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Architettura
19 Marzo 2024

Il Mattatoio di Testaccio: esempio virtuoso di rigenerazione urbana a Roma

La Città Eterna è stata oggetto, nella storia, di grandi trasformazioni urbane e ciò che oggi la rende un unicum al mondo è proprio la stratigrafia della sapienza di generazioni che si sono susseguite applicandosi con ingegno nel rispetto di ciò che è stato realizzato prima.

Basti pensare alla costruzione del Tridente Sistino, ovvero i tre assi che a partire da Piazza del Popolo segnano il Centro Storico; a Via della Conciliazione o Fori Imperiali che si sono imposte sulle preesistenze, cambiando definitivamente gli scenari urbani; al recupero e riconfigurazione degli edifici cosiddetti minori, attraverso sopraelevazioni o accorpamenti come avvenuto per Palazzo Chigi, frutto della fusione di abitazioni ordinarie. Ed ancora, l’Eur a partire dal progetto dell’E42, i quartieri dell’edilizia economica popolare che hanno impegnato gli architetti romani in progetti ricchi di sperimentazioni architettoniche e soluzioni ingegnose, il villaggio olimpico che ha visto riconvertire l’alloggio per gli atleti delle Olimpiadi del 1960 in residenze.

Le metamorfosi urbane hanno cercato da sempre di raccontare la complessità urbanistica ed architettonica della città per assecondare stili di vita e cambiamenti socio-economico-politici in continuo divenire.

È così che l’Ordine degli Architetti PPC di Roma ha previsto un ciclo di incontri inerenti alla trasformazione del Centro Storico e della Città Storica. Riuso come rifunzionalizzazione e rivitalizzazione di ciò che, a vario titolo, ha perso significato o richiede nuovi stimoli.

“Bisogna avere il coraggio di dialogare con il nostro patrimonio edilizio, vincolato e non, per superare quella concezione museale della città di Roma che conduce all’immobilismo ed alla desertificazione – spiega Lorenzo Busnengo | Consigliere OAR e coordinatore scientifico del progetto assieme a Maria Costanza Pierdominici – Per essere al passo con i tempi, non possiamo considerare Roma come una scenografia cinematografica, intoccabile ed apatica. La trasformazione rispettosa e coerente con il passato deve essere portata avanti per non perdere l’opportunità di incentivare e moltiplicare la ricchezza di relazione sociale, economica e culturale che l’attualità richiede”.

Il Mattatoio di Testaccio sarà oggetto del primo evento formativo, come esempio riuscito di rinnovamento urbano tanto da divenire un focus strategico, incubatore funzionale e sociale, oltre che culturale, di respiro anche internazionale. Seguiranno eventi sulla Palazzina romana e su Via Giulia.

Progettato da Gioacchino Ersoch, tra il 1888 e il 1891, il Mattatoio viene inserito nel PRG di Roma del 1893, contribuendo a definire la natura industriale ed operaia del quartiere Testaccio. Ferro e ghisa dei prefabbricati utilizzati per i meccanismi tecnologici dialogano senza stridere con l’impianto neoclassico ed ottocentesco in mattoni a facciavista.

“L’intervento di restauro e rifunzionalizzazione del Mattatoio ha portato alla riqualificazione di un intero settore urbano, che, oltre ad ospitare la Facoltà di Architettura di Roma Tre e l’Accademia di Belle Arti, si fa centro di svago, mostre temporanee, ristorazione ed eventi in genere, donando fermento all’intera zona”, prosegue Busnengo.

Gli fa eco Yuri Trombetti | Presidente Commissione Capitolina Patrimonio e Politiche Abitative: “Sono strettamente legato al Mattatoio che perde la sua funzionalità originaria nel 1975, anno della mia nascita. Da abitante del quartiere testaccio, lo ricordo da sempre abbandonato. In questi anni molte realtà hanno funzionato da sentinelle del territorio, come il centro anziani, la scuola di musica di Testaccio, il Villaggio Globale. Attraverso due delibere abbiamo formalizzato i rapporti con l’Università di Roma Tre e l’Accademia delle Belle Arti che utilizzano alcuni spazi, oltre ad aver iniziato i lavori di riqualificazione del patrimonio edilizio esistente. È stata inoltre approvata una delibera a mia firma per istituire una cabina di regia presso il Dipartimento Patrimonio di Roma Capitale, finalizzata a trovare un assetto gestionale definitivo e delineare le prospettive future dell’intero Mattatoio”.

Dunque, progetti di rigenerazione urbana di contenitori edilizi che hanno perso la loro identità e ragion d’essere, la cui rifunzionalizzazione è occasione di valorizzazione per interi settori urbani.

“Il Mattatoio è un esempio virtuoso di rigenerazione urbana in Città Storica – osserva Antonella Melito | Vicepresidente Commissione Urbanistica di Roma Capitale – È stato sfatato definitivamente il tabù di poter intervenire in determinati contesti ed è emerso quanto la volontà politica sia determinante per restituire spazi di cultura e sapere alla città. L’intero quartiere di Testaccio ne ha beneficiato, ingenerando un meccanismo di miglioramento della qualità della vita e di maggior pregio dell’intera area: dalla sicurezza del territorio, all’aumento delle attività commerciali e non, al maggior afflusso di persone come attrattore urbano. Sono 100 le tonnellate di rifiuti che AMA si è occupata di raccogliere e smaltire, così come è stato bonificato l’intero spazio all’interno del Mattatoio, prevedendo l’aiuto dei servizi sociali e degli organi competenti per aiutare le persone in difficoltà. In attesa che vengano trasferite le cosiddette Botticelle a Villa Borgese, tutto è pronto per la riqualificazione dell’ultima parte rimasta”. Ed ancora “Molti i progetti di trasformazione urbana rimasti in sospeso che, sulla scia della buona riuscita dell’intervento sul Mattatoio, avrebbero la necessità di essere riconsiderati. Penso a Campidoglio 2 ed alla riqualificazione urbana del quadrante Ostiense – Marconi”.

Tutte occasioni di rilancio della città: una sfida a cui gli architetti romani non possono e non vogliono sottrarsi per cogliere le migliori prospettive di sviluppo.

di Giulia Villani

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