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Sostenibilità
01 Dicembre 2020

Rapporto annuale ENEA 2020: focus certificazione energetica

L’ENEA, con il supporto del Comitato Termotecnico Italiano, ha redatto il rapporto annuale 2020 La certificazione energetica degli edifici.

Si registra un aumento delle prestazioni energetiche degli edifici nel triennio 2016-2019, con un aumento degli interventi passati dal 7% al 10% del totale di ristrutturazioni e nuove edificazioni.

Il tutto nell’ottica europea di decarbonizzare le fonti energetiche entro il 2050 e nell’ambito dell’obiettivo italiano di ridurre il dispendio energetico attraverso la riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare entro il 2030.

Lo studio ENEA si basa su circa 4,5 milioni di APE (attestati di prestazione energetica) redatti nel triennio di riferimento 2016-2019 e riguardanti prevalentemente unità residenziali.

Alcune considerazioni emerse:

  • il 60% degli immobili italiani sono in classe F o G, anche perché risalente per lo più al periodo tra il 1945 ed il 1972;
  • il 3,4% degli APE riguardano nuove costruzioni, per la maggior parte in classe A o B;
  • il settore non residenziale, pari al 15% degli APE, ricade in classe C-D-E per il 50% e in classe A-B per il 10%.

L’ENEA, con il supporto del Comitato Termotecnico Italiano, ha redatto il rapporto annuale 2020 La certificazione energetica degli edifici.

Si registra un aumento delle prestazioni energetiche degli edifici nel triennio 2016-2019, con un aumento degli interventi passati dal 7% al 10% del totale di ristrutturazioni e nuove edificazioni.

Il tutto nell’ottica europea di decarbonizzare le fonti energetiche entro il 2050 e nell’ambito dell’obiettivo italiano di ridurre il dispendio energetico attraverso la riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare entro il 2030.

Lo studio ENEA si basa su circa 4,5 milioni di APE (attestati di prestazione energetica) redatti nel triennio di riferimento 2016-2019 e riguardanti prevalentemente unità residenziali.

Alcune considerazioni emerse:

  • il 60% degli immobili italiani sono in classe F o G, anche perché risalente per lo più al periodo tra il 1945 ed il 1972;
  • il 3,4% degli APE riguardano nuove costruzioni, per la maggior parte in classe A o B;
  • il settore non residenziale, pari al 15% degli APE, ricade in classe C-D-E per il 50% e in classe A-B per il 10%.

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(GV)

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