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Architettura
02 Maggio 2020

Post Covid19. Francesco Miceli (Palermo): «Servizi di qualità per gli iscritti»

di Redazione OAR

Contribuire alla costruzione di una nuova idea di città. Progettare soluzioni innovative in ambito abitativo, ma anche per i servizi, gli spazi pubblici, gli interventi con forte impatto sociale. Tenendo sempre alto il livello di attenzione verso una realtà in continuo mutamento. Sono questi i compiti per l’architetto nell’era post Covid19 secondo Francesco Miceli, presidente dell’Ordine degli Architetti PPC di Palermo, che ha partecipato al ciclo di riflessioni sullo scenario del prossimo futuro avviato dal’OAR coinvolgendo i presidenti di diversi ordini provinciali.

«La nostra professione, già in fase di profonda trasformazione – osserva Miceli -, da oggi dovrà sviluppare, ancor di più, le sue peculiarità per svolgere un ruolo centrale nell’elaborazione di una nuova idea di città. Confermando, così, il ruolo sociale, culturale e politico dell’architetto, e facendo in modo di recuperare il tratto distintivo della professione».

Il progetto di architettura, spiega il presidente dell’Ordine di Palermo – «ha il compito di formulare nuove idee per il settore abitativo e per tutti gli ambiti della vita della comunità di riferimento: penso al sociale, al sistema dei servizi, agli spazi pubblici, che dovranno essere profondamente rivisitati nell’interesse comune». In sostanza, «si apre una nuova fase nella vita professionale degli architetti, che richiede la definizione di un rinnovato profilo. Il quale potrebbe essere definito dalla formula: meno sensazionalismo e maggiore attenzione alla realtà che muta». L’emergenza sanitaria connessa al Coronavirus – continua – «ci ha fatto capire che nulla sarà come prima». Un segnale importante in cui gli architetti «devono saper cogliere tutte le implicazioni che possono, in qualche modo, riguardare il loro mestiere e la loro professione».

Anche gli Ordini devono fare la propria parte. «Devono essere innanzitutto riformati per poter operare con modalità innovative – sottolinea Miceli -: si dovranno accentuare e migliorare le capacità degli Ordini di produrre e fornire servizi di qualità agli iscritti, anche del tutto inediti, per aiutare gli architetti a svolgere efficacemente i nuovi compiti a cui sono chiamati. Non rinunciando, ovviamente – conclude -, a coniugare etica e professionalità».

(FN)

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