Nel segno della partecipazione e dell’innovazione. Il Festival dell’Architettura di Roma – FAR 25 ha chiuso la sua settima edizione, densa di appuntamenti, premiando i vincitori della «Call for Projects 2025»: una iniziativa che si conferma, anche in questa settima edizione, uno dei momenti più fertili e inclusivi del Festival. Lanciata con l’obiettivo di attivare lo spazio pubblico attraverso dispositivi architettonici capaci di coinvolgere realmente la cittadinanza, la call ha riscosso un grande successo: 51 proposte ricevute, tra cui le due vincitrici e le nove selezionate con menzione speciale esaminate e scelte dalla giuria formata da Nina Artioli, Gianluca Peluffo, Roberto Cremascoli e Claudia Ricciardi.
La premiazione, che si è svolta lo scorso 25 giugno in chiusura del Festival, è stata l’occasione per dare voce a progettisti, studenti, collettivi e studi multidisciplinari che hanno immaginato e restituito visioni trasformative per piazza Balsamo Crivelli (nel Municipio IV) e piazza dei Mirti (Municipio V), protagoniste del bando. Le proposte premiate non sono semplici oggetti architettonici, ma dispositivi relazionali che traducono ascolto, desiderio e senso di comunità in nuove possibilità d’uso per lo spazio urbano.
La Call for Projects, con il suo legame diretto con i territori – ha detto Alice Buzzone, consigliera OAR e direttrice del Festival dell’Architettura di Roma -, si è confermata un’iniziativa efficace: abbiamo registrato la partecipazione di numerosi studi di progettazione, ma anche di studenti e giovani professionisti. Sono state raccolte proposte per la reliazzazione delle installazioni non solo da Roma, ma anche da altre città italiane e dall’estero. È un segnale importante: FAR è diventato un vero e proprio faro che accende l’attenzione sulla Capitale e sulle sue trasformazioni urbane». Buzzone ha poi rimarcato l’impegno dell’Ordine a supportare progetti e progettisti che hanno partecipato alla Call
PIAZZA BALSAMO CRIVELLI
Progetto vincitore
NODO APERTO
Il progetto vincitore per l’area di Piazza Balsamo Crivelli, Quartiere Casal Bruciato, Municipio IV è stato «NODO APERTO», realizzato dal team con capogruppo Nicola Auciello (capogruppo; architetto), Paola Costanza Papakristo (sociologa), Sara Varcasia (andropologa); gli studenti: Elisa Aloisi, Alessandro Arnold, Simone Carnevali, Giulia Di Giannantonio, Valerio Di Santo, Andrea Fabietti, Elena Fierro, Marco Sabino Onofri, Federica Pieralisi, Carlo Renato Popescu, Carlotta Pucci, Francesca Pia Reale, Virginia Ricotta, Luca Rieder, Elena Sambucci, Arianna Sordi, Seynabou Thiam, Cristiana Tranchini.
Un progetto – emerge dalla relazione che accompagna la proposta – che nasce dall’ascolto del vuoto urbano, non per colmarlo, ma per restituirgli voce e funzione. Nodo Aperto rilegge la piazza come campo relazionale: non un luogo da arredare, ma uno spazio da riattivare attraverso la vita quotidiana. L’installazione temporanea si articola in una griglia modulare leggera, capace di accogliere attività diverse — convivialità, giochi, relax e sport — in un’armonia di elementi sospesi, soglie «morbide» e inviti all’interazione. L’opera è il risultato di un processo partecipato: interviste, questionari, sopralluoghi sul campo hanno restituito i bisogni della comunità locale, trasformando l’architettura in strumento di ascolto e risposta. Il rosso scelto per la struttura — realizzata in tubolari metallici sostenibili — diventa metafora di connessione, come un «fil rouge» che unisce luoghi e relazioni. Ogni dettaglio, dai supporti pendenti alle coperture leggere, stimola una fruizione spontanea e condivisa. Nodo Aperto immagina la piazza non come una cornice statica ma come scena viva e mutevole, dove l’estetica accoglie la funzione e la memoria incontra l’uso. Un’installazione che restituisce centralità a chi spesso resta invisibile, che mette in moto identità, desideri e potenzialità insospettate. L’architettura, qui, è alleata della collettività.
«Il progetto – si legge tra le motivazioni della giuria – si inserisce nell’area di progetto articolando un dialogo con lo spazio esistente, permettendo un uso inedito della piazza. La struttura proposta accoglie, infatti, diverse attività d’uso, potendo inoltre essere implementato sia dimensionalmente che funzionalmente. La giuria ha apprezzato, inoltre, la composizione del team, essendo questo eterogeneo sia in termini di competenze professionali che di esperienza».
Le tavole del progetto
Menzioni Speciali
FINTOLABIRINTO
Team: Simone Barbi (Firenze); Emanuele Cremona (Firenze); Davide Fabbro (Milano); Giacomo Montiani (Zurigo)
Un’installazione «giocosa e permeabile», costruita con cassette della frutta rosse per dare forma a muri leggeri e semitrasparenti. Il labirinto si sviluppa con elementi modulari disposti radialmente, aprendo percorsi verso la scuola e convergendo in uno slargo centrale. Sedute continue e spazi raccolti accolgono il passaggio quotidiano, trasformando la piazza in un paesaggio da attraversare, esplorare e abitare.
MIND THE GAP
Team: Livia Calcagni (architetta); Giovanni Blini (architetto paesaggista); Francesca Novelletto (urbanista); Cecilia Spinelli (progettista sociale)
Un’infrastruttura sociale lunga 60 metri che cuce simbolicamente il tessuto della piazza. Moduli in legno riciclato e acciaio, assemblati a secco, diventano panchine, tavoli, portali e zone gioco. Pensato per la co-progettazione e l’autocostruzione collettiva, il progetto stimola la socialità con un sistema flessibile, inclusivo e replicabile, attivando lo spazio urbano con funzione e relazione.
MAYA
Team: Riccardo Martino (architetto); Sara Riefoli (architetta), Arianna Trotta (architetta)
Un’architettura leggera fatta di legno e tessuti che invita alla scoperta e alla relazione. L’installazione si sviluppa in quattro campate attraversabili, con sedute e teli mobili che i cittadini possono manipolare. Maya è un dispositivo teatrale e dinamico, che definisce nuovi spazi narrativi: palcoscenico, portale, rifugio, simbolo di una piazza viva e interattiva.
CAROSELLO
Collettivo Oblò: Lisi Pierfrancesco (studente di Architettura; Frosinone); Rahimi Vishteh Anahita (Architetta; Teheran); Salvicchi Sofia (architetta; Roma); Solazzo Gaia (architetta; Avellino); Volpe Marta (architetta; Roma)
Una giostra urbana a scala collettiva, dove gioco e sosta si intrecciano. L’installazione circolare, colorata e accessibile, richiama l’immaginario festivo e offre un dispositivo riconoscibile, interattivo, multisensoriale. Due anelli concentrici accolgono tutte le generazioni, trasformando la piazza in un’arena per l’incontro, la performance e l’immaginazione condivisa.
PIAZZA DEI MIRTI
Progetto vincitore
MAMMAROMA
Il progetto vincitore per l’area di Piazza dei Mirti, nel Quartiere Centocelle, Municipio V, è stato «MAMMAROMA», proposto da gruppo formato da Simone Barbi (Firenze), Emanuele Cremona (Firenze), Davide Fabbro (Milano) e Giacomo Montiani (capogruppo; Zurigo).
Una «gonna» monumentale e accogliente, sotto cui trovare riparo e riconoscersi parte di una comunità: Mammaroma è un gesto affettivo e potente. L’installazione – si evince dalla relazione che accompagna la proposta progettuale – si compone di una grande struttura reticolare alta 8 metri, leggera ma stabile, rivestita da un doppio velo tessile sabbia-champagne che cattura la luce, il vento e la presenza delle persone. Posizionata nel cuore della piazza dei Mirti, crea ombra e attrattività, offrendo uno spazio pronto ad accogliere laboratori, incontri, performance, giochi e proiezioni. Con i suoi teli mobili, la struttura è mutevole e adattiva, una sorta di “lanterna” urbana che restituisce alla piazza un’identità forte, riconoscibile, capace di affermarsi come punto di rifermento per il quartiere. I suoi otto new jersey in cemento, oltre a stabilizzarla, fungono da sedute, aprendo l’installazione alla fruizione spontanea da parte dei cittadini. Mammaroma è architettura dell’incontro, nata per colmare due assenze che ancora abitano la piazza: l’ombra e la riconoscibilità. La forma leggera e il nome evocativo rafforzano l’idea di uno spazio che protegge e accoglie, un «monumento alla vita quotidiana» che si fa casa temporanea, schermo, scena, rifugio.
La giuria, in questo caso, «ha apprezzato la forza rappresentativa della proposta in termini di immagine e possibilità di uso collettivo. Relativamente al luogo, la struttura proposta è capace di segnalare e diventare un elemento riconoscibile per la comunità. La versatilità della soluzione proposta permette di immaginare una molteplicità di configurazioni e di utilizzi».
Le tavole del progetto
Menzioni Speciali
MOMO
Team: Ikònica studio: N. Stella Dileo (architetta), Sante Simone (architetto), Alessandro Zappaterreni (architetto), Chiara Casolini; in collaborazione con: Anna Mercurio (graphic designer)
Una struttura modulare in legno lamellare che reinterpreta l’archetipo del «circo romano». Con 54 pannelli disposti a formare uno spazio centrale accessibile, MOMO diventa luogo per l’ascolto, la visione, la partecipazione e la sosta. Ogni lato è marcato da doppi tendaggi che creano un passaggio simbolico. L’installazione è flessibile, adattabile e invita a immaginare diversi scenari di uso.
MIRÀRI
Team: Rinaldo D’Alessandro (architetto); Anna Evangelisti (architetta); Giovanni Fabbri (architetto); Vittoria Ghio (architetto); Matilde Mellini (architetta); Margherita Lia Tommasi (architetta)
Quattro periscopi architettonici per cambiare punto di vista. MIRÀRI è un dispositivo visivo e partecipativo che invita i cittadini ad osservare la piazza da nuove angolazioni, stimolando lo sguardo collettivo. Riflessi, colori, ombre e prospettive inedite restituiscono un’idea affettiva e condivisa dello spazio pubblico, trasformandolo in paesaggio narrativo e sensoriale.
EXEDRA
Team: Ophir Studio, Marco Stiz, Davide Stiz, Mauro Stiz, Xian Zhengxu, Maria Amendola
Ispirata alle architetture dell’antica Roma, EXEDRA introduce un nuovo spazio semicircolare nel cuore della piazza. Dieci telai triangolari definiscono un ambiente scenico e accogliente, coperto da tende metalliche e accessibile tramite rampe. Una struttura leggera e simbolica che dà forma a un vuoto, invitando la comunità a riempirlo di attività, incontri e storie.
PICCOLA BIBLIOTECA ROTONDA
Team: Architensions, Alessandro Orsini e Nick Roseboro
Un anello luminoso fluttua sulla piazza per ospitare libri, letture e momenti di meditazione. La Piccola Biblioteca Rotonda, ispirata alle forme ancestrali, diventa luogo di condivisione e cura per la comunità. Sedute, tende e librerie ne fanno uno spazio sensibile, dedicato all’incontro tra saperi, generazioni e memorie del quartiere.
SCALE E SERPENTI
Team: Arch. Agostino Omini (architetto; Milano); Anna Setti (architetta; Guastalla (RE))
«Scale» per salire e affermare la propria voce, «serpenti» per incontrarsi e dialogare. Il progetto reinventa Piazza dei Mirti come spazio di autodeterminazione e convivenza. Strutture in multistrato di legno formano gradini, tavoli, sedute e percorsi, offrendo un dispositivo per la performance, il dibattito e la socialità urbana quotidiana.