NOTIZIE

Sostenibilità
14 Febbraio 2024

I dati satellitari per il controllo del microclima urbano. All’OAR il convegno con l’Agenzia Spaziale Italiana e il Politecnico di Milano

Appuntamento venerdì 23 febbraio presso il complesso monumentale dell’Acquario Romano, sede dell’OAR. Per l’occasione sarà presentato un plugin, frutto della ricerca di ASI e Politecnico, che progettisti, pianificatori e Pa potranno utilizzare per progettare e realizzare interventi che vanno dalla singola architettura alla riqualificazione urbana o alla stesura di un masterplan, controllandone gli effetti sul microclima urbano

Arrivano dai dati satellitari gli strumenti per mappare il fenomeno dell’isola di calore urbana e capire come la struttura fisica della città e l’uso del suolo influiscano sul microclima urbano. Se ne parla al convegno che si terrà venerdì 23 febbraio presso il complesso monumentale dell’Acquario Romano, sede dell’Ordine degli Architetti di Roma e Provincia. L’evento, organizzato dall’OAR, illustra gli esiti del progetto LCZ-ODC sviluppato dall’Agenzia Spaziale Italiana con il dipartimento di Ingegneria Civile Ambientale del Politecnico di Milano. Si tratta di uno studio sperimentale che ha l’obiettivo di mettere in correlazione le zone climatiche locali con la temperatura dell’aria, integrando dati geospaziali e tecnologie di osservazione della Terra.

A partire dalle tecnologie di osservazione della Terra, l’Agenzia e il Politecnico hanno messo a punto un plugin che progettisti, pianificatori e pubbliche amministrazioni potranno utilizzare per progettare e realizzare interventi che vanno dalla singola architettura alla riqualificazione urbana o alla stesura di un masterplan, controllando gli effetti che questi hanno sul microclima. Si tratta di uno strumento utile anche per il monitoraggio ambientale, che potrà funzionare da guida nell’individuazione di azioni che possano espletarsi su tre linee di intervento: mitigazione, adattamento e resilienza. Il progetto è partito, in via sperimentale, concentrandosi sulla città metropolitana di Milano, ma con l’intento di estendere gli esiti dell’esperienza ad altre grandi città, tra cui Roma.

«L’Ordine degli Architetti di Roma e Provincia è stato coinvolto dall’Agenzia Spaziale Italiana per dare suggerimenti riguardo ai possibili benefici che gli architetti avrebbero potuto trarre dall’applicativo con riferimento ai campi della progettazione, della pianificazione urbana e delle valutazioni ambientali», riferisce Roberta Bocca, vicepresidente e delegata alla formazione OAR, nonché coordinatrice del Comitato tecnico per la formazione dell’Ordine degli Architetti di Roma. Il contributo dell’OAR si concretizza anche con l’organizzazione di incontri formativi dedicati al progetto ASI-Politecnico di Milano. L’incontro in programma il 23 febbraio è il primo del ciclo. In sala sarà presente il modellino in scala 1:10 del satellite PRISMA.

Il progetto promette di essere molto utile per analizzare e mappare il fenomeno dell’isola di calore urbana, intervenire con progettazioni a impatto positivo sul clima e capire – alla micro-scala – quale effetto i cambiamenti climatici abbiano sulle città. Il punto di partenza del progetto sono le Local Climate Zones (LCZ), ossia una suddivisione in classi del suolo urbano basata sull’intensità dell’isola di calore. Una classificazione che prende in considerazione le caratteristiche morfologiche dell’edificato (densità urbana, altezza, tipologia e disposizione degli edifici), le proprietà chimico-fisiche e termiche delle superfici e la copertura del suolo (permeabile, pavimentato, compatto). Con il plugin installabile in QGIS (versione open source dei software di Geographical Information System), la struttura fisica e la morfologia della città, rappresentata dalle LCZ, è messa in relazione con la distribuzione delle temperature. Grazie alle acquisizioni satellitari ripetute nel tempo, si ha un’informazione dinamica che le città potranno utilizzare per disegnare masterplan, per progettare interventi di rigenerazione urbana, col fine ultimo di ottenere benefici sul microclima e sulle isole di calore.

«In una progettazione ex novo o in un ambito già edificato, le Local Climate Zones permettono di avere informazioni sul contesto, beneficiando dell’interrelazione di diversi dati, come la morfologia del contesto urbano e i materiali. Ai progettisti è data la possibilità di scegliere una strategia di progettazione sia per gli edifici che per il trattamento dei suoli, conseguentemente allo stato di fatto che si va ad analizzare consultando queste mappe», spiega Ilaria Montella, coordinatrice scientifica del convegno, referente del percorso formativo “Architettura Sostenibile e tematiche ambientali”, membro del Comitato tecnico formazione dell’OAR, ricercatrice all’Università Roma Tre ed esperta di tecnologie dell’architettura orientate alla progettazione urbana sostenibile. «A mio avviso, l’applicativo, utilizzando immagini satellitari sequenziali derivanti da osservazioni ripetute nel tempo, anche nel corso degli anni, dà la possibilità di osservare le variazioni climatiche generate da interventi progettuali che sono andati a modificare alcuni fattori, come l’albedo delle superfici e la presenza del verde. Si tratta di informazioni importanti, che le amministrazioni potranno utilizzare per delineare strategie di mitigazione e di adattamento climatico», sottolinea ancora Ilaria Montella.

«Il plugin open source permette anche di monitorare come nel tempo evolva il fenomeno dell’isola di calore e quindi consente di capire che efficacia abbia la strategia di mitigazione che si è deciso di applicare. È un ottimo strumento per la verifica dell’ante e post-operam, utile anche per il monitoraggio del territorio, ma anche per la programmazione degli interventi. Ad esempio, la classificazione delle zone climatiche locali, essendo messa in relazione con la tipologia di edificio e con il tipo di copertura del suolo, permette anche di creare delle similitudini tra quartieri simili e questo consente di avere una clusterizzazione delle strategie elaborate in base alle caratteristiche del territorio nel quale si sta agendo».

L’Ordine degli Architetti di Roma e Provincia, in rappresentanza dei progettisti, ha potuto dare suggerimenti affinché l’applicativo potesse essere utile nel concreto della pratica professionale. «Ritengo che questo sia – prosegue la ricercatrice – un processo virtuoso perché l’altissima ricerca specializzata si unisce alla pratica, ossia al mondo professionale, affinché la ricerca stessa produca strumenti che tengano conto delle effettive necessità degli utenti che li utilizzeranno. Trovo, inoltre – conclude -, che l’occasione del convegno e la successiva possibilità di approfondire l’uso del plugin con dei corsi di apprendimento più specifici, sia in linea con la responsabilità che è richiesta al progettista rispetto agli obiettivi di decarbonizzazione e adattamento climatico, che provengono da indirizzi europei, nazionali e anche locali. Grazie a questi nuovi applicativi, queste sfide escono dai confini della teoria per planare direttamente nei progetti ed essere di supporto ai professionisti impegnati nella progettazione e nella pianificazione urbanistica».

Il convegno è gratuito per iscritti all’OAR e studenti di architettura.
> Il programma del convegno.
La registrazione va effettuata al seguente link: formazione.architettiroma.it.
Per approfondimenti sul progetto Asi-Politecnico si rimanda all’intervista al ricercatore dell’ASI, Deodato Tapete.

di Mariagrazia Barletta

PHOTOGALLERY

TAG

ATTIVITÀ

DELL'ORDINE

POLITICA

DELL'ORDINE