanitarie e di sicurezza. 

Rivedi le giornate di #SpamNeeds sul sito OAR: link

(GV)

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