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10 Luglio 2023

SofTourism, verso la costruzione di un modello. Tra specializzazioni, conoscenze trasversali e proposte concrete

Si è chiuso il corso a pagamento organizzato dall’OAR che in un ciclo di quattro appuntamenti ha puntato a dotare gli architetti di competenze a “T” per una progettazione consapevole nel settore turistico

Presentare ai professionisti il nuovo metodo per progettare consapevolmente e in modo sostenibile nel settore turistico. È stato questo l’obiettivo del «Corso SofTourism – Strategie per una progettazione consapevole», realizzato dall’Ordine degli Architetti PPC di Roma e provincia, la cui ultima tappa si è svolta lo scorso 28 giugno presso il Loft Canova, in via delle Colonnette a Roma. Il corso di formazione a pagamento sulle strutture ricettive proposto dall’OAR – 960 minuti, 16 crediti formativi – ha suscitato l’interesse degli iscritti registrando una elevata partecipazione: dagli iniziali 20 posti previsti i partecipanti effettivi sono stati 27, con 35 richieste di iscrizione. L’evento ha chiuso il ciclo di appuntamenti che ha puntato a dotare gli architetti di competenze verticali, a T” – in grado di coniugare le specializzazioni (verticali) con la trasversalità delle conoscenze (orizzontale) – fornendo strumenti, modelli, esempi e soluzioni concrete nella progettazione del turismo sostenibile. Hanno partecipato, tra i relatori, esperti del settore e specialisti di aziende innovative.

Il corso è stato un «vero successo», sottolinea Paolo Anzuini, consigliere dell’Ordine degli Architetti di Roma e delegato all’internazionalizzazione – Commissione i18n OAR, «innanzitutto per l’elevata partecipazione e per l’interesse che ha suscitato». La grande sfida del progetto SofTourism, che prosegue – aggiunge – è di continuare a formare gli architetti su un tema che è – e sarà – cruciale per i prossimi dieci anni per Roma e la sua provincia e che di qui in avanti condizionerà le attività degli iscritti all’ordine». A concludersi – lo scorso 28 giugno – è stato il ciclo di quattro incontri sul «SofTourism», corso a pagamento dell’OAR all’interno del progetto di internazionalizzazione della professione, ricorda il consigliere dell’Ordine, che spiega: «SofTourism significa consapevolezza da parte dei progettisti per riuscire a cambiare le attività e le abitudini del turista». Una mission che per essere compiuta, ha bisogno del supporto delle istituzioni, così come è avvenuto: il progetto – sottolinea infatti Anzuini – «è stato patrocinato dal Ministero del Turismo, dalla Regione Lazio e dalla Città Metropolitana e da Roma capitale. Ci sono, dunque, tutti i partner istituzionali per fare in modo che le proposte, sempre più concrete, possano trasformarsi in cambiamenti legislativi sul fronte delle strutture ricettive».

A sottolineare l’approccio incentrato sulla muldisciplinarità e sull’inquadramento del ruolo dei progettisti anche sotto un ottica manageriale è Simone Cellitti, architetto e coordinatore del «Corso SofTourism». Il percorso – afferma -«è stato volutamente strutturato attraverso contenuti tra loro eterogenei, di cui è utile evidenziare alcuni aspetti. Il primo, di tipo normativo e strategico, si è focalizzato sul rafforzamento della capacità di comprensione di tutte le indicazioni utili alla progettazione: si pensi alle informazioni presenti nei bandi europei. Il secondo è stato il focus specifico sulle nuove strategie di intervento sul fronte del recupero di strutture ricettive in un’ottica di soft tourism. Infine, va sottolineato il taglio tecnico a supporto dei progettisti offerto dai contributi di alcuni specialisti che sono entrati in ‘verticale’ su aspetti specifici della professione. Si è aperto un confronto sulla figura strategica dell’architetto in qualità di manager, capace di dotarsi di più competenze, di interfacciassi con diversi soggetti e consapevole che il nostro lavoro, oggi, non è da singoli, ma si svolge sempre in equipe». 

Si è concentrata soprattutto sulle connessioni tra architettura, arte e tradizioni nell’ottica di una valorizzazione turistica dei territori la riflessione condotta da Pasquale Piroso, architetto che ha messo a disposizione gli spazi del proprio studio nel centro di Roma, il Loft Canova in via delle Colonnette, per lo svolgimento del corso, e che ha mostrato – tra l’altro – alcuni casi esemplificativi di «villaggio sostenibile», come il Progetto RespiraTerra a Badolato (Cz), in Calabria. «I temi presentati nell’arco delle quattro giornate in cui si è svolto il corso hanno riscosso grande attenzione, e – in alcuni casi – hanno suscitato emozione. In particolare, ad esempio, nel racconto dei legami tra arte e architettura, tema che ho trattato, raccontando progetti sostenibili in territori poco praticati di cui mi sono occupato».  

Il contributo di Filippo Bombace, architetto di Oficina de Arquitectura, ha puntato in modo particolare ad ampliare gli orizzonti del ragionamento. «Ho voluto mettere in evidenza – spiega – come sia utile trattare il tema delle architetture per il turismo non solo in riferimento alle strutture ricettive. Sicuramente il ricettivo è l’ambito principale, includendo l’hotellerie il pararicettivo, il mondo da dei b&b ed agriturismi che ormai costellano il territorio. Ma il sistema è composto da un quadro molto più ampio che spazia dal centro termale al parco acquatico fino allo stabilimento balneare, al museo e al ristorante. E, in tale quadro, va considerata anche la rete della mobilità che mette in connessione tutti questi elementi. Quando questo sistema funziona si generano effetti estremamente postivi sul territorio. Un esempio su tutti? Il caso Bilbao, che grazie al cosiddetto effetto Guggenheim, ha completamente ribaltato le proprie sorti trasformandosi in un  centro culturale».

Il corso SofTourism, come detto, ha visto la partecipazione di tecnici specialisti che hanno portato le proprie competenze specifiche all’attenzione di relatori e partecipanti. L’ultima giornata ha visto la presenza di Alberto Villa, progettista nel campo degli impianti di riscaldamento e condizionamento (efficienza energetica) e incaricato alle relazioni istituzionali di Viessmannn. «In un periodo storico segnato dal riscaldamento globale, dalla necessità di diversificare le fonti di approvvigionamento, resa palese dalla guerra in Ucraina, e in considerazione del fatto che l’edilizia  è respirabile di circa il 40% delle emissioni di anidride carbonica bisogna chiedersi: come fare efficienza energetica, come creare edifici sostenibili in ambito turistico e non solo? È necessario, innanzitutto, usare tecnologie basate su energia elettrica, che non genera emissioni di CO2, per cui pompe di calore. Utilizzare fonti di energie rinnovabili: pannelli solari temitici e fotovoltaici, sopratutto in ambito ricettivo: sia pensi al  riscaldamento delle piscine o alle numerose docce nel corso della giornata. Bisogna poi porsi la domanda, in ottica sostenibilità ambientale, di come possa un edificio turistico condividere energia e ottimizzare i consumi collegandosi a una comunità energetica». In riferimento specifico a come progettare impianti all’interno delle strutture ricettive, Villa, ha affrontato temi come: «È meglio utilizzare impianti tradizionali ad acqua o sistemi ad espansione diretta. Qual è la definizione di comfort: solo ambientale per l’ospite o anche acustico? Riflettendo, ad esempio, sul livello di rumorosità di macchine come le pompe di calore in un contesto ricettivo».

Elevato l’indice di gradimento da parte dei partecipanti al corso che, a conclusione della giornata, hanno espresso – tra l’altro – apprezzamento per specifici aspetti, sia contenutistici che organizzativi: dall’inquadramento del concetto si sostenibilità non solo dal punto di vista ambientale ma anche economico – con il focus sulla figura dell’architetto come manager del progetto – alle informazioni su materiali e tecnologie, dalla partecipazione di relatori esterni specializzati su aspetti specifici – come abbattimento termico e acustico, ma anche il trattamento di aria e superfici – alla capacità di guardare a tutti i livelli della ricettività generando proposte concrete, fino al clima di condivisione che ha permesso lo scambio di conoscenze e informazioni all’interno del gruppo di partecipanti e relatori.

A chiudere la giornata, ampliando lo sguardo sulla professione nel suo complesso, in particolare in un’ottica innovativa, è stata la riflessione di Antonio Marco Alcaro, tesoriere dell’Ordine degli Architetti PPC di Roma e provincia, che – alla presenza della vicepresidente OAR, Roberta Bocca – ha ricordato come l’Ordine sia impegnato di molte iniziative «per favorire l’attività dei professionisti e, allo stesso tempo, tutelare i cittadini. A partire dal dialogo con altre professioni – dagli avvocati agli ingegneri – per varare una proposta di legge sull’opera d’ingegno, allo scopo di valorizzare le idee, che sono al centro della nostra attività: è una questione culturale che deve essere difesa, rimarcando la differenza tra noi professionisti e le imprese. Stiamo portando avanti – ha poi aggiunto il tesoriere – un progetto sulle start up di architettura per colmare il gap che abbiamo sul fronte dell’innovazione e dei brevetti. Non mancano ovviamente le battaglie su temi di grande importanza come quello dell’equo compenso: è nostro compito, con la più ampia partecipazione possibile, far comprendere il valore del nostro lavoro e il ruolo sociale dei professionisti». (FN)

di Francesco Nariello

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